Italia nel mirino del terrorismo? Jihadisti intercettati fan gelare il sangue
L'Espresso pubblica una conversazione segreta fra due terroristi pronti a compiere un attentato nel nostro Paese
L'Italia nel mirino del terrorismo islamico e prossima vittima di un attentato come quello di Barcellona, di Nizza o di Manchester. Questo incubo spaventoso, che turba i sonni degli italiani, potrebbe non essere una fobia infondata. Il settimanale L'Espresso, in un lungo ed esaustivo reportage di Paolo Biondani e Alessandro Cicognani dall'inquietante titolo Così l'Isis ingaggia i kamikaze, racconta di un'indagine dell'FbI su un possibile attacco organizzato a Torino. Un'indagine avviatasi subito dopo l'attentato di Manchester e in cui è stata acquisita l'intercettazione di una conversazione fra un ventottenne marocchino (proveniente quindi dalla zona maghrebina come i due fratelli Oukabir di Barcellona), ora rinchiuso nel carcere di Torino, e un jihadista di origini arabe residente in Texas, Said Azzam Mohammad Rahim, arrestato il 5 gennaio 2017 dagli agenti federali americani.
Il 22 maggio 2017, in particolare, due magistrati sono sbarcati in Italia dagli Stati Uniti per sottoporre a un interrogatorio serrato il detenuto ventottenne, arrestato quattro mesi fa. Si chiama Mouner El Auoal, nome in codice Mido, e - come riportato nell'intercettazione acquisita nel sistema di messaggistica Zello dall'Fbi e pubblicata dall'Espresso - durante una conversazione con il terrorista texano affiliato all'Isis, ha domandato a quest'ultimo se, anziché andare a combattere in Siria, era "possibile fare qualcosa in Italia". Se era "arrivato il momento" per farlo. Il giovane jihadista torinese chiedeva rinforzi, gli servivano "tre uomini" così da avere "una potenza di quindici persone" per compiere un attentato stile quello di Torku, in Finlandia, con terroristi armati di coltelli per le strade insomma.
Il fatto che la risposta del jihadista texano non venga riportata dall'FbI rende il tutto più inquietante. Gli agenti federali sospettano che, in una conversazione al cospetto di uno sceicco affiliato all'Isis e anch'essa intercettata, il texano Rahim abbia dato il consenso a un altro jihadista di compiere la strage di Manchester, accantonando per il momento - non si sa fino a quando - il piano riguardo all'attentato italiano.