Cronache
Morte ambasciatore italiano in Congo. C'è un superstite, è riuscito a scappare
Si tratta dell'addetto della sicurezza del Wfp. Ora è in ospedale in stato di choc, ma ha visto tutto. Attanasio sarebbe stato venduto ad una milizia
Morte ambasciatore italiano in Congo. C'è un superstite, è riuscito a scappare
La morte dell'ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio, del carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci e della loro guida, resta avvolta nel mistero. Sono troppi gli aspetti che ancora non tornano in questa incredibile vicenda. In un massacro in cui le certezze sono ancora decisamente poche, - si legge su Repubblica - una prima ipotesi, che è poi quella formulata dalla Procura di Roma, sembra prendere forma. Il convoglio delle Nazioni Unite su cui viaggiavano e che, lunedì mattina, procedeva sulla strada che da Goma porta a Rutshuru, era stato venduto a una delle 120 milizie in armi che hanno trasformato questo angolo di Congo orientale in uno dei luoghi più pericolosi del continente (duemila vittime civili nel solo 2020). Doveva essere un sequestro a scopo di estorsione. L’incrocio con una pattuglia di ranger del parco dei vulcani Virunga lo ha trasformato in un bagno di sangue.
Ma spunta - prosegue Repubblica - un superstite. Si tratta di un italiano. Si chiama Rocco Leone. È vice-direttore del World Food Programme in Congo. Lunedì mattina viaggiava su uno dei due veicoli del convoglio caduto nell’imboscata alle porte di Kibumba. È riuscito a comunicare telefonicamente sia con la moglie che con la sorella che vivono a Firenze, ma ai suoi ricordi non è stato dato sin qui accesso né agli uomini dell’Aise (la nostra intelligence estera), né ai carabinieri del Ros arrivati da Roma, perché “ricoverato in stato di choc in un ospedale di Goma”. Forse, oggi, i nostri investigatori avranno più fortuna. Forse, nelle prossime ore, Leone sarà in grado di dare un senso e una spiegazione alla sequenza di eventi che hanno posto le premesse di quanto è accaduto.