Cronache
No Tav ferita in Val di Susa: sarà operata al volto. Il giallo del lacrimogeno
La donna ferita al volto nei disordini di San Didero verrà operata al volto all'ospedale di Torino
È ricoverata, sveglia e cosciente, nel reparto di Chirurgia d'urgenza dell’ospedale Molinette di Torino, l’attivista No Tav rimasta ferita al volto durante i disordini avvenuti sabato notte a San Didero, in Val di Susa, dove si trova il cantiere del nuovo autoporto.
Nei prossimi giorni la donna verrà operata dai chirurghi maxillo facciali e neurochirurghi. Da quanto si apprende, dovrebbero essere confermati i 25 giorni di prognosi inizialmente previsti dai medici dell’ospedale di Rivoli, dove l’attivista era stata trasportata subito dopo il ferimento.
Su quanto avvenuto in valle esistono due versioni dei fatti: la prima, sostenuta dal movimento No Tav, imputa il ferimento a un lacrimogeno "lanciato ad altezza uomo dai poliziotti". Al contrario, per la questura il "trauma da corpo contundente" non sarebbe stato provocato da un lacrimogeno, che a distanza di 30-40 metri si sfaldano in dischi di sostanza polverosa di pochi millimetri, che si incendiano e fanno fumo. "La donna - dicono dalla questura - ha dichiarato ai sanitari di essere stata ferita da un corpo contundente, non da un lacrimogeno. Peraltro il trauma da corpo contundente è un trauma da impatto caduta a terra o fuoco amico, invece i lacrimogeni lanciati a distanza di 30-40 metri si sfaldano in dischi di sostanza polverosa di pochi millimetri che si incendiano e fanno fumo".