Forteto, la lettera di protesta delle vittime
"Setta di Stato" escluso dal salone del libro di Torino. Giornalisti e vittime protestano
Setta di Stato. Il caso Forteto (Ab edizioni, 2015) è stato escluso dallo spazio riservato alla Toscana al Salone del libro di Torino (18-22 maggio). Lo stop era arrivato dal consiglio regionale ad aprile: dove una proposta di risoluzione, a firma dei sei componenti della seconda commissione d’inchiesta, era stata bocciata da tutta la maggioranza (Pd).
Questa mattina, a Firenze, durante la conferenza stampa di presentazione dello stand torinese, gli autori Francesco Pini e Duccio Tronci - in un gesto di contestazione davanti ai colleghi presenti - hanno regalato una copia del volume alla vicepresidente regionale, Monica Barni. Proprio la Barni, infatti, aveva giustificato la scelta affermando che il Forteto è «fuori tema». E dunque fuori dai canoni individuati per la selezione dei testi. A margine della mattinata ha poi ribaditio che si è «cercato di evitare di mettere insieme un’accozzaglia di presentazioni che non avesse un filo conduttore. Non ci sono censure né altro, semplicemente abbiamo dovuto dire di no a molte richieste». I due giornalisti, però, hanno consegnato anche una lettera firmata dall’associazione vittime del Forteto. Si denuncia, con parole forti, la mancanza di «un riconoscimento netto e chiaro» di un blackout istituzionale durato quasi 40 anni. Affari Italiani la pubblica integralmente.
Alla vicepresidente,
assessore alla cultura
della Regione Toscana
Gentile vicepresidente,
abbiamo letto sugli organi di informazione le sue parole circa la motivazione che vi ha portato ad escludere il libro “Setta di Stato” fra quelli ammessi allo stand che la Regione Toscana allestirà il prossimo fine settimana al Salone del libro di Torino. Non sappiamo quanto lei conosca di una vicenda che, oltre a raccontare di pesantissimi abusi, parla di persone annullate, coscienze plasmate, vite umane distrutte. In caso contrario la invitiamo a leggere quantomeno le relazioni delle due commissioni d’inchiesta istituite dallo stesso Consiglio regionale della Toscana.
La cosa che ci addolora maggiormente è che tutto ciò è stato possibile e perpetrato per decenni a causa di un muro costruito dalle complicità, ma anche dai silenzi, degli attori in campo: dalla politica, alla magistratura, passando per i funzionari che hanno avuto fra le mani le carte e il destino di decine di uomini e donne che sono stati costretti a subire senza avere possibilità di difendersi. Un oscurantismo che osserviamo ripetersi di tanto in tanto, e verificatosi anche nella scelta di escludere il libro “Setta di Stato”. Neanche ci pare il caso di intervenire sulle motivazioni tecniche addotte, relative all’attinenza al tema che porterà la Regione al salone: invocate la libertà, la battaglia contro l’omologazione, parlate di muri da distruggere senza seguire coi fatti le parole. La funzione principale della cultura, in fondo, dovrebbe essere proprio questo: educare alla conoscenza.
Aver impedito ciò è un’offesa a chi ha avuto la forza di denunciare, un colpo a tutti coloro che sono stati segnati pesantemente, da quella che è stata una vera e propria setta. Riteniamo questa scelta, come altre che si sono verificate in passato e alle quali speravamo di non assistere più, l’ennesima mancanza di rispetto per tutti coloro i quali si sono battuti e si stanno battendo per ottenere giustizia e per far sì che fatti del genere non accadano mai più. Manca ancora un riconoscimento netto e chiaro nei confronti delle vittime; un vuoto che solo con la conoscenza e l’approfondimento può essere colmato. Della verità non si deve avere paura, solo con la verità si può costruire la giustizia: noi continueremo a lottare per rivendicare i nostri diritti.
Sergio Pietracito
Presidente Associazione vittime del Forteto