Cronache

Impressionante sviluppo nucleare cinese. Attenzione Usa ai massimi

Antonio Amorosi

E’ arrivato il terzo incomodo. Forte attenzione Usa sulla crescita nucleare cinese. A gennaio il report Dia, a fine maggio il direttore...

La Cina è sempre più vicina. In materia di armi nucleari non ci sono in campo a primeggiare solo Russia e Usa. Gli Stati Uniti pensano molto a cosa accade nel Paese asiatico del presidente Xi. E lo dimostrano il report della Dia del gennaio scorso e il discorso del direttore Robert Ashley alcune settimane fa, forse sottovalutato dai media.

 

Pechino avrebbe a disposizione circa 290 testate nucleari, con 90 missili balistici intercontinentali, 4 sottomarini a propulsione nucleare, più 2 in costruzione, ciascuno dei quali può lanciare 12 missili balistici (CSS-N-14 o JL-2), dotati di un raggio di azione fino ad 8000 km (la distanza che c’è tra nord e sud del mondo). E’ quanto sostiene la Dia, la principale agenzia di intelligence militare degli Usa e "nel prossimo decennio, la Cina probabilmente raddoppierà almeno il suo ammontare di riserve nucleari nel corso dell'attuazione della più rapida espansione e diversificazione del suo arsenale nucleare nella storia della Cina". Lo ha detto il direttore e tenente generale Robert Ashley, il 29 maggio scorso parlando all'Hudson Institute di Washington, DC, aggiungendo che gli Usa avrebbero degli indici che dimostrano come la Russia abbia violato un trattato del 1996 che vieta i test di detonazione nucleare che potrebbero causare una reazione a catena autosufficiente.

 

Ashley ha aggiunto: "l'anno scorso, la Cina ha lanciato più missili balistici per test e addestramento rispetto al resto del mondo messi insieme". Un quadro non proprio idilliaco con l’arrivo del terzo incomodo, anche a fronte dei progressi esponenziali in campo tecnologico del colosso asiatico. 

Le ambizioni cinesi sono note ma appare complesso e difficile quantificarne le capacità reali poiché le informazioni sugli asiatici appaiono di difficile accesso.

 

L’aspetto più interessante del discorso di Ashley è la percezione precisa che gli americani hanno dei processi di modernizzazione messi in campo dal presidente cinese Xi.

"Prevediamo”, ha spiegato Ashley,“che questa modernizzazione continui e questa traiettoria è coerente con la visione del presidente cinese Xi per l'esercito cinese, che ha esposto al 19 ° Congresso del Partito e ha affermato che l'esercito cinese sarà 'completamente trasformato in una forza di primo livello' entro il 2050". Quindi all’altezza degli altri due attori: Russia e Usa. 

 

Particolarmente preoccupante è il numero di armi nucleari tattiche esistente nell'arsenale cinese, armi progettate per l'uso sul campo di battaglia, anziché utilizzabili per demolizioni di città o per rafforzare obiettivi militari. Un forza rilevante sul campo. Nel nuovo bipolarismo o multipolarismo le armi nucleare sono strumenti di pressione più che di guerra. Il 5 febbraio 2021 scade l’accordo New Start (New STrategic Arms Reduction Treaty) firmato da Stati Uniti e Russia nel 2010. Il segnale Usa è che si dovrà tenere sempre più sotto osservazione e coinvolgere il colosso asiatico che mostra numeri imponenti e una progressione di sviluppo impressionante.

 

Ashley ha anche osservato che la Cina ha sviluppato un nuovo missile balistico intercontinentale mobile da strada, una nuova versione multi-warhead del suo ICBM a silos e un nuovo missile balistico lanciato da un sottomarino. Ed ha anche annunciato un nuovo bombardiere strategico con capacità nucleare, indice che "la Cina presto schiererà la propria triade nucleare (capacità di sparare armi nucleari da terra, mare e aria), dimostrando l'impegno della Cina ad espandere il ruolo e la centralità delle forze nucleari militari di Pechino. "