Cronache
Migranti, Gere: "Salvini baby Trump, vorrei incontrarlo"
Il ministro dell’Interno italiano, secondo Gere, “ha la stessa mentalità del presidente Trump”, tanto che lui stesso l’ha soprannominato e lo chiama Baby Trump
Salvini contro Gere: "Fra malati, minorenni immaginari e buonisti milionari"
"Fra malati e minorenni immaginari e buonisti milionari, io non mollo!. #portichiusi e Mai con Renzi e col Pd!". Lo scrive su Facebook il ministro dell'Interno Matteo Salvini postando una foto di Richard Gere con i migranti della Open Arms e l'intervista che l'attore americano ha rilasciato al 'Corriere della Sera'.
L'intervista a Richard Gere
“Sentite, è una sfida. Può essere risolta se ci si siede al tavolo e si discute con raziocinio e generosità. Non è un problema soltanto dell’Italia, ma della Spagna, della Grecia, di tutta Europa. L’Occidente ha grandi responsabilità, che affondano anche nel passato, su questa tragedia. Avet e sentito il Papa? Non sono numeri ma hanno volti, nomi, storie. Io, le ho ascoltate”. E' quanto sostiene Richard Gere, in un'intervista al 'Corriere della Sera'. Al ministro dell’Interno Salvini che gli ha obiettato “perché Richard Gere non si porta a casa a Hollywood i rifugiati?”, l’attore americano risponde: “Se spendesse del tempo con quelle persone, ascoltasse le loro storie, i loro traumi familiari, cambierebbe la sua visione. Lui fa di un’emergenza umana un caso politico. Ma è cattiva politica”.
Diversamente da quanto fatto, ad esempio, dalla ministra della Difesa Elisabetta Trenta, che “ho ammirato” dice invece Gere, perché “lei questo caso non può separarlo dalla sua coscienza”. Tuttavia l’attore si dice “sicuro” che Salvini “non è come si presenta in pubblico” perché “avrà una famiglia, figli, genitori” solo che “vede la politica come un pretesto per aumentare il consenso”. Il ministro dell’Interno italiano, secondo Gere, “ha la stessa mentalità del presidente Trump”, tanto che lui stesso l’ha soprannominato e lo chiama “Baby Trump” perché “usa la stessa ignoranza in senso radicale” ed entrambi “fanno leva su paura e odio”. Che fare, allora? “Dobbiamo fermare Trump”. E in che modo? Semplice: “Nominando un altro presidente”, perché “Trump non è così popolare” e “secondo i sondaggi il 60 per cento della popolazione lo disapprova”, tanto più che “i repubblicani non sono la maggioranza del paese” Si può dire la stessa cosa anche per l’Italia? Ovvero, esistono due Italie?, chiede l’intervistatore. “Credo di sì” risponde Gere andando con il pensiero al “grande cuore” degli italiani, alla loro “gioia di vivere” anche se non si nasconde che “qualcosa è cambiato negli ultimi anni” ma non solo in Italia del resto: “Avviene in Ungheria, Polonia, Gran Bretagna e America naturalmente” dove “i leader politici stanno manipolando le menti facendo emergere il lato oscuro del dramma del nostro tempo”.