Cronache

Guerra in Siria: Gino Strada pro Matteo Salvini

Giuseppe Vatinno

Gino Strada in "conversione" verso la Lega?

Molti i folgorati sulla via di Damasco, o meglio di Palazzo Chigi, tra i personaggi più o meno noti.

Si sa che chi vince diviene simpatico anche se magari fino a poco tempo fa era il nemico numero 1.

Ora è la volta di Gino Strada che dirigendo Emergency ha sempre visto la Lega in generale e Matteo Salvini in particolare come il nemico pubblico numero 1 e diciamo che ci sta anche nella logica degli interessi contrapposti.

Tuttavia qualche giorno fa il buon Gino da Radio Capital ha dichiarato:

Sono contento di vedere che anche lui dice qualcosa di intelligente. Molto meglio questa posizione contro la guerra che non quelle contro i migranti.

Sempre spocchioso, per carità, ma almeno sulla stessa frequenza del leader leghista sulla guerra in Siria, un tema che, in effetti, ha il magico potere di unire destra e sinistra contro gli Usa, la prima per motivi storici risalenti alla seconda guerra mondiale e la seconda per l’avversione all’odiato capitalismo.

Il finale è una sorta di sermoncino contro l’Onu (che già starà chiedendosi chi sia) con allegate profezie millenaristiche sulla fine del mondo causa terza guerra mondiale con la ciliegina sulla torta: “Io non sono un pacifista, ho sempre detto che sono contro la guerra”. Incomprensibile ossimoro degno di un codice bizantino.

Si attendono altre dotte esternazioni della figliola Cecilia Strada, che non è più in Emergency, ma non rinuncia a pistolotti terzomondisti conditi con una bella dose di acidità. Resta famosa una delle ultime esternazioni: “Non fate sesso con i fascisti” che provocò una ondata di ilarità nella parte avversa in cui le fu fatto gentilmente notare che forse sarebbero stati proprio i “fascisti” a non voler fare sesso con lei adducendo, tra l’altro, non eleganti motivi estetici.

Famosa la risposta di Vittorio Sgarbi:

http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2018/02/16/AC20KrKB-sacrifica_risposta_fascisti.shtml

Ma torniamo al babbo.

Non è “conversione” paolina certo, ma prepara la strada (scusate il simpatico bisticcio di parole) verso di essa.

Quello che però non torna sono queste conversioni tardive è che sanno molto del salto nel carro del vincitore, sport del resto -come noto- assai praticato nel nostro Paese.

Del resto la tradizione è antica e poco nobile; basti pensare al fondatore di La Repubblica, Eugenio Scalfari, che scriveva su Roma Fascista organo ufficiale del Guf, Gioventù universitaria fascista, e che poi fece il tradizionale salto della quaglia in campo opposto, cioè della sinistra.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/difendo-scalfari-fascista-allepoca-erano-tutti-1457497.html

Altro personaggio insospettabile è stato anche Dario Fo, premio Nobel per la letteratura e repubblichino.

http://www.ilgiornale.it/news/cultura/passato-camicia-nera-repubblichino-dario-fo-1318924.html