Cronache
Boccassini, Gratteri, Di Matteo. Si apre il risiko delle toghe
di Lorenzo Lamperti
@LorenzoLamperti
Milano, Catania, Caltanissetta. Tre poltrone pesanti in palio nei prossimi mesi nelle procure italiane. In corsa nomi eccellenti: Boccassini e Gratteri a Milano, Di Matteo a Caltanissetta, Petralia a Catania. Ecco come può cambiare il panorama della giustizia italiana.
MILANO - Il posto più ambito è sicuramente quello da procuratore capo a Milano. Il prossimo 16 novembre, infatti, finirà il "regno" di Edmondo Bruti Liberati. L'attuale procuratore capo andrà infatti in pensione, come promesso, al termine di Expo. Due giorni prima, il 14 novembre, scadrà il termine per la consegna delle candidature. Si annuncia una bagarre lunga e di imprevedibile soluzione. Qualche settimana fa aveva preso corpo l'ipotesi di un "papa straniero", vale a dire di un esterno dopo lunghe gestioni affidate a magistrati già interni alla procura milanese. In questo senso il nome più suggestivo è quello di Nicola Gratteri. Il pm di Reggio Calabria ha un profilo di primo piano e il suo approdo a Milano avrebbe un forte impatto concreto ma anche mediatico dopo la guerra intestina degli scorsi mesi che ha visto coinvolti Alfredo Robledo e lo stesso Bruti Liberati. Dopo aver perso all'ultimo respiro la nomina a ministro della Giustizia del governo Renzi (secondo qualcuno per l'opposizione di Giorgio Napolitano), per Gratteri sarebbe una bella rivincita. C'è anche chi fa il nome di Federico Cafiero de Raho, procuratore capo a Reggio Calabria. Una scelta che avrebbe molti significati e assicurerebbe la presenza sul campo di un magistrato che da sempre ha avuto a che fare con la 'ndrangheta, ormai fortemente radicata sul territorio lombardo. Ma in realtà l'ipotesi "interna" è assolutamente percorribile. Secondo i rumors, saranno almeno tre i nomi "pesanti" della procura di Milano a scendere in campo per la successione di Bruti Liberati. Si tratta di Francesco Greco, a capo del pool che si occupa dei reati finanziari, Alberto Nobili, a lungo procuratore aggiunto e ora alla guida del dipartimento rapine e omicidi, e Ilda Boccassini, a capo dell'Antimafia milanese. Tre nomi molto importanti che, chi più chi meno, garantirebbero continuità con la gestione precedente. Il rebus è per ora di difficile soluzione, ma quello che è certo è che a metà novembre comincerà il lungo interregno di Piero Forno, procuratore aggiunto, in attesa che il Csm prenda la difficile decisione.
CATANIA - La partita è già aperta per quanto riguarda un'altra poltrona, quella di procuratore capo a Catania. Nella città siciliana il posto è vacante dopo che Giovanni Salvi è stato nominato a Roma dal Csm. In corsa anche nomi eccellenti. Tra i pretendenti i due procuratori aggiunti di Catania, Amedeo Bertone e Carmelo Zuccaro, che hanno presentato domanda anche per il ruolo di procuratore di Caltanissetta. Hanno presentato domanda anche Carlo Caponcello, sostituto della Direzione nazionale antimafia è uno dei magistrati di punta della Dda di Catania negli anni passati, Ignazio Fonzo, procuratore aggiunto di Agrigento, Vincenzo Barbaro, ora alla Dda di Messina, e Francesco Puleio, attualmente sostituto a Ragusa ed ex procuratore di Modica. E' sceso in campo anche il procuratore capo di Ragusa, Carmelo Petralia, applicato a Caltanissetta ai tempi delle indagini sulle stragi di Capaci e via D'Amelio anche se negli ultimi tempi è più conosciuto per essere il magistrato che si occupa dell'inchiesta sull'omicidio del piccolo Loris Stival. Altro nome eccellente quello di Alfredo Morbillo, procuratore capo di Termini Imerese e fratello di Francesca Morvillo, la moglie di Giovanni Falcone uccisa a Capaci. In corsa anche Annamaria Palma, da poco al lavoro a Palermo come sostituto procuratore generale e con alle spalle importanti ruoli politici come quelli di vice capo del dipartimento Affari di giustizia e capo reggente del dipartimento Giustizia minorile.
CALTANISSETTA - Alcuni dei nomi in corsa per Catania tornano anche a Caltanissetta, dove si cerca il successore di Sergio Lari, nominato dal Csm procuratore generale della città nissena. In corsa anche qui, infatti, Annamaria Palma, Ignazio Fonzo e Carmelo Petralia. Caltanissetta è da sempre una piazza fondamentale per la giustizia italiana. E' qui che si coordinano le indagini sulle stragi del 1992. E' qui che si sta indagando sul recente scandalo dei beni confiscati scoppiato a Palermo e che vede implicata la giudica Silvana Saguto. Caltanissetta è da sempre un luogo di inchieste importanti, grandi risultati giudiziari, ma anche di depistaggi e di veleni (spesso e volentieri con la procura di Palermo). Fanno dunque clamore le candidature di Antonino Di Matteo e Vittorio Teresi, magistrati palermitani che si stanno occupando del processo sulla trattativa Stato-mafia. E' soprattutto il nome di Di Matteo, come spesso accade per il pm minacciato da Cosa Nostra, ad aver scatenato le polemiche sui social network. In molti chiedono infatti al Csm di scartare la sua candidatura alla luce del lavoro già fatto dal magistrato proprio a Caltanissetta nelle indagini sulle stragi che avevano visto il "pentito" Scarantino protagonista. Un altro nome, poco reclamizzato, ma fondamentale, della giustizia siciliana è in corsa: si tratta di Teresa Principato, che a Palermo si occupa da anni delle piste che si spera portino alla cattura del boss Matteo Messina Denaro. Una sua nomina potrebbe aprire nuovi scenari sull'indagine attualmente più importante in corso in Sicilia. Completano il quadro Sebastiano Ardita, Amedeo Bertone, Anna Canepa, Maurizio De Lucia, Renato Di Natale, Franca Imbergamo, Rosa Raffa, Francesco Puleio, Roberto Saveja, Marcello Viola e Carmelo Zuccaro. Un parterre de roi dal quale uscirà un solo nome.