Marte come l'Antartide, scoperto lago salato adatto alla vita
Ricercatori italiani scoprono un lago sotterraneo salato idoneo all'esistenza di esseri viventi
Marte come l'Antatide, scoperto lago salato adatto alla vita
Ha tutti i requisiti per ospitare la vita, il grande lago sotterraneo scoperto su Marte dai ricercatori italiani che hanno utilizzato i dati del radar Marsis, a bordo della sonda europea Mars Express. Il bacino d’acqua si trova ad un chilometro e mezzo sotto i ghiacci del Polo Sud del Pianeta rosso dove la temperatura è sicuramente ben al di sotto di 0 °C, e per questo motivo gli esperti hanno ipotizzato che si possa trattare di un lago composto da acqua salata, in quanto i sali agirebbero da “antigelo”, mantenendo lo stato liquido dell’acqua nonostante la rigida temperatura.
Un lago, quello su Marte, simile ai laghi presenti in Antartide, come sottolinea Elena Pettinelli, scienziata dell’Università Roma Tre: “Ci troviamo probabilmente in presenza di un lago subglaciale, simile ai laghi presenti al di sotto dei ghiacci antartici, relativamente esteso e con una profondità. In alternativa potrebbe trattarsi di un acquifero profondo nel quale l’acqua liquida riempie i pori e le fratture della roccia”.
Ricercatori italiani scoprono un lago sotterraneo salato idoneo all'esistenza di esseri viventi
Esiste da molto tempo, ha acqua liquida, sali ed è protetto dai raggi cosmici: questi, dicono gli autori della ricerca, sono elementi che potrebbero far pensare anche a una nicchia biologica. Gli scienziati sono convinti che potrebbero esserci altre zone su Marte con condizioni favorevoli alla presenza di acqua. Una scoperta tutta italiana, quella pubblicata su “Science”; infatti, alla ricerca, condotta da Roberto Orosei, hanno partecipato scienziati e scienziate appartenenti all’Inaf e ad altri centri di ricerca e università italiane, come ad esempio l’Agenzia spaziale italiana (Asi), l’Università degli studi Roma Tre, l’Università D’Annunzio Chieti-Pescara, il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e Sapienza Università di Roma.
Orosei: "Dovevamo stabilire dove fosse finita tutta l'acqua"
“Il grande dilemma era quindi quello di stabilire dove fosse finita tutta quell’acqua”, dichiara Orosei, primo autore dell’articolo. “Buona parte di questa è stata portata via dal vento solare – continua lo scienziato – che spazzò quella che mano a mano si vaporizzava dalla superficie degli specchi d’acqua. Un’altra significativa porzione è depositata sotto forma di ghiaccio nelle calotte, soprattutto quella nord, e negli strati prossimi alla superficie o è legata al terreno nel permafrost. Ma una parte doveva essere rimasta intrappolata nelle profondità e potrebbe ancora trovarsi allo stato liquido”.
La sonda Mars Express era stata lanciata nel 2003, ed osservando il pianeta per molti anni grazie al radar Marsis è riuscita a trovare i segni inconfondibili della presenza di acqua sul Pianeta Rosso.