Cronache
Lega, gli "accordi segreti" con Bossi. Ecco il patto di Salvini nel 2014
Il 'patto generazionale' fra Bossi e Salvini non avrebbe avuto un esito positivo secondo Report. Centemero su Affaritaliani.it: "Falsificazione dei fatti"
“Un accordo con Savini per garantire una ‘autorizzazione’ politica a Umberto Bossi in cambio della rinuncia da parte del suo ex avvocato e per anni legale del partito, Matteo Brigandì, della pretesa di sei milioni di euro di parcelle non pagate dalla Lega”. È questo il succo del servizio andato in onda ieri sera su Report, e che Affaritaliani.it aveva anticipato ieri. Tra questi accordi ci sarebbe stato – sempre secondo quanto afferma la trasmissione condotta e coordinata da Sigfrido Ranucci - anche quello di garantire a Bossi, la copertura delle spese per 450 mila euro l’anno per staff e segreteria. La segretaria storica di Bossi, Daniela Cantamessa, però dopo poco tempo è stata messa in cassa integrazione come da lei stessa raccontato a Report.
Il patto fra Umberto Bossi e Matteo Salvini sarebbe stato ‘stretto’ nel febbraio del 2014. Report lo definisce ‘patto generazionale’. Salvini è da poco diventato il nuovo segretario di quella che ancora è la Lega Nord. Un accordo che sarebbe stato noto a molti, ma che nessuno avrebbe mai potuto leggere. L'accordo sarebbe nato due anni dopo l'inchiesta sui fondi pubblici che ha coinvolto il partito. A Bossi non è seguita subito la segreteria Salvini ma c’è stata una ‘parentesi Maroni’, il leader attuale del Carroccio viene eletto segretario federale nel 2013. L'anno dopo Bossi e Salvini si sarebbero seduti davanti a un tavolo per decidere del futuro politico del senatur.
Salvini avrebbe promesso 450 mila euro all'anno per mantenere lo staff composto dagli autisti e dalla segreteria del presidente della Lega. In cambio l'ex avvocato di Bossi, Matteo Brigandì, avrebbe rinunciato a sei milioni di euro di “mancati pagamenti proprio dalla Lega Nord”. Soldi che già nel 2014 sarebbero stati “fondamentali per le casse del partito”, come riporta Report che ha ricostruito la storia grazie all'intervista esclusiva di Francesco Belsito, l'ex tesoriere del partito travolto dallo scandalo, condannato per appropriazione indebita e l’intervista alla storica segretaria di Umberto Bossi, Daniela Cantamessa.
Contattato da Affaritaliani.it, il tesoriere della Lega e deputato Giulio Centemero, ha parlato del servizio di Report come una “un’esemplificazione della manipolazione e falsificazione dei fatti buona solo per dar contro alla Lega". E che "qualsiasi cosa fanno gli esponenti della Lega: pagano fatture o non le pagano, transano o non transano, si costituiscono parte civile o la revocano, ottengono giustizia in tribunale o no, comunque hanno sbagliato e dei soldi sono spariti". Secondo il deputato leghista, "Più che giornalismo pare sia una fobia contro la quale l’unico vaccino è la libertà di giudizio e di discernimento. Per cui cari amici mantenetevi vigili e non disperate i fatti hanno sempre la meglio sulle menzogne”, ha concluso Centemero.