Cronache
La strage dei bancari:in un anno mille posti di lavoro in meno nel Lazio
La Uil fa i conti della crisi economica a Roma e nel Lazio, Civica: “Chiuse 71 filiali, dopo la fuga degli istituti bancari a Milano, il dramma”
Circa mille bancari in meno e ben 71 filiali chiuse che diventano 319 se rapportati ai dati del 2017. Questa la situazione del settore bancario nel Lazio nel 2020, dove è come se da un anno all’altro fossero spariti tutti i bancari dell’intera provincia di Frosinone o di Latina.
Un calo, questo del Lazio, pari al 3,5% ovvero superiore a quello nazionale (-2,45%) e purtroppo in continua evoluzione. A cui si aggiunge la realtà dei singoli comuni serviti dal sistema bancario: erano 248 nel 2017, 218 a fine 2020. Ben 30 comuni della regione, ovvero più del 12%, quindi, sono stati abbandonati dal sistema bancario, con tutto quello che ne consegue sia in termini di disagio per famiglie e pensionati sia per quanto riguarda le piccole aziende, parte fondamentale dell’intero sistema economico del nostro Paese. Anche in questo caso, il confronto con la media del Paese è impietoso: il 57,67% dei comuni del Lazio ha attualmente almeno una filiale bancaria, contro il 64,5% a livello nazionale.
Alberto Civica, Uil Lazio: "Situazione gravissima"
“Una situazione gravissima - commenta il segretario generale della Uil Lazio, Alberto Civica - che purtroppo si protrae da un po’ di tempo ormai. Già negli anni scorsi avevamo lamentato il trasferimento di importanti gruppi bancari da Roma a Milano, adesso in pandemia la situazione si è ulteriormente aggravata. Ciò significa meno posti di lavoro, anche di quel lavoro precedentemente considerato garantito, ma anche perdita di attrattivita’ della nostra regione che vede emigrare troppo spesso ormai non solo i cervelli, ma anche le aziende. Con risvolti pessimi sull’economia e sul sociale. Pensiamo ad esempio ai tanti pensionati ma anche ai semplici clienti bancari costretti a spostarsi in un paese vicino per effettuare magari un semplice prelievo o un’operazione di sportello. Spostamento che tra l’altro, tra chiusure e lockdown, diventa anche particolarmente impegnativo”.
“A ciò - secondo Sergio Ianniello segretario generale della Uilca del Lazio che ha elaborato i dati – si aggiunge il timore, più volte confermato dalla cronaca, che laddove non ci sia più una banca ad erogare prestiti, l’usura possa prendere il sopravvento. La scomparsa degli sportelli bancari ha riguardato lo scorso anno ben sette comuni: due del viterbese, due del reatino e tre della provincia di Frosinone, territorio quest’ultimo duramente colpito dal fenomeno già negli anni precedenti”.