Lasergame, il gioco impazza.Ma attenti agli occhi. Non sempre i centri a norma - Affaritaliani.it

Cronache

Lasergame, il gioco impazza.Ma attenti agli occhi. Non sempre i centri a norma

Antonio Amorosi

Battaglie simulate con fucili che sparano laser. Ma dal 2016 è cambiata la normativa. Chi è fuori norma potrebbe fare danni agli occhi e le ricerche…

Il gioco sta andando fortissimo tra gli italiani e non solo.

Si chiama “lasergame” e tramite repliche fedeli di armi da fuoco o prototipi di armi futuristiche permette di simulare a tutti gli effetti dei combattimenti militari. Si gioca solitamente in gruppo, in ambienti chiusi, tra spazi ristretti e bui, dove ci si spara con dei fucili laser. E’ adatto ad ogni tipo di età. Il fuoco delle armi è sostituito da raggi infrarossi visibili agli occhi che, colpendo dei sensori applicate a delle pettorine e/o elmetti indossati dai giocatori, determina quante volte e come si è stati colpiti. Il gioco è nato negli Stati Uniti negli anni ’80 del secolo scorso e si è diffuso nel mondo. Gli occhialini per proteggere gli occhi sono considerati un accessorio inutile, visto che si valutano i raggi come innocui.

 

Non è così però. Perché dal 2016 i nuovi standard CE dell’Unione Europea per i puntatori laser impongono ai produttori di limitarsi all’uso di laser di classe 1 (classificazione Europea). “Per i laser che emettono raggi visibili, ciò limita o vieta i prodotti laser di consumo con una potenza pari o superiore a 1 milliwatt”, spiega la normativa. L’uso improprio porterebbe creare danni provvisori alla vista, vertigini, fino a creare danni permanenti alla retina. La normativa è stata adottata nel 2014 e l’Ue ha dato a chi usa, vende o utilizza questi strumenti 24 mesi per aggiornarsi. In precedenza il quadro era difforme anche da Paese a Paese europeo. Ad esempio già nel 2013 il governo nazionale svedese ha proposto di vietare "potenti puntatori laser", definiti come laser portatili di classe 3R, 3B e 4, rendendo illegale importare, produrre, acquisire, possedere, utilizzare, trasferire o noleggiare qualsiasi laser portatile da 1 mW e oltre, senza permesso. Gli svedesi che in quel momento possedevano puntatori laser da 1 mW e oltre non avrebbero potuto dopo il 31 dicembre 2013. Australia e Regno Unito hanno restrizioni sui laser a partire da 1 mW (3R, 3B e 4), mentre gli Stati Uniti le hanno ma solo a partire da 5 mW (solo 3B e 4).

 

Nelle polemiche tra Stati, alcuni avrebbero voluto completamente vietarne l’uso, si è arrivati a questa mediazione almeno per l’Ue che promette di inserire garanzie di protezione per la salute. Soprattutto per i minori di anni 16 che ancora nella fase di crescita sono più a rischio degli adulti. Ma nonostante il cambio sembra che in Italia molti centri lasergame non usino puntatori laser di classe I ma di classe II non a norma per i minori di anni 16 o addirittura di classe III, quindi non a norma nemmeno per gli adulti. Escluso alcune eccezioni è difficile trovare centri che indichino con certezza che tipo di classe viene utilizzata per giocare. Aspetto di cui accertarsi ogni volta si voglia partecipare ad una sessione di lasergame. Alcuni fanno riferimento alla normativa degli Usa che come abbiamo visto sopra consente emissioni ritenute pericolose dalla Ue (5 volte superiori ai nostri standard).

 

Ma ci sono anche accortezze che il giocatore può attuare, per evitare che le onde laser visibili lo feriscano, come il battito di ciglia o degli speciali occhialini (che però in larga parte limiterebbero la visuale). Per il battito di ciglia la classificazioni di sicurezza prevedono che ciò avvenga entro 1/4 di secondo (0,25 secondi o 250 millisecondi). In altre parole, gli standard e le normative consentono una certa quantità di luce laser visibile (Classe II classifica EU per gli adulti), supponendo che il giocatore, possa riuscire a chiudere  l'occhio entro 1/4 secondo. Tuttavia, attraverso i “Blink reflex projects”, ricerche e studi di settore, si è scoperto che puntando un laser di classe II o minore all’occhio, solo il 17% delle persone riesce a proteggersi chiudendo lo stesso entro il tempo stimato; quindi secondo quanto segnalato nella ricerca, i giocatori potrebbero subire danni alla retina, che nei casi più gravi, potrebbero essere addirittura permanenti. L’area che viene “attaccata” direttamente dalla luce laser sarebbe infatti l’elemento chiave per spiegare l’entità del danno. Se il raggio agisce sulle zone laterali della membrana nervosa i sintomi possono essere del tutto assenti, ma se viene intaccata l’area centrale, si potrebbe rischiare la perdita della vista.

Attenti quindi e quando vi recate in un centro che vi permette di giocare al lasergame assicuratevi che il gestore adotti la classe I voluta dalla normativa Ue per proteggere la nostra salute.