Cronache

"I professori non fanno nulla". Le chat del ragazzo 15enne suicida a Senigallia, l'ombra del bullismo

di redazione cronache

Il padre: "La scuola sapeva tutto". Il giallo del brutto voto, una ragazza ha detto ai carabinieri che si sarebbe ucciso per quello

Ragazzo suicida, l'ombra del bullismo. Le ultime chat disperate del 15enne alla mamma

Leonardo, il ragazzo di 15 anni che si è tolto la vita sparandosi a Senigallia con la pistola d'ordinanza del padre, sarebbe stato vittima di bullismo a scuola. Questo è quanto emerge dai drammatici messaggi che Leonardo ha inviato a sua madre pochi giorni prima di togliersi la vita. Scrive Leo: "Mamma, ho parlato col prof di sostegno - riporta Il Corriere della Sera - gli ho detto che voglio andare via dalla scuola". Sono messaggi in rapida sequenza: "Perché mi trovo male", "Non ce la faccio più, l’ho spiegato al prof" ma "lui non fa nulla, non mi ascolta, ha detto che la scuola fino a 16 anni è obbligatoria". Leonardo non fa riferimento, nei messaggi, a tutte le molestie e le pesanti canzonature che subiva ormai ogni giorno - in base a quanto risulta a Il Corriere - da tre compagni, due ragazzi e una ragazza, della sua classe.

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"Nostro figlio diceva a sua madre - si sfoga il padre del ragazzo suicida - che i professori non riprendevano in classe questi alunni che offendevano lui o altri, ma talvolta facevano come finta di non accorgersi di nulla. Accuse gravi: "Sempre lo stesso gruppetto di compagni era solito toccarlo, strizzargli i capezzoli in palestra, dargli botte nelle sue parti intime, manate che se anche non date con forza elevata il dolore si sente comunque", chiosa amaro il padre, che notava da tempo il cambiamento d’umore del ragazzo. Una sua compagna di classe si è presentata dai carabinieri per dire che non è vero che lo maltrattavano, che questa non è una storia di bulli, che Leo si è sparato solo per un brutto voto, un 4,5 al compito d’informatica. Insomma, era depresso. Ma il compito è stato corretto e valutato a scuola lunedì — fa notare la legale — cioè quando Leo era già morto e dunque non poteva sapere il voto che aveva preso.