Cronache

Genitori Renzi, Pecorella:"Pm eccessivi, continuano a influenzare la politica"

INTERVISTA/ Gateano Pecorella, storico avvocato di Berlusconi, analizza gli arresti domiciliari dei genitori di Renzi e i rapporti tra politica e magistratura

Gaetano Pecorella, storico avvocato di Silvio Berlusconi e professore di diritto penale, parla in un'intervista ad Affaritaliani.it degli arresti domiciliari dei genitori di Renzi, di giustizia e dei rapporti tra politica e magistratura.

Professor Pecorella, che cosa ne pensa della decisione del gip di Firenze di disporre gli arresti domiciliari per Tiziano Renzi e Laura Bovoli? Decisione corretta o esagerata?

Faccio due premesse alla mia risposta. La prima è che, non conoscendo il contenuto del fascicolo, posso fare valutazioni di tipo generale. La seconda premessa, invece, è che le misure cautelari vanno disposte solo quando sono strettamente necessarie e non vi siano a disposizione altre possibilità di controllo dei soggetti. Detto questo, mi sembra che la misura (motivata per il rischio di reiterazione del reato) possa ritenersi eccessiva, considerando che entrambi sono sotto processo penale e sotto osservazione della stampa. In queste circostanze la possibilità di costituire nuove società per realizzare nuovi reati mi pare alquanto improbabile. 

Matteo Renzi ha detto che se lui non fosse stato in politica questo non sarebbe accaduto. Possibile?

I genitori di Renzi non dovrebbero essere trattati meglio degli altri cittadini per il loro legame con l'ex presidente del consiglio, né però dovrebbero essere trattati peggio. Essendo Matteo Renzi un uomo politico è chiaro che la decisione di disporre una custodia cautelare ai genitori ha degli effetti molto importanti, quantomeno sotto il profilo della comunicazione. Oggi i giornali sono pieni di questa notizia.

Renzi ha parlato di "capolavoro mediatico", riferendosi implicitamente alla coincidenza della notizia con il voto su Rousseau sul caso Diciotti. Secondo lei questa coincidenza di tempi desta qualche perplessità?

Sono certamente notizie parallele. Da una parte un attuale vicepresidente del consiglio viene sottratto alla giustizia penale per una decisione politica e dall'altra parte i genitori di un altro esponente politico di rilievo finiscono in prima pagina, colpendo anche il figlio. 

I magistrati avrebbero potuto agire diveesamente?

L'ordinanza di custodia cautelare viene solitamente concessa perché si ritiene di essere in prossimità di una possibile reiterazione del reato. Non mi pare che i genitori di Renzi stessero costituendo altre cooperative. Se si fa riferimento a un pericolo ipotetico e astratto questo potrebbe valere per chiunque. Ritengo che quando ci sono situazioni politiche come questa ci voglia una mano leggera sulle misure di custodia cautelare, cercando di evitare che l'intervento di un giudice possa influire sulla situazione politica.

Anche in passato la magistratura ha influenzato la situazione politica?

Tutta una classe dirigente politica è scomparsa sulla base di iniziative giudiziare che spesso, troppo spesso, sono poi risultate infondate. Bisognerebbe rendersi conto che quando si tocca un politico, anche su fatti di poca o nulla rilevanza, ne si può compromettere la carriera influenzando dunque la politica del paese. Mi viene in mente un ministro (Maurizio Lupi, ndr), bravissima persona che conosco personalmente, che qualche tempo fa è stato costretto a dimettersi per un orologio legato al figlio.

Ritiene che qualcuno, non in questo caso specifico ma in generale, possa aver utilizzato lo strumento giudiziario in modo consapevole?

Non so, prendo solo atto di quello che è successo ad alcuni magistrati che hanno condotto inchieste politiche. Alcuni sono diventati consulenti di società editrici, altri sono diventati parlamentari o persino presidenti del Senato. Penso che certe azioni, magari inconsapevolmente o senza mirare a qualcosa di specifico, possano comunque determinare carriere politiche ai magistrati. Sarebbe una ragione in più, anche a loro tutela, essere cauti.

Si parla spesso, non solo in questo caso, di scontro tra politica e magistratura. Quale dovrebbe essere il corretto rapporto tra poteri?

La politica ha rinunciato alla propria autonomia nel momento in cui ha rinunciato all'autorizzazione a procedere e si e messa in mano ai magistrati. Che cosa dovrebbe fare adesso la politica? Cambiare il sistema giudiziario nel suo complesso, visto che non funziona e lascia ampi margini di discrezionalità. E poi si dovrebbe recidere il legame tra politica e carriera giudiziaria, stabilendo per esempio che nessun magistrato può accedere a cariche politiche al termine del suo incarico in magistratura. Mi sembra questa una cosa talmente logica che probabilmente non verrà mai applicata.

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