Cronache

Genova, viaggio nel califfato di via Pre.I pakistani alla conquista del centro

Claudio Bernieri

Malavita a Genova: quando le famiglie pakistane subentrano a quelle calabresi... Storia del “Biondo” e dello chef Bachir alla conquista del centro storic

E’  una  parentopoli pakistano- calabrese quella che  blocca l’accesso dei turisti al centro storico di Genova: che nelle intenzioni della giunta di Bucci  dovrebbe diventare una vetrina storico-culturale-culinaria . Ma i vicoli , che giacciono nella monnezza da cinquantanni, grazie  a clan di calabresi   verdurai e ‘ndranghetisti,  per ora resistono. I gestori storici  ortofrutticoli di chioschi,  una filiera di pregiudicati, figli e madri, affiliati al  potente clan mafioso degli Alessi  si sono   da tempo riciclati e modernizzati. I clan ora si  servono di  immacolata manovalanza pakistana.  Prestanome o  consegne con tanto di imprimatur dai capibastone delle ‘ndrine?  Chissà.

Succede a Genova.  Dai vicoli  della Superba, da via del Campo, da via Prè si eleva   il mugugno dei negozianti , sale e approda al Municipio del centro storico, diventa un coro  insistente di proteste.  Uno tsunami politico  per ora fatto di  pissi pissi e di cauti sussurri , il mugugno, appunto : perché non si scherza con  certi mammasantissima e  nel centro storico è  ancora attivo tale Mimmo con il suo furgone di ortofrutta, parcheggiato  abusivamente  in via Gramsci, che vende cocomeri.  Dopo cinquantanni, ecco ancora la mala che blocca il turismo e deturpa le bellezze del più grande centro storico al mondo con bugigattoli trasformati in paninerie : le cosche  questa volta però  si affidano alla immigrazione per gestire oscuri traffici  dai cosìdetti  fondi, piccoli tuguri  e depositi di legna nei vicoli medioevali, ora trasformati dai pakistani in vendite di kebab, yogurt, birre da asporto,  oppure in  call center. E nel caos, davanti ai locali, i pusher senegalesi e nigeriani  a vendere eroina, e , talvolta a proporla anche a malcapitati e allibiti turisti croceristi . Il  baraccume si apre all’alba:   i  croceristi  scendono a mandrie dalle navi , le hostess li guidano  per via Perè( simpaticamente chiamato dai residenti il califfato ) : il vicolo,   ricco di storia , di profumi,  di spezie, di prodotti artigianali,  di splendidi palazzi e bottegucce artigiane  è oggi  in ingorgo di spacciatori che finisce a Sottoripa, davanti a San Giorgio, il palazzo medievale  che ospitava la prima banca al mondo. Ecco  tossici, punkabbestia con cani morsicatori, pusher nigeriani e senegalesi, vedette delle ‘indrina, malavitosi  di tutte le etnie,  zombie sfaccendati… .. Il suk,   come un  vero ceck point, blocca il turismo.

E’ come se in Galleria Vittorio Emanuele , a Milano , a due passi della Scala  e dagli show room spuntasse  un deposito di carbone trasformato abusivamente in kebab.  Succede  invece alla Superba” racconta un negoziante di Sottoripa.

“E addirittura in  Via Pre”, c’è un locale  sequestrato  alla mafia dalle che viene   gestito da un clan di pakistani  e adibito  a  deposito di birre…Chi ha stipulato il contratto ? ” si domanda  allibito un  commesso di un negozio di articoli di mare.

L’IMPOTENZA DELLE FORZE DELL’ORDINE

Ad un anno esatto dalle elezioni di Bucci,  il clima che si respira nel centro storco di Genova è di  “ dolce attesa” .The times  they are  a chiangin,,.. direbbe Dylan. I baristi che si affacciano sul porto  si lasciano andare a un cauto ottimismo: “ Abbiamo visto da parte di questa nuova amministrazione comunale e municipale degli sforzi notevoli nel centro storico dove va ribadito hanno ereditato questa situazione pesantissima .  Per esempio sono state fatte delle ordinanze specifiche  e  un notevole miglioramento si è notato.
Il lavoro da fare è ancora tanto ma  se oggi possiamo permetterci di esporci di più lo dobbiamo anche alla fiducia che abbiamo in questi rappresentanti. “ 

Per il momento, dunque, le Gole profonde di Sottoripa temono ancora i clan calabresi e chiedono l’anonimato.

Già: e  i militi delle istituzioni ?  Alla stazione del Centro storico fanno quello che possono, vanno e vengono. E redigono  scrupolosissime  relazioni:  come  davanti al locale Eat and drink, tugurio  per disperati : dove  si riunisce una tribù di ubriachi   che  di fatto  intasa il passaggio dei turisti ;  i croceristi  si fermano, le hostess intimano l’alto là,  i cani dei punkabbestia ringhiano, i tossici ciondolano , e i benedetti turisti  tornano indietro.

Punto di ritrovo per ubriachi pregiudicati tossicodipendenti, già sanzionati per somministrazione di bevande senza licenza” . scrivono nei verbali i carabinieri.

 E al  “Grill del pesce fritto”, di fronte a Palazzo san Giorgio?  Il tugurio  è trasformato in friggitoria abusiva. Nessuna licenza. Ma il locale  non risulta nemmeno censito a catasto; eppure i gestori  pakistani, spalleggiati evidentemente dai mammasantissima calabresi, lo tengono aperto. Annotano i carabinieri  dopo avere fermato un disturbatore, a Sottoripa; “ Identificato il bevitore,  è un pluripregiudicato spacciatore  “ .

E ancora riferendosi a un oste improvvisato  in una rosticceria d’asporto, sempre pakistano: “ vendeva birra  soggetti già ubriachi”

Fioccano mute da 5000 euro, che i pakistani  regolarmente non pagano.

Non è possibile comminare multe a soggetti come  clienti già ubriachi” scrivono ancora i carabinieri. Una farsa: il disturbatore , protagonista del verbale, ubriaco fradicio davanti a una pseudo rosticceria, aveva bloccato un intero gruppo di croceristi  chiedendo l’elemosina.

Un nome emerge tra tutti, in questa farsa nel centro storico genovese.  Un certo chef  Bechir, personaggio da Mille e una notte.  Ci novella un  ristoratore:

sto tizio sembra uscito da un film. Aveva rubato l’acqua a un negozio vicino, non avendo un contratto regolare  per il suo grill  che pare abusivo . Il vicino  ha chiuso il contatore, allora li soggetto   ha sollevato il tombino dell’ acquedotto pubblico,  e lì si è attaccato abusivamente al suo  bugigattolo. Davanti a San Giorgio nella  piazza. E’ arrivata la polizia municipale, lo ha bloccato,  il grill non risulterebbe a catasto, pare sia un negozio fantasma.. eppure è sempre aperto. Da allora è presidiato da picciotti delle ‘ndrine. Qui occorrerebbe indagare..”.

Misteri dei clan .

“Ex depositi di legna e di carbone trasformati abusivamente in friggitorie.. Allora la storia è questa- ci racconta il portavoce dei mugugnanti al Municipio del centro storico:   

prendiamo due fondi, i numeri civici  6 r e 20 r di Sottoripa . Bè,  sono stati  affittati a due fratelli
pakistani. iI padre di questa filiera  aveva  già in affitto il civico il 152r di via Prè……questo fino a
poco tempo fa quando il padre ha poi lasciato il suo 152r a un turco (secondo le voci della
cittadinanza coinvolto in traffici di droga), mantenendo il civico  183 r ( pare con regolare contratto
!!!!! ) cioè  un locale di proprietà dell’agenzia beni confiscati alla mafia, e prendendo questa estate
poi  pure un altro fondo, il 19r di Caricamento. Al locale 19r di Caricamento , una friggitoria di
pesce da asporto, questa estate il Mimmo era  praticamente di casa …ed è il locale che si
stava facendo un allaccio abusivo dell’acqua . Ora, il 6 r è stato chiuso ,il 20  spero lo sarà presto…
le ricordo che il 20r di Sottoripa e il 19r di Caricamento sono di sicuro locali affittati da un
prestigioso studio di avvocati: ma il 19 r di caricamento però non risulta in nessuna mappa del catasto…”


 

 
DAI CALABRESI AI PAKISTANI
 
Già,  il  Capo Mugugnatore, portavoce dei negozianti del centro storico sotto schiaffo dalla  nuova mala pakistana  ha fatto uno scoop.

E’ una storia infinita quella del clan del Mimmo,  parcheggiatore con camion in via Gransci: il caso potrebbe essere inserito come esempio illuminante in  qualsiasi manuale di sociologia .

Il sito Casa della legalità, che è un osservatorio locale di criminalità e mafia genovese,  segue da anni le vicende della famiglia di Mimmo, di Vicenzo, di  Antonino e Patricia:  parentado   che  spesso usa  come manovalanza abusiva  i pakistani .

La famiglia di Mimmo  pare legata alla “famiglia” ALESSI della 'ndrangheta- raccontano alla Casa della Legalità-  Alessi,  uno dei boss “storici” del centro storico di Genova, che già fu “regno” della famiglia RAMPINO. In stretto contatto con soggetti quali i boss CACI Rosario e ZAPPONE Salvatore - il primo pluri-condannato legato a COSA NOSTRA ed in particolare agli EMMANUELLO; il secondo, come  Vincenzo , legato alla 'NDRANGHETA e già sottoposto a misure di prevenzione personali e patrimoniali .

La famiglia di Mimmo  con terzi (sia familiari che non familiari) aveva da anni molteplici attività di vendita itinerante di generi alimentari (frutta e verdura) in Genova, in cui lavoravano come manovalanza saltuario alcuni pakistani…

Fino alle dimissioni poco spontanee dell’assessore al commercio della Giunta Vicenzi ( negli anni del centrosinistra) che sarebbe stato coinvolto in rapporti poco chiari con il clan mafioso dei Mamone. Domenico detto Mimmo, soprannominato il Biondo, gestisce cosi fino all’arrivo della giunta Bucci una specie di “baraccopoli “ della frutta in piazza di Caricamento: sono innumerevoli le proteste dei residenti e di commercianti”.

La protesta passa, il Biondo resta, sembra  il motto del clan familiare. Riguardevole il caso di Rita, parente di Mimmo  titolare di una friggitoria in vico della Maddalena, già connessa allo sfruttamento della prostituzione ed arrestata lo scorso agosto per spaccio di droga, tra l’esultanza dei commercianti dello storico vicolo. Ma intanto prosegue la vendita del Biondo, che si sposta -dopo lo sfratto - in parcheggi  e posti auto  nella limitrofa in via Gramsci, con un camion itinerante.

E  contemporaneamente, nel centro storico, spuntano i gestori pakistani. I pakistani all’inizio  fanno da parcheggiatori al padre padrone, al Mimmo, che gestisce i chioschi  di frutta e verdura ora rimossi  davanti a San Giorgio;  poi la svolta, i pakistani diventano ristoratori  in proprio di  lucenti “eat and drink”,  ricavati da depositi  di carbone e legna.

Una storia di scatole cinesi che al Municipio del Centro storico  stanno ricostruendo.

CHI AFFITTA AI PAKISTANI

Ed ecco lo sconcertante scoop. “Abbiamo  infine scoperto che  almeno due  di questi locali   problematici risultano affittati ai pakistani  dallo studio   di un prestigioso team di avvocati genovesi“ raccontano allibiti  al Municipio del centro storico.

Già: ma intanto a Sottoripa che succede? E la friggitoria di piazza Caricamento si tinge  di   commedia all’italiana,  Sottoripa sottobosco di malaffare, del Mimmo   ed ora di pakistani emuli di Totò: audace colpo   di  di acqua dei soliti  ignoti .