Cronache

Omicidio Varese, bufera sul gip: "Perché ha concesso visita figlio al padre"

Il presidente del Tribunale di Varese giustifica la decisione del giudice. Fratoianni annuncia un'interrogazione alla Cartabia

Bambino ucciso a Varese, è polemica sul gip che ha dato il permesso all'uomo ai domiciliari di vedere il figlio a Capodanno. Ma il Tribunale chiarisce: "Decisione regolare". Interviene anche la politica

La morte del piccolo Daniele Paitoni, ucciso a sette anni dal padre nel Varesotto, ha suscitato indignazione e clamore in tutta l’opinione pubblica e anche nella politica. In molti si stanno interrogando su come sia stato possibile che il gip abbia consentito al padre, agli arresti domiciliari, di ricevere il bambino per le feste.

Il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, infatti, ha annunciato che presenterà un’interrogazione parlamentare alla Ministra della Giustizia, Marta Cartabia. "Un giudice ha accordato il permesso di tenere il bambino a un padre che era agli arresti domiciliari perché accusato di aver accoltellato alla schiena un collega di lavoro. Non solo, ha accordato il permesso nonostante anche la moglie, che si stava separando, avesse già segnalato altri episodi di violenza. Come e perché tutto ciò è stato possibile?".

Interpellato dall’adnkronos il presidente del Tribunale di Varese, Cesare Tacconi, ha giustificato la decisione del gip di consentire a Davide Paitoni contatti con il figlio e la moglie. "E' una vicenda drammatica, ma il provvedimento del giudice è regolare: erano arresti domiciliari", ha spiegato Tacconi, per una vicenda non legata a questioni familiari "il pubblico ministero fa quel tipo di richiesta" e un giudice, in questi casi, non può applicare misure più gravi di quelle chieste dal pubblico ministero e per questo "ha autorizzato le visite del figlio".

Rispetto a presunte denunce presentate nei confronti dell'uomo per violenza domestica, "non risulta, neanche a livello di settore civile, che Paitoni abbia cause pendenti nel settore famiglie, cioè separazioni. Nessuna segnalazione neanche al giudice tutelare, nulla. Se c'è una denuncia del 2019 noi agli atti non abbiamo né un procedimento pendente, né in dibattimento, né dal gip. Non lo so se è pendente in procura per altre vicende, noi non abbiamo evenienze. Quando è stata emessa la misura c'era solo il tentato omicidio del collega" che nulla a che vedere con questioni familiari che avrebbero potuto far scattare il codice rosso, conclude il presidente Tacconi.

Varese, il legale di Paitoni: "E' confuso, non parla di suo figlio. A me insulti e minacce dalla gente"

"Si trova in uno stato preoccupante di confusione. L'ho visto ieri dai carabinieri, appena era stato portato in caserma e l'ho rivisto stamattina in carcere e resta confuso". E' quanto riferisce l'avvocato Stefano Bruno, difensore di Daniele Paitoni, all'Adnkronos sul suo assistito fermato dai carabinieri con l'accusa di aver ucciso il figlio di 7 anni e aver tentato di uccidere l'ex moglie. "Ho cercato di parlargli del bambino, ma lui continua a scuotere il capo e dice poche parole molto sottovoce: dice una parola, poi cambia discorso. E' come uno che si sta lentamente risvegliando da un incubo", sottolinea il difensore. 

Intanto il legale lamenta di insulti e minacce contro la sua persona. "Continuano ad arrivare telefonate di  ma questo è il mio lavoro", riferisce. "C'è una frase bellissima che ho sulla mia scrivania: 'Proprio nel difendere il più mostruoso degli assassini l'avvocato è posto a tutela di diritti fondamentali che appartengono a tutti perché non ammettono deroghe ed eccezioni'. Difendendo il peggiore degli assassini difendo il diritto di tutti, è questo che la gente non capisce", conclude il legale, che sottolinea di essere anche un padre.

Omicidio Varese, "padre e figlio legatissimi, insieme anche a Natale"

"Nel provvedimento il giudice dice che poteva vedere il bambino, durante il periodo di arresti domiciliari il papà lo ha frequentato tranquillamente: sono stati insieme, hanno passato insieme la sera di Natale, erano legatissimi, era un rapporto che non si è mai interrotto". Il legale di Paitoni chiarisce così i rapporti tra Davide Paitoni e il figlio ucciso la sera di Capodanno.

Uccide il figlio a Varese, il giudice Roia: "Le denunce non vanno sottovalutate"

Sul caso è intervenuto anche Fabio Roia, il presidente vicario del Tribunale di Milano e della Sezione autonoma misure di prevenzione, magistrato da anni impegnato nel contrasto alle violenze sulle donne. "La violenza domestica non va mai sottovalutata", "la bigenitorialità deve sempre essere sospesa in presenza di denunciate situazioni di violenza" e "conseguentemente tutte le informazioni devono circolare". E ciò, precisa, "a prescindere dal caso concreto e basando la riflessione" sulla sua "esperienza maturata anche nella Commissione sul Femminicidio".