Cronache

Migranti, quasi mille a Lampedusa. Salvini: "Subito un incontro con Draghi"

Quasi mille migranti sono arrivati a Lampedusa in poche ore: uomini, ma anche donne e bambini di nazionalità diverse. Un'emergenza umanitaria, che Matteo Salvini cerca subito di sfruttare politicamente: "È necessario un incontro col presidente Draghi, con milioni di italiani in difficoltà non possiamo pensare a migliaia di clandestini (già 12 mila sbarcati da inizio anno)". Sulla scia, nella competizione in corso tra la destra, il senatore di Fdi Luca Ciriani alza i toni, parlando di "invasione di massa" e invocando "il blocco navale".

Di sicuro però la situazione di incertezza in Libia, con il nuovo governo che fatica a prendere il controllo delle milizie che si arricchiscono con il traffico di esseri umani, e la crisi economica che sta gettando sul lastrico la Tunisia possono innescare un'ondata di partenze, favorita dal clima finalmente primaverile.

La ministra Lamorgese ha posto la questione da oltre un mese, provvedendo a potenziare assistenza e presidi nelle isole. E il premier Draghi ha ben chiare le insidie che possono nascere su questo fronte per la sua maggioranza. La linea di azione di Palazzo Chigi punta ad intervenire su due direttrici. Da una parte, agire sulle autorità libiche per incrementare il dispositivo di soccorso e controllo sui litorali della Tripolitania, principale zona di imbarco, garantendo allo stesso tempo il rispetto dei diritti umani e la creazione di corridoi umanitari per i profughi. Dall'altra, spingere l'Unione europea a rendere effettiva la distribuzione dei richiedenti asilo tra i vari Paesi della Ue. Due missioni entrambe difficili, soprattutto perché vanno affrontate in tempi rapidi.

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La serie di sbarchi ha caratteristiche diverse da quelle dell'ultimo periodo. Sono tornati i pescherecci, carichi di persone all'inverosimile: su una singola imbarcazione erano in 325, moltiplicando i rischi in caso di naufragio. Le vedette di Finanza e Capitaneria l'hanno trovata in avaria a tre miglia dall'isola, trasferendo tutti sul molo: tra loro 24 donne e sei bambini. Su un'altra carretta del mare erano in 90, compreso un neonato. Il terzo battello aveva a bordo 98 persone, quasi tutte originari del Bangladesh. Poi invece è sbarcato un gommone proveniente dalla Tunisia. Adesso stanno venendo sottoposti ai tamponi e alle procedure di isolamento contro il Covid.

"La gente dimentica questo problema ma al primo giorno di bel tempo l'isola si sta già riempiendo - ha dichiarato il sindaco Totò Martella -: si tratta di sbarchi annunciati. Il dibattito nazionale è fermo sul prolungare di un'ora o meno il coprifuoco, ma qui c'è un problema che se non verrà affrontato non si risolverà e viene sempre dimenticato".

L'intero Mediterraneo in questo momento è un focolaio di tensioni che possono provocare flussi migratori di dimensioni notevoli. Ci sono milioni di siriani rifugiati in Libano, un Paese in bancarotta che non riesce più a farsene carico. Ci sono migliaia di cittadini africani in Libia che potrebbero cercare di sfruttare la tregua nei combattimenti e le offerte dei trafficanti per tentare la traversata verso l'Italia. C'è l'abisso economico in cui sta precipitando la Tunisia e che non viene lenito dagli aiuti economici internazionali, obbligando a scegliere tra emigrazione e povertà persino i ceti borghesi. E ci sono i tradizionali movimenti di lavoratori dal Bangladesh che potrebbero essere intensificati dalla ferocia dell'epidemia in quella parte di Asia. Tanti fattori che potrebbero creare le premesse per un'estate molto difficile nel canale di Sicilia.