Potenza, Guidi dai pm: "Io parte offesa". Verbali secretati
Delrio: mai frequentati comitati d'affari, vado in procura
Delrio: mai frequentati comitati d'affari, vado in procura - "Ho letto oggi da articoli di stampa che sono al centro degli interessi di un comitato d'affari che non conosco, da cui non ho mai ricevuto pressioni o condizionamenti e tantomeno ricatti ai quali evidentemente non mi sarei mai sottoposto". Lo scrive sul suo profilo Facebook il ministro Graziano Delrio. "Sono interessato, piuttosto, a sapere se esiste o e' esistita un'attivita' di dossieraggio nei miei confronti, volta a screditarmi, basata su presupposti totalmente infondati. Attivita' che considererei molto grave non solo nei mei riguardi, ma anche verso ogni cittadino italiano che possa esser oggetto di tali attenzioni. Per questo motivo presentero' un esposto alla Procura", annuncia il ministro
Potenza, Guidi dai pm: "Io parte offesa". Verbali secretati - "Vorrei prima di tutti ringraziare i magistrati per avermi dato la possibilita' in tempi cosi' brevi di chiarire questa vicenda cosi' spiacevole per me. Ho risposto a tutte le loro domande. Dal punto di vista giuridico ho appreso definitivamente di essere persona offesa". Lo afferma Federica Guidi in una nota dopo la deposizione davanti ai pm di Potenza.
Il verbale della testimonianza resa dall'ex ministro Federica Guidi, e' stato secretato dalla Procura. Federica guidi ha abbandonato il palazzo di di Giustizia di Potenza da un'uscita secondaria, senza rilasciare dichiarazioni. Ai sostituti Francesco Basentini, Laura Triazzi ed Elisabetta Pugliese, l'ex ministro ha fornito elementi utili a ricostruire la sua attivita' istituzionale. Fonti vicine a Federica Guidi riferiscono che vi e' stata data "ampia e dettagliata testimonianza sui fatti e su tutte le domande poste".
LE CARTE E LE INTERCETTAZIONI DELL'INCHIESTA
Pier Carlo Padoan fu scelto al ministero dell'Economia da quelli del "quartierino", dagli uomini della "combriccola", da un "clan" che conta membri ora accusati di associazione per delinquere. A dirlo - come scrive Il Fatto Quotidiano - è l'ex ministro Federica Guidi, in una delle telefonate con il compagno Gianluca Gemelli che secondo la Procura di Potenza e la Squadra mobile era in grado di "manovrare" il ministero dello Sviluppo Economico, non solo attraverso la Guidi, ma anche con il suo sottosegretario De Vincenti. Se l'ipotesi dei pm troverà riscontri, saremmo di fronte ad una "cricca" capace di incidere su due dicasteri chiave del governo: l'Economia e il Mise. In grado di "piegare a proprio esclusivo e personale interesse" sia le "decisioni" sia "le procedure di singoli funzionari e varie istituzioni pubbliche", si legge in un'informativa della polizia.
La Guidi sbotta quando scopre di essere stata sorpassata da De Vincenti in un tavolo con Finmeccanica: "O il giochino è sempre uguale oppure il giochino si interrompe". L'ex ministra afferma che sia Padoan sia De Vincenti sono letteralmente "pedine" in mano al "quartierino". "Gianluca, Padoan viene fuori, ma sai chi glielo ha messo lì Padoan, te lo devo spiegare io? Glielo ha messo sempre quel quartierino lì. Innocenti, l'hai capito chi glielo ha messo Padoan? Non è che ti devo spiegare. Sempre quel quartierino. Oltre al fatto che si conoscono perché andavano a scalare insieme da 20 anni, lui De Vincenti e Padoan... ma glielo ha messo sempre quel quartierino lì... Quelle pedine, cioè De Vincenti da me, non è un caso, non è per farmi un favore, perché De Vincenti è bravo, capito? Come non hanno messo lì Pier Carlo per fare un favore a Matteo (Renzi, ndr), perché Pier Carlo è bravo".
Nello stesso colloquio la Guidi rivela di voler lanciare un avvertimento anche alla senatrice del Pd Anna Finocchiaro - la "fida amica" di Gemelli - proprio in merito al tavolo con Finmeccanica. "Io non vado a chiamare Anna, perché non sono io che devo andare a spiegare alla Finocchiaro... non so neanche bene per quale motivo devo spiegare queste cose, questa vicenda, prendano atto della cosa loro, lo prendano come un avvertimento". Poi conclude: "Gianluca, se tirano giù me, tirano giù pure te per realizzare i loro scopi, secondo l'accusa, il "clan" inserisce nel Mise il consulente Valter Pasterna che, intercettato, dice che vuole un ufficio tutto suo al ministero: "no, ma io senza stanza non ci vado. Se passerò, come passo, con la ministra dello Sviluppo Economico si apre tutto un altro scenario".
Pasterna parla anche di un dossieraggio nei confronti di Delrio. "Io ti devo parlare da vicino", esordisce con Gemelli. "Ma proprio da vicino, molto da vicino, ma tutte cose che addirittura ti puoi togliere pure qualche sizio... ma serio ti puoi togliere qualche sfizio... eh?". E aggiunge: "Tieni conto che i carabinieri prima che tu venissi là, sono venuti a portarmi il regalo in ufficio, perché tu non stai attento. Hai visto il caso di Reggio Emilia? Finito sto casino usciranno le foto di Delrio, Cutro (paese in Calabria, ndr) con i mafiosi... Tu non ti ricordi quello che io ti dissi, che c'era un'indagine, quelli che hanno arrestato a Mantova, a Reggio Emilia, i Cutresi, quelli della 'ndrangheta... no, te l'ho detto, perché che ha fatto le indagini è il migliore amico e adesso ci stanno le foto di Delrio con questi".
Uno degli obiettivi di Gemelli era quello di piazzare il suo amico Franco Broggi a capop di un'azienda èartecipata. E per questo scopo metteva la Guidi "in croce" dicendole di fregarsene di tutti: "Con 'tutti' - riporta la Squadra mobile - intedeva riferirsi ai vari Andrea Guerra, Luca Lotti". Per lo stesso scopo, in un "fuoco incrociato", erano stati investiti Antonello Montante, presidente Confindustria Sicilia, oggi accusato di associazione mafiosa in un'altra inchiesta, e un politico del Pd, Paolo Quinto, che non sono indagati. Dice Gemelli a Broggi: "Federica l'ho messa in croce, gli ho detto 'senti figlia mia, ma no...' perché anche l'hanno fatta incazzare Renzi, poi c'è sta testa di cazzo di questo qua di Luxottica, come si chiama, Andrea Guerra... che glielo hanno messo a controllare la cosa dell'Ilva! E le stanno rompendo... ho detto 'senti tu mollali...', ora c'è Montezemolo che vuole prendersi l'Ice però sotto il ministero dello Sviluppo Economico, vole fare la guerra di crociate, gli ho detto 'senti fammi 'na cortesia, se tu metti una combinazione, Renzi-Montezemolo, due che mezz'ora di lavoro nella loro vita non l'hanno mai fatta e che devono... coordinare duecento, trecento persone per portare fatti concreti... se te lo tieni sotto tu, t'inculano prima o poi a te, perché son bravissimi, son bravi solo a fare quello!". E prosegue: "Fede, fammi una cortesia, fai alla Razzi, fatti li cazzi tua? mollagli 'sta cosa qua tu devi pensare solo a un cristiano". Pochi minuti più tardi Broggi replica: "Se mi mettete in una posizione. Ma poi nelle cose c'è un ritorno. Io te ci siamo capiti".
Gemelli sapeva di essere finito nelle indagini e ne aveva messo al corrente anche la compagna. A quanto ricostruiscono gli inquirenti ad aver appreso la notizia erano stati i fratelli Pittella, Marcello e Gianni, rispettivamente presidente della Basilicata ed eurodeputato. Loro l'avrebbero comunicato a Gemelli. Quest'ultimo cerca di ottenere informazioni in merito all'avanzamento delle indagini anche da altri conoscenti. Il 1° gennaio del 2015 lo chiama Valter Pasterna riferendogli di essere stato a pranzo con Leonardo Gallitelli, comandante generale dei carabinieri in carica fino al 15 gennaio dello stesso anno. "tu mi dici 'Valter tu controlla'... sono andato a fare gli auguri al Gallitelli", dice Pasterna. "Poi ne parliamo da vicino", aggiunge e racconta che Gallitelli gli ha detto di aver già visto Gemelli, "forse a Modena o Bologna". Gemelli scherzando risponde che l'importante è essere conosciuto ma non "attenzionato". Ma sono numerose le intercettazini tra Guidi e Gemelli che dimostrano come fossero entrambi al corrente del coinvolgimento nelle indagini. "Telefoniamo eh, telefoniamo", il ministro rimprovera il suo compagno della facilità con cui parla. Riferimenti espliciti emergono da una conversazione intercettata il 22 gennaio 2015. I due "fanno espliciti riferimenti al probabile coinvolgimento del Gemelli in una questione non meglio specificata ed alla possibilità di conseguenze politiche indirette anche per lo stesso ministro: evidenti sono i riferimenti per cui è procedimento penale", annotano gli inquirenti. Il giorno dopo - si legge nell'informativa - i due hanno fatto "riferimenti ancora più diretti "alla questione". Questa volta un cenno lo facevano anche a 'Marcello' (Pittella, ndr), nonché al fratello di costui, attuale europarlamentare, Gianni Pittella".