Cronache

Inchiesta in Liguria, nelle carte la faida per il Porto tra Spinelli e Aponte

di Eleonora Perego

La spartizione dell'area portuale di Genova al centro dell'inchiesta sul "sistema corruttivo Liguria": su Affari gli interessi di Spinelli e Aponte

Corruzione a Genova, ira di Aponte: “Se date lo spazio del Porto a Spinelli succede la fine del mondo". Le carte

Non si parla solo di voti, ma anche di metri quadrati nelle carte della maxi-inchiesta sul presunto sistema di corruzione che ha travolto politici e imprenditori liguri. Quelli dell’area portuale di Genova, al centro di una guerra di potere tra due colossi:  Aldo Spinelli, imprenditore portuale ed ex presidente del Genoa indagato per corruzione e il patron del Gruppo Msc Gianluigi Aponte, estraneo allo stato dell’arte alle accuse. A far da “mediatore”, si fa per dire, tra i due l’allora presidente della port autorithy, Paolo Emilio Signorini, anche lui coinvolto nello scandalo che ha fatto tremare il governatore della Liguria Toti.

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In particolare un passaggio intitolato “La telefonata di Aponte a Signorini e le accuse di corruzione” rivela che fra i gruppi Msc (Grandi Navi Veloci e Stazioni Marittime) e Spinelli era in corso un duro braccio di ferro per ottenere 14.000 mq di aree sull’ex carbonile Enel sotto la Lanterna. Da un lato Spinelli pensava e sperava di avere vita facile nell’ottenere quella fetta di porto: l’Autorità di sistema portuale era orientata ad accontentare quella richiesta, ma il gruppo ginevrino per Stazioni Marittime aveva deciso di mettersi di traverso al punto di minacciare ricorsi e segnalare reati alla Procura.

E' allora che, si legge nelle carte che Affaritaliani.it ha potuto esaminare, il 29 agosto del 2022 Gianluigi Aponte aveva chiamato al telefono direttamente il presidente della port authority, Paolo Emilio Signorini, lamentando un atteggiamento preferenziale a favore di Aldo Spinelli. “Qua vengo a sapere che praticamente la sua organizzazione ha deciso di dare ulteriori 14.000 mq a Spinelli, gliene ha già dati 30.000 e insomma se gli volete dare tutto il porto di Genova insomma e noi stiamo a guardare ma insomma, la cosa comincia a diventare un po’ indecente”. I toni della conversazione poi salirono: “…ma che cazzo adesso basta, io le dico la cosa va a finire male perché adesso o mi date questo spazio o sennò veramente vi cito tutti quanti, basta adesso basta perché mi sono scocciato qua diciamo la gentilezza è presa per coglionaggine, qua basta, basta, insomma è indecente quello che sta succedendo verso il nostro gruppo, non è accettabile è una mancanza di rispetto…”. E ancora: “Guai se date questo spazio a Spinelli succede la fine del mondo...”.

Atti Processuali Genova

Aponte nella sua sfuriata aveva aggiunto: “…ne ho abbastanza di queste ingiustizie e di questo…di questi intrallazzi diciamo genovesi che tendono a dare tutto a Spinelli e niente a noi… ma insomma questo è un ladrocinio…è veramente mafia”. Il numero uno di Msc se la prese anche con la struttura di Palazzo San Giorgio dicendo: “…è uno schifo… e tutta la sua organizzazione sotto di lei sono dei corrotti! …corrotti perché danno sempre …hanno dato tutto a Spinelli! …tutto…è indecente!”.

Parole alle quali Signorini aveva cercato di ribattere considerando lo sfogo esagerato e invitando il comandante a un successivo futuro confronto sul tema. Della stessa telefonata definita “veramente devastante” era stato informato il governatore Giovanni Toti, che aveva suggerito di prendere tempo e lasciare che le acque si fossero calmate. Servirono quattro mesi, fino al successivo dicembre, per arrivare a una faticosa mediazione studiata a tavolino che mettesse d’accordo sia gli interessi di Spinelli che le esigenze di spazio di Grandi Navi Veloci tramite Stazioni Marittime. Prima di arrivare però a questo risultato, vista la situazione di "stallo" determinatasi sulla questione del carbonile, Aldo Spinelli si era detto - si legge nell’ordinanza – intenzionato a recarsi presso la Procura della Repubblica per denunciare tutte le "malefatte" che, a suo dire, avrebbe compiuto l’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova, Luigi Merlo, alludendo a "favori" che sarebbero stati concessi da questi alle imprese di Gianluigi Aponte”.

Atti Processuali Genova
 

La stessa Procura precisa che gli asseriti abusi che avrebbe compiuto Luigi Merlo sarebbero da intendersi come esosi investimenti fatti dalla port authority esclusivamente a favore di Msc. Insomma, una partita all'ultimo metro quadrato, "saltata" solo grazie all'inchiesta esplosa negli ultimi giorni.