Cronache

Odio online, è boom nel 2022: donne, disabili e omosessuali i più colpiti

di Mariangela Campo

I dati della mappa dell'intolleranza di VOX, l'Osservatorio Italiano dei diritti, rilevano un attacco costante ai diritti della persona

Odio online, Italia sempre più intollerante: il Paese ha radicalizzato l'odio verso le donne, le persone disabili e i gay

L'Italia è un paese intollerante. Nel 2022 si è radicalizzato l'odio online, come dimostrano i dati della settima edizione della mappa di VOX, l'Osservatorio Italiano sui Diritti, che fotografa l’odio sui social. 

L'odio degli italiani colpisce soprattutto le donne, seguite dalle persone con disabilità e dalle persone omosessuali. Riguardo alle persone omosessuali, è importante segnalare che l’odio nei loro confronti si era progressivamente attenuato negli anni, fino a rappresentare una percentuale minima sul totale. Lo stesso discorso vale per le persone con disabilità.

Ma nel 2022 l'odio nei confronti di queste persone è esploso: la sua diffusione ha lasciato il posto a un modello di dinamiche sociali sempre più incisive e polarizzate. Appare perciò evidente che una delle caratteristiche dell’odio online rilevate dalla mappa è una forte concentrazione sui diritti della persona

La mappatura di VOX consente l’estrazione e la geolocalizzazione dei tweet che contengono parole considerate sensibili e mira a identificare le zone dove l’intolleranza è maggiormente diffusa, secondo 6 gruppi: donne, persone omosessuali, migranti, persone con disabilità, ebrei e musulmani, e cerca di rilevare il sentimento che anima le community online.

Nel 2022 la rilevazione, che ha riguardato il periodo gennaio/ottobre, ha attraversato un periodo denso di eventi, segnato dalla guerra in Ucraina, dalla crisi energetica, dalle elezioni politiche con un cambio di governo, e dall’inflazione: così anche quest’anno ansie, paure, difficoltà si sono accumulate nella vita quotidiana delle persone, e hanno contribuito a creare uno stato costante di tensione e polarizzazione dei conflitti.

I risultati della mappa dell'intolleranza n. 7

Da gennaio a ottobre 2022 sono stati estratti 629.151 tweet dei quali 583.067 negativi (il 93% circa contro il  7% positivi), nel 2021 invece sono stati estratti 797.326 tweet dei quali 550.277 negativi (il 69% circa contro il 31% positivi).

Nel 2022 al primo posto ci sono le donne (43,21%), seguite dalle persone con disabilità (33,95%), dalle persone omosessuali (8,78%), dai migranti (7,33%), dagli ebrei (6,58%) e dagli islamici (0,15%).  

Attraverso l'analisi dei singoli gruppi, emerge che in tutti i gruppi la percentuale di tweet negativi è più alta rispetto alla percentuale di tweet positivi (disabili: 98,8% negativi contro 1,2% positivi; omosessuali: 94,1% negativi contro 5,9% positivi; ebrei: 97,7% negativi contro 2,3% positivi; donne: 89,9% negativi contro 10,1% positivi; islamici: 99,9% negativi contro 0,1% positivi; xenofobia - l'avversione indiscriminata verso gli stranieri - : 79,2% negativi contro 20,8% positivi).

La classifica dell'odio online in Italia

I discorsi di odio più intensi si sono avuti:

  • Contro le donne, in occasione dell’elezione di Giorgia Meloni a presidente del Consiglio e della sua scelta di usare il maschile per il suo titolo. Drammatica la compresenza dei discorsi d'odio online con la violenza agita dei femminicidi.
  • Contro le persone con disabilità, in concomitanza con un’omelia di papa Francesco che invitava a considerare la disabilità come una sfida per costruire insieme una società più inclusiva. E in seguito alla notizia di un taxista veronese, rifiutatosi di prendere a bordo un disabile.
  • Contro le persone omosessuali, in occasione del monologo di Checco Zalone al festival di Sanremo, che ha raccontato una favola LGBTQA+, e in generale in concomitanza con aggressioni omofobe.
  • Contro i migranti, in occasione degli sbarchi e dei discorsi di papa Francesco improntati all’accoglienza e all’inclusione.
  • Contro gli ebrei, in occasione della Giornata della Memoria e ogni volta che si verificano aggressioni contro ebrei di stampo antisemita.
  • Contro i musulmani, in occasione della sentenza per l’attentato a Parigi al Bataclan e dell’uccisione in Siria da parte degli americani di due dirigenti dell’Isis.

La geografia dell'odio online in Italia

Le maggiori concentrazioni dei discorsi d’odio e discriminatori si sono registrate:

  • nel nord e nel lazio : antisemitismo
  • Piemonte, nord-est ed Emilia Romagna: islamofobia
  • centro-nord, centro e centro-sud (Bologna, Terni, Roma, Caserta): misoginia
  • tutto il nord e soprattutto nel veronese, Calabria: omofobia
  • nord-est e alto Lazio, con forte concentrazione a Roma, Puglia: xenofobia
  • nord-ovest, Emilia e Toscana: disabilità.

La nostra società ha bisogno di persone che sappiano "litigare"

I discorsi d'odio non sono aumentati grazie al web, sono solo più visibili, tracciabili e misurabili.
Come persone all'interno di una società moderna abbiamo l'abitudine di trovare categorie per ogni cosa, quindi categorizziamo i discorsi d'odio come "hate speech", "cyberbullismo" e via dicendo.

Questa categorizzazione ci permette di dire un conto siamo noi, un conto loro (gli odiatori), come se questi ultimi venissero da un'altra società diversa da quella in cui viviamo o da un altro mondo.
Così ci raccontiamo la storia di vivere in una società perbene, inquinata di tanto in tanto da eventi come i discorsi d'odio. 

Questa cosa la facciamo non solo con i discorsi d'odio, ma anche quando parliamo (online o nella vita reale) con qualcuno che si oppone alle nostre idee. Lo liquidiamo come "ignorante" o "imbecille". 

Ma per quanto cerchiamo di prendere le distanze dai discorsi d'odio (e da quelli che consideriamo ignoranti o imbecilli), dobbiamo raggiungere la consapevolezza che questi sono la società, sono tra noi, siamo noi. Per questo bisogna ascoltarli con attenzione. 

Nella parte che cerchiamo di categorizzare, di marcare come diversa da noi, si trova una misura rilevante dello stato della società. Di cui dobbiamo occuparci. Così come nel dissenso fastidioso che incontriamo spesso sotto i nostri post o nelle discussioni vis a vis c’è una preziosa opportunità da cogliere per mettere alla prova ciò che diciamo e scriviamo. Anche di questa opportunità dovremmo approfittare.

Come primo passo, suggerisco di leggere i libri del filosofo Bruno Mstroianni, La disputa felice e Litigando s'impara. Insegnano a stare nei conflitti quando ci si sente circondati, quando si è fatto qualche passo falso.

Perché, come dichiara giustamente il filosofo, "non bisogna aver paura della naturale tendenza umana a litigare, occorre solo guardarla in faccia per quella che è: una forma di violenza. In una società iperconnessa che oscilla tra il cittadino "silenzioso" che, per eccesso di politicamente corretto, non ha più voglia di discutere, e il cittadino "urlatore" immobile nelle sue posizioni impermeabili a ogni confronto, abbiamo bisogno di persone che sappiano fare la differenza discutendo".