Cronache

Mannino assolto dopo 25 anni. Qualcuno gli chieda scusa

Nel 1991, per la prima volta, un "pentito" fece il nome dell'allora rampante dirigente della DC siciliana, don Calogero Mannino, come di un big colluso con la mafia. L'istruttoria venne archiviata dopo pochi mesi dalla Procura di Trapani.

1995 : la Procura di Palermo, guidata da Gian Carlo Caselli, ordinò, per il reato di "concorso esterno in associazione mafiosa", l'arresto dell'ex ministro, che trascorse 10 mesi a Rebibbia e 13 agli arresti domiciliari. Nel 2010 venne, definitivamente, assolto.

Ma nel 2008, l'ex senatore fu di nuovo indagato, nell'inchiestona dei sostituti Ingroia, Di Matteo e Teresi sulla presunta trattativa del 1993 tra settori dello Stato e Totò Riina. Secondo la Procura del capoluogo siciliano, Mannino avrebbe ispirato un tentativo di accordo, volto a porre fine alla stagione delle stragi, in cambio di un'attenuazione delle misure detentive ai mafiosi, previste dall'articolo 41 bis. Contro don Calogero, è stato riesumato l'articolo 338 del codice penale, quello che punisce i responsabili di "violenza a un Corpo dello Stato", che neppure Benito Mussolini ordinò di applicare agli oppositori del fascismo.

Martedì scorso, il gup di Palermo, Marina Petruzzella, ha assolto l'ex senatore per "non aver commesso il fatto". I pm dell'accusa non l'hanno presa bene e ha annunciato, quasi con rabbia, che proporranno appello. Più equilibrato il Capo, Francesco Lo Voi : "Decideremo dopo aver letto le motivazioni della sentenza". Acido il commento di Marco Travaglio, secondo cui "il fatto sussiste"....E ha citato la presunta convinzione di un giudice, defunto, Paolo Borsellino, sui rapporti Mannino-cosche.

La carriera politica del politico di Agrigento, che oggi ha 76 anni, è stata stroncata dal suo venticinquennale calvario giudiziario, che-ha detto, con amarezza-"mi ha condannato a una vita agra, come Luciano Bianciardi intitolò un suo libro".

Nel corso della sua lunga detenzione, a Rebibbia, una delle toghe del pool di Caselli, la dottoressa Teresa Principato, negò i domiciliari a Mannino, che in cella aveva perso 33 anni, dicendo : "Don Calogero è dimagrito ? Tutta salute !".

Nessuno potrà cancellare le rinunce e sofferenze dell'accusato, patite sotto la graticola della "giustizia politica". L'ex imputato eccellente, tuttavia, continua ad avere fiducia nella Giustizia, meno in alcuni magistrati"ostinati e accaniti". Qualcuno, tuttavia-anche con un biglietto privato, e non facendolo sapere a Travaglio....-chiedere scusa a Mannino e ai suoi familiari...

Pietro Mancini