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Cronache
Ius soli sì o no? La cittadinanza: così funziona in Italia e nel mondo

Cittadinanza in Italia e nel mondo: ius soli, ius sanguinis, ius culturae

La cittadinanza ai figli degli immigrati in Italia è di nuovo tra i temi caldi di dibattito dopo il rilancio della questione da parte del neo segretario Enrico Letta. Quello che s’intende con "ius soli”, il diritto di ottenere la cittadinanza di un paese per chiunque nasca su quel territorio indipendentemente dalla cittadinanza dei suoi genitori, sembra però talvolta velarsi, a torto o a ragione, di una sorta di ostracismo dal background ideologico, o per così dire d’abitudine. Lo ius soli, che si aggiunge allo ius sanguinis e allo ius culturae (cittadinanza a chi ha frequentato le scuole sul territorio per un certo numero di anni) tra i metodi per acquisire la cittadinanza di un paese, parla di persone che sono italiane a tutti gli effetti, nate qui e che parlano italiano. 

Gli ostacoli per raggiungere un risultato in tema di cittadinanza in particolare nel nostro paese però resistono, complice il focus sbilanciato sulle strumentalizzazioni piuttosto che, banalmente, sul problema di ordine pratico in quanto tale e che altri continenti, è il caso dell’America, si sono già gettati alle spalle. Lo ius soli in tutti i paesi del continente americano (nell’83%) è applicato in modo automatico e senza condizioni, da Stati Uniti e Canada a Messico, Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Perù, Porto Rico e Venezuela.

Come fanno (gli altri) in Europa

Nel contesto europeo non si può parlare di ius soli puro ma di ius soli temperato, ossia vincolato a certe condizioni. Oltre la circostanza di nascita, ad esempio viene fissato un limite al compimento della maggiore età. In Francia e Belgio, "i paesi più morbidi" in tema di ius soli, ogni bambino nato nel paese da genitori stranieri diventa francese o belga al compimento di 18 anni se ha vissuto stabilmente in loco per almeno 5 anni. In Germania diviene cittadino tedesco chi nasce nel paese da almeno un genitore che vi risiede regolarmente da almeno 8 anni, mentre in Uk si può assegnare la cittadinanza al figlio di uno straniero con permesso di soggiorno a tempo indeterminato. In Spagna chi nasce da genitori nati all’estero può diventare cittadino dopo 10 anni sul territorio.

In Italia "una tragicommedia in più atti"

In Italia vige il principio dello ius sanguinis (cittadinanza per diritto di sangue in eredità da genitori che ne sono in possesso), al quale si affianca la possibilità dell’acquisto della cittadinanza italiana dai 18 anni per i nati sul territorio da cittadini stranieri, risiedenti nel paese legalmente e ininterrottamente dalla nascita (dietro richiesta e un versamento di 200 euro circa). Tuttavia il risvolto concreto, a detta di molti, rimane un processo di ottenimento ingabbiato in una serie di passaggi burocratici che “per un foglio mancante annullano l’intera procedura”, e a causa dei quali per numerose persone, anche dopo 18 anni di vita in Italia, la cittadinanza (nell’attesa) comincia ad assumere i tratti del “signor godot” di beckettiana memoria.

 

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