Cronache
Il collare anti-abbaio è reato, ma non sempre perché la vendita è libera

Il non senso dell’uso dei collari elettrici per cani che diventa maltrattamento di animale ma In Italia chiunque può comprarlo e la legge italiana latita…
Quando metteremo un collare anche ai nostri politici? Non si sa. Per mesi, da destra a sinistra hanno tuonato con la difesa dei diritti degli animali, molti hanno fatto campagna elettorale su questi temi, altri sono apparsi in tv con animali in braccio, ma nessuno negli anni ha cambiato mai la norma o ne ha fatta una nuova sul “collare elettrico”, quello per dissuadere i cani dall’abbaiare troppo. Una vera tortura a buon mercato. In Italia è consentito usare “collari shock” (che danno un scossa elettrica), ad ultrasuoni (dannosi all’udito del cane), ad impulsi elettrostatici o anche solo a spruzzo di citronella (in stile new age, ti torturo ma non troppo).
E' quanto ci ricorda la sentenza meritoria della Cassazione che stabilisce come il collare anti-abbaio vada bandito e utilizzarlo è un reato anche se è incorniciato in un quadro normativo fatto di non- sense. La sentenza della Cassazione del 24/01/2018 confermando una condanna ad un proprietario di cani setter afferma: “Costituiscono maltrattamenti... non soltanto quei comportamenti che offendono il comune sentimento di pietà e mitezza verso gli animali per la loro manifesta crudeltà, ma anche quelle condotte che incidono sulla sensibilità psico-fisica dell'animale, procurandogli dolore e afflizione”. E ancora: “In particolare, proprio in merito all'uso del c.d. collare antiabbaio - produce scosse o altri impulsi elettrici trasmessi al cane tramite comando a distanza - la giurisprudenza di legittimità ha chiarito che il suo utilizzo integra il reato di cui all'art. 727 c.p., in quanto concretizza una forma di addestramento fondata esclusivamente su uno stimolo doloroso tale da incidere sensibilmente sull'integrità psicofisica dell'animale”. Per la Corte nel caso specifico “sussiste il reato dal punto di vista soggettivo” perché i cani erano costantemente sotto l'azione del collare e in condizioni di afflizione. Ma nel caso specifico. Perché in Italia non esiste una legge che vieti l’uso dei collari elettrici.
Al contrario c’è una sentenza del Tar che in sostanza permette ai produttori dei “collari anti-abbaio” di continuare a produrli e venderli, perché il collare di per sé, si pensa, non nuoccia alla salute del cane ma è il suo uso scorretto a procurarne maltrattamento. E invece per uso corretto si intende che un addestratore di cani sa e può usarlo per addestrare. Un cittadino qualunque no. Peccato che un collare elettrico lo possa comprare chiunque per 20 euro on line. E non serve un patentino o un permesso per farlo indossare al cane e attivarlo. Al contrario in alcuni paesi come la Svizzera (tranne che per pochi professionisti che però devono richiedere uno specifico permesso all’Ufficio Veterinario), i paesi scandinavi e in America i collari shock o ad ultrasuoni, sono già stati vietati per ovvi motivi etici ma anche per la loro pericolosità nei confronti degli umani. Già perché paradossalmente la conseguenza di inibire ai cani di abbaiare e di farlo con questi “collari correttivi” può innescare una reazione a catena che, prima o poi, porterà a manifestazioni del tutto imprevedibili e, o aggressive.
E’ come dare una pistola, che non sai quando sparerà, in mano ad un imbecille qualunque: l'imbecille è ovviamente l'uomo. Il cane impara con le scosse o l’effetto dissuasore del collare che non deve abbaiare perché la cosa gli procura dolore o distrazione, ma ha anche associato il dolore all’immagine che si ritrova davanti (una persona, un altro animale, ecc...), non necessariamente all’azione di abbaiare. Quando se lo ritroverà davanti, fuori di casa, che reazione avrà? Bravi, avete indovinato! Lo aggredirà senza neanche abbaiare.
Il cane accumula pressione psicologica che non sfoga più con la sua naturale valvola di scarico nell’abbaio. In diversi casi di aggressioni, infatti, si riscontra il precedente uso dei collari e il cane ha reagito senza dare segni di avviso abbaiando, come d'altronde gli era stato insegnato. Il problema sorge perché pensiamo che i cani quando abbaiano hanno dei disturbi e vadano per questo addestrati. Ma i motivi per cui abbaiano sono molti e una diagnosi seria è lo strumento più utile per quelli più problematici. Certo, abbiamo delle leggi che tutelano gli animali dai maltrattamenti. E l’eventuale utilizzo arbitrario del collare elettronico sul proprio cane integra il reato di “maltrattamento di animali” (art. 727 cod. pen). Tale strumento considerato correttivo dalla Legge è infatti legittimo solo in presenza di animali aggressivi o comunque problematici, non anche nei casi di cani equilibrati e di buona indole. La 727 punisce con l'arresto fino a un anno oppure, in alternativa, con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro "chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze".
Ne consegue che volta per volta bisogna dimostrare che il tuo vicino di casa o altri ha abusato del collare sul proprio cane, visto che l’uso del collare è lecito. Come? Con una perizia veterinaria che certifichi l’essersi verificato nel caso concreto il maltrattamento del cane attraverso il collare, cioè per volontà del padrone e che abbia ecceduto nell’usarlo.
Poiché uno dei cardini su cui poggia il nostro diritto penale è il principio “nullum crimen sine lege”, cioè un fatto per costituire reato deve essere previsto espressamente come tale dalla legge ed avere pertanto un suo “nomen juris”, si deve constatare che in Italia non esiste il crimine di “uso e possesso del collare elettrico”. Pertanto non può esistere neanche il reato connesso. E’ come dire che possedere in casa propria una pistola (con tanto di licenze o porto d’armi) non costituisce reato, però lo diventa se l’adopero non per andare a caccia ma per eliminare qualcuno. E in questo caso si dovranno comunque mostrare le prove delle mie azioni criminose. Così è per il collare elettrico.
Ed è quello a cui si è appellato il padrone dei cani di razza setter , nella sentenza della Cassaziome citata del 24/01/2018 n° 3290.
In realtà se andiamo a vedere bene la legge, il latrato del cane, quando provoca disturbo nelle ore del riposo, può essere una fonte di responsabilità penale e civile per il proprietario! Ormai gli animali sono parte delle famiglie nelle case degli italiani. La recente “riforma del condominio”, per esempio, ha escluso la possibilità che i regolamenti condominiali possano vietare la presenza di animali negli appartamenti dei proprietari. E la Cassazione gli ha riconosciuto il “diritto di abbaiare”, al cane. Non al padrone! Scherzi a parte, si tratta – secondo la Suprema Corte – di un diritto esistenziale ( in tal senso vedasi Cass. sent. n. 3348 del 28.03.1995; n. 5578 del 4.06.1996; n. 3000 del 28.03.1997)
Ma anche il riposo è un bene tutelato dalla legge e, in particolare, dalle norme del codice penale (art. 659 cod. pen). Quindi? Che si fa quando hanno ragione entrambi ma entrano in contrasto tra di loro?
Ebbene, secondo la Cassazione, il proprietario dell’animale ha comunque l’obbligo di impedire che quest’ultimo disturbi il riposo delle altre persone. Altrimenti scatta il reato per il proprietario.
E se fido non sta zitto è sempre possibile “querelare” il proprietario del cane ai sensi del codice penale, che sanziona chi disturba le occupazioni o il riposo delle persone, anche suscitando o non impedendo gli strepiti di animali. Non solo, si può anche chiedere un indennizzo perché la legge stabilisce che l’inquinamento acustico provocato dal latrato insistente del cane può configurare un fatto illecito che giustifica la richiesta di risarcimento del danno.
Ecco con un click, per soli 20 euro, è disponibile la soluzione on line che mette a posto tutti e non tocca gli affari di nessuno. E fa anche risparmiare migliaia di euro in contenziosi infiniti: Un bel collare con torturina controllata o profumata alla citronella.
Bene che ti vada gli vengono gli attacchi di panico al tuo Fuffi quando deve socializzare, alla peggio si trasforma in un alien indemoniato che divora il figlio del vicino.
Poi non vi lamentate se fate un uso distorto e inappropriato del voto, come del collare, a qualche animalista dell’ultima ora. E questo vi è costato solo una croce.