Cronache
L'Enciclica "verde" di Papa Francesco nel nome dell'ecumenismo
"Laudato si’, mi Signore, cantava San Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia". Comuncia così l'enciclica verde di Papa Francesco, ricordando il "Cantico dei Cantici" del patrono d'Italia con quel inno universale di lode che da il nome stesso al documento promulgato dal Vaticano.
Centonovantadue pagine in cui il Santo Padre rivolga un accorato appello universale a tutela e salvaguardia della nostra madre Terra. Secondo Papa Francesco è proprio nell'intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta è da ricercare il senso della speranza. Sei capitoli che sono un invito a cercare altri modi di intendere l'economia: sotto accusa la grave responsabilità della politica internazionale e la cultura dello scarto mentra sorge la proposta di un nuovo stile di vita scandito da un vero e proprio appello alla responsabilità alle nazioni poco inclini ad affrontare i cambiamenti climatici.
A presentare il testo ufficiale il metropolita di Pergamo Joannis Zizioulas, considerato il più grande teologo vivente dell'ortodossia, in rappresentanza del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, da cui Papa Francesco ha sempre riconosciuto di essere stato ispirato. E' il primo caso nella storia di un'enciclica del papa di Roma presentata da un alto rappresentante di un'altra Chiesa cristiana.
La tempistica della sua pubblicazione, lo ha spiegato il Papa stesso nel corso del suo viaggio in Sri Lanka e Filippine lo scorso gennaio, è in vista del vertice Onu sul clima che si terrà a Parigi a dicembre, dopo quello in Perù: "La prima bozza - raccontò il Papa - l`ha fatta il cardinale Turkson con la sua équipe. Poi io con l`aiuto di alcuni ho preso questa e ci ho lavorato. Poi con alcuni teologi ho fatto una terza bozza e ho inviato una copia alla Congregazione per la Dottrina della Fede, alla Seconda Sezione della Segreteria di Stato e al Teologo della Casa Pontificia, perché studiassero bene che io non dicessi 'stupidaggini'.