Migranti, due fake news. Solo il 4% fugge dalla guerra.E non sono i più poveri
Come gestire i flussi? Seguire il modello Canada. Ecco perché. Il libro-verità
Ma nel libro c’è di più, c’è un’altra serie di scomode verità. Sintetizzo per comodità: si possono accogliere gli individui, ma non delle comunità; il multiculturalismo ha fallito; è perniciosa l’idea di “appaltare” pezzi di territorio a una specie di “legalità alternativa” basata sulla sharia; negare che l’Islam sia un problema è una tragica illusione. E soprattutto, chiarito questo (ciò che troppi cattocomunisti vogliono negare: chiamiamo le cose col loro nome), e stabilito che le effettive possibilità di accoglienza sono legate a numeri piccoli, piccolissimi, drasticamente contenuti, resta l’altro tema decisivo: quei pochi che si possono realmente accogliere vanno messi a lavorare, prima che siano assorbiti dall’esercito della criminalità.
Per far questo, a mio personale avviso, resta valido lo strumento adottato da anni in Canada: stabilire non solo quantità piccole, ma anche le qualità e le caratteristiche lavorative (quante badanti, quanti lavoratori per l’agricoltura, ecc) di quelli che potranno essere accolti anno per anno, legando cioè i meccanismi di entrata all’effettiva assorbibilità dei nuovi ingressi da parte del mercato del lavoro nazionale. Se si fa questo, può esserci un effetto positivo per tutti. In mancanza – come accade da noi – resta solo la prospettiva del caos, della violenza e dell’invasione.