Cronache

Il Papa richiama i preti antipatici: "Voi zitelloni, non fate i maleducati"

Di Redazione Cronache

Per il giovedì Santo il pontefice sceglie di dare una lezione di umiltà a tutta la classe religiosa: "Alle volte noi sacerdoti siamo dei maleducati"

Il Santo Padre: “In nome di Dio, accogliamo e perdoniamo, sempre!"

Il monito di umiltà e accoglienza, qualità che caratterizzano da sempre il pontificato di Papa Francesco, conclude il suo “rimprovero” richiamando al valore ancestrale della vocazione al sacerdozio: ”Quella del sacerdote è una missione fatta di gentilezza e perdono "sempre", di positività ed ottimismo. E ricordiamo - ha concluso - che l'essere spigolosi e lamentosi, oltre a non produrre nulla di buono, corrompe l'annuncio, perché contro-testimonia Dio, che è comunione e armonia. Ciò dispiace anzitutto allo Spirito Santo, che l'apostolo Paolo ci esorta a non rattristare"

Il messaggio del pontefice ai giovani detenuti: “Gesù ci ama così come siamo, non si spaventa delle nostre debolezze. Solo vuole accompagnarci"

Anche quest’anno Papa Francesco, come da tradizione, ha scelto gli “apostoli” a cui fare personalmente il rito della lavanda dei piedi. Si tratta dei giovani del carcere minorile di Casal del Marmo, - tutti di età tra i 14 e i 25 anni - dove si è recato per questo Giovendì Santo.

A loro si è rivolto con queste preziose parole: “Il gesto della Lavanda dei piedi è il segno che Gesù dice "sono venuto per salvare voi’. Così la vita è piu' bella e si puo' andare avanti". "Io faro' lo stesso gesto, non è folklore", ha spiegato il Papa. Nonostante i recenti problemi di salute da cui si è fortunatamente ripreso, il Santo Padre non ha certo perso l’ironia, aggiungendo: "Spero di cavarmela perché ho un dolore al ginocchio”.

"Quanta gente si approfitta dell'altro", ha sottolineato infine, "di chi è all'angolo, è senza lavoro, è pagato la metà, ha la famiglia distrutta". Il messaggio di speranza di Francesco per questa Santa Pasqua è universale: "Ognuno di noi può scivolare. Questo ci da' la dignità di essere peccatori”.