Cronache
Mascherine EcoTech, l'audio choc di Ruberti: "Mettimi le mani addosso"
Spunta una nuova registrazione che racconta come si concluse l'ultimo tentativo della Regione Lazio di riavere i soldi dati a EcoTech per l'acquisto di dpi
Mascherine dalla Cina, come finì l'ultimo tentativo di riavere i soldi da EcoTech: spunta un nuovo audio di Ruberti
Spuntano nuove registrazioni e Ruberti torna a far parlare di sé. “Inginocchiati o ti sparo”, sono state queste le parole che, nel bel mezzo di agosto, hanno reso celebre Albino Ruberti quando ancora era ancora capo di gabinetto del sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Parole, queste, sgusciate fuori da una registrazione rubata durante una sua lite con altri esponenti del Pd a Frosinone e che gli costarono le dimissioni.
Adesso, un nuovo audio getta ulteriori ombre sul personaggio. “Mettimi le mani addosso”, questa la frase che più riassume l’accaduto. Nella registrazione, viene “pubblicato” il tentativo da parte della Regione Lazio di recuperare il denaro investito nell’acquisto di mascherine in Cina attraverso EcoTech, un'azienda laziale presentata in Regione dall'ex maestro di karatè di Andrea Cocco, vice capo di gabinetto di Zingaretti.
Tuttavia, prima di bussare alla porta della procura, la Regione fa un tentativo di dialogo. L'incontro di cui si fa riferimento nella registrazione pervenuta, risale alla fine del settembre 2021, in via Cristoforo Colombo, sede della Regione. Alla riunione partecipano Albino Ruberti, Rodolfo Murra dell'avvocatura regionale, due collaboratrici, Sergio Mondin di EcoTech e il suo avvocato Giorgio Quadri.
L'obiettivo della riunione “riappacificante” fallisce dopo appena 15 minuti, tra un "vergognatevi" e un "accomodatevi" fuori. Ma è tra i corridoi che Ruberti torna alla carica e la rissa viene sfiorata, come dimostra l'audio pubblicato sul sito di Repubblica. "La prossima volta che alza la voce faccio venire la forza pubblica" intima Ruberti prima di mettere alla porta gli interlocutori. "Uscite, siete dei truffatori", tuona.
Il caso delle “mascherine fantasma”
Tutto parte nel marzo del 2020, ricostruisce Repubblica, in piena pandemia, quando le mascherine era pressoché introvabili sul mercato. Per contrastare la forte domanda di “dpi”, il capo della Protezione Civile, Carmelo Tulumello, firma due determine con cui vengono assegnati affidamenti per l’acquisto di 4 milioni di mascherine. La merce, però, non arriva. Eppure, due giorni dopo viene firmata una terza determina per acquistare altre tre milioni di mascherine.
La Regione anticipa circa 14 milioni di euro ma dei dispositivi di protezione individuale non c'è traccia. Poi l'azienda riesce a consegnare circa 2 milioni di mascherine e dimostra di aver risolto i problemi di fornitura portando in Italia altre 600 mila mascherine attraverso un socio cinese.
Alla Regione non importa: il 25 aprile viene risolto il contratto e quindi anche l'ultima possibilità di avere la merce che oggi, in parte, giace nei depositi della dogana. Nessuno dei fornitori della EcoTech, si scoprirà, aveva mantenuto gli accordi. Così, l’ente rivuole indietro i 2 milioni di euro anticipati.