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Cronache
Morto Messina Denaro: "U siccu" si porta nella tomba i misteri di Cosa nostra

Morto Matteo Messina Denaro

È morto nell'ospedale di San Salvatore dell'Aquila, all'età di 61 anni Matteo Messina Denaro, boss di Cosa nostra nato a Castelvetrano il 26 aprile 1962. Proprio la sua malattia, un tumore al colon, è stata decisiva per la cattura lo scorso 16 gennaio nella clinica Maddalena di Palermo. 

Soprannominato “U Siccu” e Diabolik è stato capo indiscusso del mandamento di Castelvetrano e della mafia nel Trapanese.

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È considerato uno dei boss più importanti di Cosa nostra, uomo chiave nel biennio stragista 1992-1993, ritenuto vicinissimo al capo dei capi Totò Riina e, quindi, conoscitore di molti misteri che ha portato con sè fino alla morte. Le condizioni di Matteo Messina Denaro si sono aggravate nella giornata dell'11 settembre.

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Al capezzale di Messina Denaro, nel nosocomio aquilano di San Salvatore, erano la figlia Lorenza, la nipote Lorenza Guttadauro e la madre del boss, l'ultraottantenne Lorenza Santangelo moglie di "Don Ciccio" Messina Denaro, capomafia della provincia di Trapani alla fine degli anni 80. Il boss di Cosa Nostra era in carico al team della terapia del dolore dopo la sospensione delle cure per il tumore in fase terminale. Era stato ricoverato in ospedale l'8 agosto scorso, dopo avere sostenuto le cure chemioterapiche nel carcere delle Costarelle, in cui era detenuto in regime di 41 bis.

Il boss stragista, condannato per Capaci, via D'Amelio e per gli eccidi del 1993 a Roma, Firenze e Milano, oltre che per l'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito. Di lui si trovarono lettere a Bernardo Provenzano, nel covo di Montagna dei Cavalli: "Qui a Marsala (Trapani, ndr) scriveva stanno arrestando pure le sedie". Motivo per cui si diede alla sommersione, facendo il vuoto attorno a sé e interrompendo qualsiasi collegamento. Intercettazioni e biglietti su di lui sono di anni e anni fa. Decine gli omicidi per cui è stato condannato, fra questi Vincenzo Milazzo e Antonella Bonomo, che era incinta. Per il suo arresto, negli anni, furono impegnati centinaia di uomini delle forze dell'ordine, di tutte le forze di polizia.

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