Cronache
Incendi Australia, 183 arresti per dolo. Fumo visibile dal Sud america
Solo nel Nuovo Galles del Sud sono stati bruciati più di 4 milioni di ettari, pari al doppio della Lombardia
Incendi Australia, 183 arresti per dolo
Le autorità australiane hanno arrestato 183 persone con l'accusa di aver appiccato deliberatamente incendi boschivi negli ultimi mesi. Lo riferisce la Xinhua, ricordando che almeno 25 persone hanno perso la vita da settembre a causa degli incendi. Gli arresti sono stati effettuati in relazione a incendi dolosi appiccati nel Nuovo Galles del Sud, a Queensland, Victoria, nell'Australia Meridionale e in Tasmania. In particolare, nel Nuovo Galles del Sud 183 persone sono state accusate di reati relativi agli incendi boschivi da novembre, mentre 24 sono state arrestate per aver provocato deliberatamente incendi. In Victoria, 43 sono le persone accusate di incendi dolosi nel 2019, mentre nel Queensland 101 persone sono state arrestate, il 70 per cento di loro è minorenne.
Incendi Australia, fumo visibile da Cile e Argentina
La nuvola di fumo causata da furiosi incendi in Australia è stata avvistata in Cile e Argentina, a più di 12.000 chilometri di distanza. Lo riferiscono le autorità meteorologiche dei paesi sudamericani. La nube ha prodotto effetti visivi rossastri sul sole nelle prime ore di luce, ha detto il capo della meteorologia cilena, Patricio Urra. La nuvola è salita a 6.000 metri (6.500 iarde) sul livello del mare. Il servizio meteorologico argentino ha pubblicato immagini satellitari della nuvola "trasportata da sistemi frontali che si spostano da ovest a est". Anche qui, "il sole era un po 'più rosso". La compagnia meteorologica regionale Metsul ha affermato che la nuvola potrebbe persino raggiungere lo stato del Rio Grande del Sur in Brasile.
Incendi Australia, morti quasi 480 mln animali
È sempre più grave l’allarme incendi in Australia. Nel Nuovo Galles del Sud e nel Victoria è stato dichiarato lo stato di emergenza: siamo davanti - dice il Wwf ad alcuni dei più pericolosi e catastrofici incendi che l’Australia abbia mai visto. Solo nel Nuovo Galles del Sud sono stati bruciati più di 4 milioni di ettari, pari al doppio della Lombardia, e il numero aumenta. Secondo le ultime stime dell'Università di Sydney, circa 480 milioni di mammiferi, uccelli, rettili e altri animali sono morti a causa dei devastanti incendi boschivi del 2019, mentre nelle Blue Mountains solo a novembre e dicembre è andato bruciato il 50% delle riserve naturali.
Si stima inoltre che siano circa 8.000 i koala dispersi nelle fiamme, che nella costa nord del New South Wales hanno già ucciso circa il 30% dell'intera popolazione di questa specie. "Una notizia gravissima - dice il Wwf - dato che in tutta la regione prima che iniziassero gli incendi i koala erano solo circa 28.000. La maggior parte dei koala della costa orientale australiana, infatti, vive all'interno del "Triangolo dei Koala", regione in cui la specie potrebbe estinguersi in soli 30 anni". A causa del cambiamento climatico, "gli incedi diventeranno ancora più frequenti e si teme che intere specie animali e vegetali endemiche dell’Australia, possano andare perdute per sempre", aggiunge l'organizzazione ambientalista. Anche Kangaroo Island, l’isola dei canguri nonché meta molto ambita dai turisti, è stata evacuata per l’emergenza incendi: "Un altro scrigno di natura divorato dalle fiamme che nessuno potrà più vedere come prima".
Ma chi sono i colpevoli degli incendi? “Primi tra tutti la siccità e le temperature bollenti, causate dal riscaldamento globale, che hanno trasformato le foreste in prede facilmente divorabili dalle fiamme”, spiega Isabella Pratesi, direttore del programma di Conservazione del Wwf Italia, che in questi giorni si trova in Tasmania. Proprio lì, a più di 400 chilometri dalle coste australiane, nei giorni scorsi il cielo è coperto di fumo. “Gran parte della Tasmania è stata avvolta dal fumo degli incendi della costa orientale dell’Australia. La portata della devastazione è enorme e il vento ne porta la testimonianza fino in Nuova Zelanda - spiega Isabella Pratesi -. In Australia stanno bruciando le ultime foreste naturali di eucalipti e ad andare in fiamme non sono solo questi straordinari alberi con i koala, ma anche opossum, canguri grandi e piccoli, wallaby, wombat, ornitorinchi ed echidna”.
E' vero che gli incendi in Australia fanno parte dei processi ecologici - aggiunge Isabella Pratesi - ma quello che sta succedendo oggi "è di una portata completamente diversa e in un contesto del tutto trasformato. A bruciare sono gli ultimi tasselli di ecosistemi naturali a cui non possiamo assolutamente rinunciare”. Già questo rapporto del governo australiano che risale al 2009 indicava come “le proiezioni climatiche modellizzate mostrano che gran parte dell'Australia meridionale potrebbe diventare più calda e secca. Tale previsione suggerisce che, entro il 2020, i giorni di pericolo di incendio estremo nel sud-est dell'Australia potrebbero verificarsi dal 5 al 65% in più di quanto non avvenga attualmente”. Ora è necessario, per il Wwf, "un impegno forte e urgente dei governi per contrastare i cambiamenti climatici e, per evitare che gli impatti siano ancora più violenti, dobbiamo limitare il riscaldamento globale a 1,5°C e quindi azzerare le emissioni di CO2 ben prima del 2050".