Giustizia: Dell'Utri, prescrizione per la vicenda P3 - Affaritaliani.it

Cronache

Giustizia: Dell'Utri, prescrizione per la vicenda P3

I giudici hanno disposto il 'non doversi procedere' nei confronti dell'ex parlamentare

Giustizia: Dell'Utri, prescrizione per la vicenda P3

I giudici della seconda sezione penale hanno disposto il 'non doversi procedere' nei confronti di Marcello Dell'Utri, perchè i reati sono estinti per intervenuta prescrizione, a conclusione del processo sulla cosiddetta P3. L'ex parlamentare di Forza Italia, per il quale la procura ha chiesto oggi, in sede di requisitoria, l'assoluzione dal reato associativo e la prescrizione dal resto (alcuni episodi di corruzione), era accusato in origine di essere uno dei partecipi di "un'associazione per delinquere caratterizzata dalla segretezza degli scopi" che, agendo in violazione della Legge Anselmi del 1982, puntava da un lato a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali dello Stato, degli enti amministrativi e locali e dall'altro a procurarsi finanziamenti con il coinvolgimento di imprenditori terzi a investire nel settore delle fonti di produzione dell'energia rinnovabile (eolico 'in primis'). A causa del suo periodo di latitanza in Libano, la posizione di Dell'Utri era stata stralciata dal procedimento principale conclusosi nel marzo del 2018 davanti ai giudici della nona sezione penale del tribunale.

Nel processo principale, erano stati condannati l'uomo d'affari Flavio Carboni (a 6 anni e mezzo) e l’imprenditore Arcangelo Martino (a 4 anni 9 mesi) riconosciuti quali i promotori dell'associazione per delinquere assieme al giudice tributarista Pasquale Lombardi (deceduto). Da questa associazione era stato escluso l'ex parlamentare Denis Verdini (assolto per non aver commesso il fatto) condannato però a 15 mesi di reclusione per un episodio finanziamento illecito. I giudici, riqualificando il reato originario di corruzione in abuso d’ufficio, avevano poi inflitto 2 anni, in relazione al giudizio Mondadori/Agenzia delle Entrate), all'ex primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, e poi 10 mesi di reclusione all'ex sottosegretario all'Economia del governo Berlusconi Nicola Cosentino e all'attuale sindaco di Pontecagnano Ernesto Sica, gia' assessore regionale della Campania, che rispondevano di diffamazione e violenza privata ai danni di Stefano Caldoro (candidato alla carica di presidente della Regione Campania, poi ricoperta fino al 2015). Tra i reati prescritti, figurava anche quello per abuso d’ufficio attribuito all’ex Governatore della Sardegna Ugo Cappellacci.