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Cronache
Le verità nei verbali di Amara: Storari intercettò la segretaria di Davigo

La segretaria di Piercamillo Davigo al Csm, Marcella Contrafatto, fu intercettata dalla Procura di Milano, nell’ipotesi che fosse complice di un furto informatico. E' l'elemento principale tra quelli rivelati da Il Fatto Quotidiano che ha potuto esaminare i verbali e le trascrizioni degli interrogatori in cui Piero Amara aveva parlato dell'esitenza della loggia massonica denominata "Ungheria".

Quelle carte uscite dalla Procura di Milano

Il sospetto, secondo quanto scrive il Fatto, era che la segretaria di Davigo potesse essere la postina che aveva mandato a un paio di giornalisti e al magistrato Nino Di Matteo, i verbali segreti che erano stati trafugati illegalmente dai computer del pm Paolo Storari e del procuratore aggiunto Laura Pedio. A ottobre 2020, "né i magistrati di Milano, né quelli di Perugia sanno chi ha fatto uscire quei verbali dalla dalla Procura di Milano. Il reato per cui sta indagando la Procura di Perugia — violazione del segreto istruttorio — non permette la realizzazione di intercettazioni", scrive il Fatto. "Lo permette però un altro reato, quello di accesso abusivo a sistema informatico: l’ipotesi formulata a Milano. Così, scatta l’intesa tra la Procura di Perugia e Storari e Contrafatto viene indagata e intercettata. Per lei si valuta persino l’arresto, sul quale Storari dice di essere disponibile a una valutazione".

Ma poi conclude Il Fatto, arrivando al 2021: "L’8 aprile, Storari va nell’ufficio del suo capo, il procuratore Francesco Greco, e“liberandosi di un peso che aveva da tempo” gli rivela d’aver consegnato un anno prima quei verbali a Davigo. Crolla l’ipotesi di accesso abusivo ai sistemi informatici della Procura. E quindi anche la possibilità di intercettare Contrafatto, che con il furto (inesistente) di quei verbali dai computer dei pm di Milano non ha alcun collegamento".

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