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Cronache
Governo Conte, penalisti: "Giustizialista.Cambiamento? No, ritorno al passato"

"Cambiamento? Mi pare che il governo in materia di giustizia guardi al passato. E se Conte si propone come avvocato del popolo io, facendo parte del popolo, sarei preoccupato a farmi difendere da lui". Beniamino Migliucci, presidente dell'Unione camere penali italiane, critica duramente il nuovo governo dopo il discorso del premier al Senato in un'intervista ad Affaritaliani.it.

Beniamino Migliucci, come giudica l'esordio del presidente Conte?

Io parlo di giustizia e in matreria di giustizia la valutazione è pessima. Visto che lui si è definito “avvocato del popolo” sono molto preoccupato se le ricette sono aumenti di pena, costruzione di nuove carceri, più carcere per tutti e prescrizione all’infinito. C’è di che essere preoccupati, soprattutto se si pensa alla durata dei processi. Il cambiamento mi sembra che guardi al passato e ignora dati statistici importanti, oltre al fatto che le riforme dell’ordinamento penitenziario del 1975 e del 1986 abbiano portato benefici in termini di sicurezza. È dimostrato che chi sconta la condanna con pene alternative al carcere ha una percentuale di recidiva inferiore di oltre la metà mentre chi sconta la pena in carcere tendenzialmente commette altri reati.

Non trova che sia giusto allungare i tempi della prescrizione?

Immaginare nel nostro Paese che si debbano ancora allungare i termini di prescrizione, a fronte di processi già infiniti, significa soltanto conferire più potere alle procure, che una volta avviata l’azione penale potrebbero tenerci sotto scacco all’infinito. Se si pensasse invece a una sospensione della prescrizione dopo la condanna di primo grado noi avremo persone che muoiono condannate in primo grado.

Costruire nuove carceri non può aiutare?

Costruire nuove carceri è una ricetta vecchia e stantia, senza pensare che nel nostro Paese abbiamo tribunali nelle tende come a Bari. Mi pare che il discorso di Conte, che riprende il contenuto del programma di governo, non sia condivisibile sotto nessun aspetto in materia di giustizia.

Che cosa ne pensa della possibilità dell'introduzione della figura dell'agente provocatore?

Introdurre la figura dell’agente provocatore significa sposare l’idea che lo Stato induca a commettere gravi reati e non a prevenirli. Su questo anche il presidente dell’Anm mi pare abbia espresso qualche perplessità. Noi invece diciamo che si tratta proprio di una proposta totalmente sbagliata. Per non parlare dell’aumento delle pene. Anche i bambini sanno che da sole non costituiscono un deterrente. Basti pensare ai reati contro la pubblica amministrazione. Non è quello che sortisce effetto.

Che cosa bisognerebbe fare allora?

Per evitare reati come la corruzione bisogna scrivere delle leggi chiare, semplici e che non si prestino a interpretazioni. Bisogna cambiare a rotazione i vertici delle istituzioni e delle amministrazioni. Le ricette non sono quelle che individuano il processo come una panacea e la pena come una purificazione dai reati.

Qual è la posizione dei penalisti sulla riforma della legittima difesa?

Abbiamo la stessa posizione dell’Anm. Eliminare il principio di proporzionalità è un enorme errore. Non credo possa essere giusto che si possa sparare al ragazzo che ti entra in giardino per rubare della frutta o una bicicletta. Bisogna stare molto attenti. Senza contare che dove l’uso delle armi è libero si creano solo ulteriori morti, spesso tra le vittime dei reati. Insomma, se Conte è l’avvocato del popolo io, facendo parte del popolo, sarei preoccupato a farmi difendere da lui.

twitter11@LorenzoLamperti

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