Jesi, banca gli scrive: "Lei è morto". E non riceve più la pensione
La banca gli toglie la pensione e lo informa del motivo: "Risulta morto". Ma era un caso di omonimia
PENSIONATO MORTO A SUA INSAPUTA: NIENTE ASSEGNO DALLA BANCA
Mario Pastori ha 80 anni, vive a Jesi (Ancona) ed è vivo e vegeto. Ma non per la sua banca, che gli ha tolto l'assegno della pensione perché risulta deceduto. Il tutto per un caso, imbarazzante, di omonimia. E il fatto è che adesso dovrà anche spendere alcune centinaia di euro in carte bollate per dirimere il papocchio burocratico. E chissà quando rivedrà la sua pensione, anche se lui con quei soldi ci campa.
LA LETTERA DELLA BANCA: "LEI E' MORTO"
Il buon Pastori si è visto recapitare una lettera della banca nella quale si chiedeva ai congiunti del defunto Mario Pastori di provvedere al pagamento delle rate della cessione del quinto che l’uomo si era sentito costretto a chiedere per poter provvedere al mantenimento delle due sorelle disabili. Peccato, anzi per fortuna, che Mario stia benissimo.
CASO DI OMONIMIA ALL'INPS
Il tutto è stato causato dalla morte di un altro Mario Pastori, deceduto a gennaio sempre a Jesi. Un caso di ominimia ha innescato una serie di equivoci tali da far ritenere all'Inps che il Mario Pastori ancora vivo fosse inveece quello deceduto. Con il conseguente blocco della pensione da parte della banca. Per rivedere il suo assegno l'uomo dovrà spendere diverse decine di euro in marche da bollo per dimostrare di essere ancora vivo e di avere diritto alla pensione.