Cronache

I loschi traffici delle multinazionali farmaceutiche

Di Lidia Sella

Johnson & Johnson, Pfizer, Roche Holding, Novartis e Merk, le prime cinque case farmaceutiche in classifica

Big Pharma è il cartello che accorpa le maggiori multinazionali farmaceutiche. Johnson & Johnson, Pfizer, Roche Holding, Novartis e Merk, le prime cinque in classifica. Il loro fatturato globale è superiore al prodotto interno lordo della Spagna che ad esempio, nel 2018, ammontava a 1,419 migliaia di miliardi di dollari. Queste società investono ogni anno miliardi di dollari per orientare, a proprio vantaggio, centri di ricerca, istituti universitari, mezzi di informazione, equilibri geopolitici, sistemi sanitari, protocolli terapeutici e obblighi vaccinali.

Franco Fracassi, in Protocollo contagio, affronta l’argomento in modo puntuale ed esaustivo, con una mole di dati sconcertanti, che riproponiamo nella prima parte del presente intervento. Fracassi riporta inoltre una serie di autorevoli testimonianze, che confermano quanto la scienza medica sia oggi stata snaturata da chi le antepone il profitto. Ne citiamo alcune.

Una fonte interna alla Casa Bianca svelò al New York Times che le linee guida della riforma del sistema sanitario varata da Obama furono dettate da Big Pharma.

Il dossier “Conflitti nascosti”, pubblicato su Science, ha chiarito che più della metà dei consulenti della FDA, l’agenzia governativa statunitense deputata  a valutare l’immissione sul mercato di farmaci, alimenti e droghe, sono al soldo delle industrie farmaceutiche.

Sulle pagine del British Medical Journal, Arnold Seymour Relman ha spiegato che ormai la professione medica e le istituzioni accademiche sono state comprate dall’industria farmaceutica.

Richard Horton, redattore capo di The Lancet, sostiene che la metà della letteratura scientifica sia falsa.

Marcia Angell, per vent’anni redattore capo al New England Journal of Medicine, ritiene che “non sia più possibile dare molto credito alla ricerca clinica pubblicata, né avvalersi del giudizio di medici fidati o contare su linee mediche autorevoli”.

John Joannidis, docente di prevenzione delle malattie alla Stanford University, ha affermato: “Vi è una forte preoccupazione che la maggior parte dei risultati della ricerca siano falsi”.

La giornalista d’inchiesta Jacky Lax ha formulato un’accusa pesantissima: “Malattie cardiovascolari, cancro e altre patologie avrebbero forse potuto essere prevenute ed eliminate da tempo. La morte prematura di milioni di persone non è il risultato di coincidenze o negligenza. Tutto è deliberatamente e sistematicamente organizzato a beneficio dell’industria farmaceutica e dei suoi investitori, con l’unico scopo di espandere un mercato globale da trilioni di dollari. L’ambito in cui si opera è il corpo umano e il rendimento del capitale investito dipende sia dal diffondersi e protrarsi delle malattie, che dalla possibilità di brevettare i medicinali”.

Ne esce, insomma, un disperante quadro di falsificazioni e menzogne, ordite a scopo di lucro. E a danno dei popoli. Eppure oggi ci viene chiesto di credere ciecamente nell’autorevolezza della scienza. La si è quasi trasformata in una nuova religione. Le riconosciamo una sorta di potere assoluto. Le permettiamo addirittura di rubarci le nostre vite. In suo nome, miliardi di persone sono disposte a rinunciare ai propri diritti. Ma perché piegarsi a tutto ciò se, per di più, come aveva anticipato il massone George Orwell in un passo di 1984 che riprendiamo fra virgolette: “La Scienza, come la si intendeva una volta, non esiste più”.? Non si tratterà invece di un moderno cavallo di Troia, astutissimo stratagemma che fa appello alla più antica delle paure, quella di morire, per aggirare l’ostacolo della democrazia, e sostituirla con un ferreo governo monocratico, come unico è già diventato il pensiero? Ecco, soltanto un piccolo invito a riflettere, prima di procedere con il nostro viaggio di esplorazione nel mondo infero della farmaceutica.

Ripartiamo allora da qui. Il colosso Big Pharma, piovra dai mille tentacoli, finanzia all’83% anche l’Ema, Agenzia europea dei medicinali. Dove un quarto dei membri del consiglio di amministrazione risulta legato all’industria farmaceutica da interessi di tipo personale. La Nordic Cochrane Foundation, organizzazione indipendente e senza scopo di lucro, che raggruppa 37 mila ricercatori di 130 Paesi, giudica la condotta dell’Ema intollerabile, giacché tale organismo consente che le autorizzazioni per i farmaci siano concesse proprio dalle stesse multinazionali che li producono.

Ma le lobby farmaceutiche planetarie esercitano la loro nefasta influenza anche in Italia: condizionano la formazione dei medici; sponsorizzano convegni strumentali a veicolare un’informazione spesso faziosa; suggeriscono medicinali nocivi e costosi, che prosciugano le casse della Sanità pubblica e minano la salute dei cittadini. Eppure in questo campo occorrerebbe usare maggior cautela. Soprattutto ove si tenga conto della circostanza che le reazioni avverse provocate dai farmaci rappresentano la terza causa di morte al mondo, dopo patologie cardiache e oncologiche. Tra il 1953 e il 2013 sono stati ritirati dal mercato 462 farmaci, 95 dei quali si sono rivelati mortali.

Il principale artefice della speculazione sanitaria mondiale è tuttavia Bill Gates. Affarista senza scrupoli che ama autodefinirsi filantropo, possiede azioni del comparto farmaceutico per 400 milioni di dollari. Interagisce con Big Pharma, per eludere i regolamenti in vigore in Occidente ed eseguire, nel Terzo Mondo, test clinici a basso costo e in tempi brevi. Nel 2010 la Fondazione Gates sponsorizzò la sperimentazione di un vaccino antimalarico GlaxoSmithKlines su migliaia di bambini, in sette Paesi africani. Su 5.949 bambini vaccinati, ne morirono 151. Mentre 1.048 di loro, in una fascia di età fra i 5 e i 17 mesi, subirono seri effetti collaterali, quali paralisi, epilessia, convulsioni. Nel 2020 Bill Gates ha destinato centinaia di milioni di dollari a supporto dei sette migliori gruppi impegnati nella ricerca del vaccino anti-covid. Il 23 gennaio 2019, intervistato dalla C.N.B.C. al Forum annuale di Davos, ha confessato che investire in vaccini è molto vantaggioso. Ha ammesso che poco più di dieci miliardi di dollari, in ventanni, gli sono fruttati venti volte tanto. Anche perché negli Stati Uniti i proventi da vaccini, guarda caso, sono esentasse. La farmaceutica, del resto, dopo finanza e petrolio, costituisce il business più redditizio, con utili da capogiro, che sfiorano i mille miliardi di dollari lanno.

Siccome i vaccini possono tuttavia causare gravi danni alla salute e talvolta provocano persino la morte, gli Stati Uniti si sono dotati di un Tribunale dei vaccini e di un Programma nazionale di risarcimento danni da vaccino (NVICP). A fine 2018, negli USA, per danni da vaccini sono stati versati indennizzi pari a quattro miliardi e mezzo di dollari, a copertura solo di un quarto delle richieste depositate. Tali importi, in compenso, non vanno a pesare sui bilanci delle farmaceutiche. Non sia mai. A sborsarli, ovviamente, sono i contribuenti.

Ma il malaffare che impesta il comparto farmaceutico si diffonde e rafforza anche in virtù della collaudata complicità con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Fondata dall’ONU nel 1948, in teoria, l’OMS dovrebbe vigilare sugli Stati partecipanti, affinché tutelino la salute dei propri popoli. Al momento, è chiamata a una triplice sfida: sicurezza del 5G; vaccini anti-covid accessibili a tutti; lotta alla contraffazione dei farmaci, florido mercato per metà in mano ai cinesi. L’OMS è finanziata dai 194 Paesi membri, con contributi commisurati al PIL e al numero di abitanti. Attualmente però l’80% delle sue risorse deriva da donazioni di privati. Bill Gates, da solo, copre il 10% delle entrate dell’OMS, con 531 milioni di dollari annui. Un palese conflitto di interessi che investe anche Gavi, secondo contributore non istituzionale, con 370 milioni di dollari annui. Gavi è una partnership fondata nel 2000 dalla Bill & Melinda Gates Foundation, mediante un investimento di 750 milioni di dollari, deducibili dalle tasse. Ed è nata per promuovere vaccini nuovi o sottoutilizzati. Da rimarcare che Seth Berkeley, direttore di Gavi, e già epidemiologo presso la Rockefeller Foundation, nel 2017 pretese, e ottenne, che gli anti-vaccinisti venissero esiliati dai social-media.

Gli interventi dell’OMS, in definitiva, sono diretti a soddisfare i desiderata dei finanziatori privati, che mirano soprattutto ad accrescere i propri introiti. Secondo un’indagine Reuter’s del 2016, il 93% del denaro versato all’OMS è vincolato, dai donatori, a progetti specifici. Le lobby farmaceutiche hanno rifilato agli Stati cure e farmaci costosi, tanto da indurli a indebitarsi, per prendere infine il loro posto alla guida dell’Oms. Ed è evidente che, siccome le case farmaceutiche costruiscono la loro fortuna sulle malattie, lasalute della popolazione mondiale non sia una loro priorità.

Non c’è dunque da stupirsi se, nel 2020, l’Italia era ancora vincolata a un piano pandemico datato 2006, e dunque inservibile. Né dovrebbe stupirci che l’OMS abbia poi fatto sparire il dossier che segnalava le gravi carenze e inadempienze del sistema sanitario italiano.

Non c’è da stupirsi se, con il covid 19, l’OMS ha suggerito, e tuttora impone, protocolli terapeutici errati, fonte di migliaia di decessi, se ha ordinato la cremazione e sconsigliato le autopsie, se ha fornito informazioni contraddittorie e poco tempestive, se ha scatenato il panico mediatico e imbavagliato la scienza onesta, se ci soffoca con mascherine inutili e nocive, costose per noi ma redditizie per Elkann e sodali, o per amministratori adusi a stipulare torbidi appalti, se permette l’utilizzo di tamponi non validati, quindi inaffidabili, se raccomanda l’impiego di amuchina, un composto di cloro e metilisotiaziotinone che, oltre a generare dermatite allergica, può provocare mutazioni a livello sia genico che cromosomico.

Non stupiamoci se, dal marzo 2020, lo 0,001% della popolazione, ovvero la banda di spregiudicati oligarchi affiliati al World Economic Forum, ha beneficiato di un’impennata delle borse mondiali da 3 mila miliardi di dollari, se Bill Gates ha intanto accresciuto il suo patrimonio di 20 miliardi di dollari e se le azioni della Microsoft sono lievitate del 50%.

Non c’è da stupirsi se gli accordi miliardari per l’acquisto e distribuzione di vaccini che la Commissione Europea ha siglato con le multinazionali farmaceutiche presentano molti passaggi oscuri su costi, tempi di consegna, numero di dosi per ogni fiala, penali in caso di inadempienza, e contengono clausole sciagurate che sollevano i produttori da responsabilità legale e finanziaria per eventuali danni, quali paresi, disabilità o decessi.

Non stupiamoci se la Commissione europea ha chiuso un occhio sulle fasi di sperimentazione del vaccino anti-covid, oltre che sulla sua reale efficacia, e ci ha trasformato così in topi da laboratorio.

Non stupiamoci se il bugiardino del vaccino anti-covid firmato Pfizer illustra inquietanti reazioni avverse, come la paralisi facciale periferica acuta, in un caso su mille.

Non stupiamoci se Peter Doshi, docente associato alla Maryland University, sulle pagine del British Medical Journal ha di recente svelato che i vaccini Pfizer e Moderna garantiscono un’immunità piuttosto bassa, che oscilla tra il 19 e il 29%.

Non stupiamoci se alcuni famosi virologi, come Bassetti, Gismondo, Zangrillo che, all’inizio, si erano dimostrati critici rispetto alla vulgata ortodossa sul covid, hanno in seguito ritrattato, si sono scusati, convertiti e infine allineati.

Non stupiamoci se, nell’ultimo decennio, la Sanità Pubblica Italiana ha subito tagli per miliardi di euro, 175 ospedali sono stati chiusi, 45 mila posti letto eliminati e se, al contempo, la Sanità pubblica viene a poco a poco fagocitata da quella privata.

Non stupiamoci se ogni anno in Italia muoiono circa 50 mila pazienti per infezioni iatrogene, nosocomiali, e nessuno ne parla, perché sono decessi che non generano business.

Non stupiamoci se le strutture ospedaliere percepiscono 2.000 euro al giorno per ogni paziente catalogato covid, ricoverato in terapia intensiva oppure in rianimazione: un sistema ingegnoso per gonfiare i numeri della pandemia e seminare il panico fra la popolazione, così da riversare poi sul mercato italiano decine di milioni di dosi vaccinali.

Non stupiamoci se, da marzo a novembre 2020, l’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato ben 30 mila decessi in più, non ascrivibili al covid ma, con ogni probabilità, alle quasi 28 milione mancate prestazioni, in termini di visite, esami diagnostici e cure.

Non stupiamoci se i medici che mettono in guardia i loro pazienti sui rischi derivanti dai vaccini vengono radiati dall’albo. O se chi osa sollevare dubbi sui vaccini viene bollato come malato di mente. La patologizzazione del dissenso è un tratto tipico dei regimi totalitari.

Non stupiamoci se, anche in Italia, a pagare i danni da vaccini saremo noi cittadini, impoveriti prima dalla Troika europea e adesso dal regime sanitario.

Non stupiamoci se, nonostante i toni catastrofici associati all’emergenza sanitaria, nel Recovery Found i fondi destinati alla Sanità corrispondono a un misero 9%. Più urgente, in effetti, investire su rivoluzione verde (31%), digitalizzazione (21%), inclusione e coesione (13%). Voce, quest’ultima, che contempla una propaganda ideologica e politiche sociali a favore del gender.

La verità è che, della nostra salute, a nessuno importa niente. Anzi, all’opposto, peggio stiamo, e più i burattinai del grande reset incassano.

Lo Stato italiano, venduto ai poteri forti, prono ai diktat di multinazionali e grandi banche, esercita viceversa un autentico diritto di vita e di morte sui propri sudditi. Reiterati, vergognosi casi di malasanità lo testimoniano. E una scia di sangue lunga decenni.

Se invece i politici tenessero al benessere dei cittadini, non avrebbero sospeso l’attività degli ambulatori. E non ci impedirebbero di visitare i parenti ricoverati in ospedale.

Se avessero a cuore il nostro equilibrio psicofisico, non ci condannerebbero alla miseria, ai suicidi per debiti, al coprifuoco, all’isolamento, a misure da Stato di polizia.

Se tenessero alla nostra salute, non ci intossicherebbero di droghe, sonniferi e psicofarmaci.

Se davvero si preoccupassero per i nostri bambini e i nostri ragazzi, non negherebbero loro la scuola, lo sport, i giochi, lo svago, per lasciarli ammuffire dietro a un anonimo schermo.

Se i nostri governanti amassero il proprio popolo, non lo umilierebbero con l’irritante arlecchinata delle regioni multicolor. Né ci affogherebbero in questo clima di costante angoscia, repressione, incertezza.

Se ci volessero bene, allora non ci scipperebbero la speranza, i sorrisi, il futuro.

Se amassero l’essere umano, non lo priverebbero della socialità, della cultura, della spiritualità, e degli  affetti. Di tutto ciò, insomma, che ci rende umani. E che, di conseguenza, disturba il Nuovo Ordine Mondiale, ovvero la più feroce e spietata dittatura della Storia. Un potere che da finanziario è diventato politico. E, mediante l’usura applicata agli stranieri, ha comprato intere nazioni. Come prescritto, nel dettaglio, dalla Bibbia (Esodo, 22, 24; Deuteronomio, 15).

Ribelliamoci dunque, finché ancora siamo in tempo, per riconquistare libertà, dignità, gusto della vita. E l’orgoglio delle nostre radici.