Cronache
Padre Georg s’ammoscia: entra leone ed esce agnellino da Papa Francesco
Difficile pensare che non ci sia stato qualche accordo tra Padre Georg e Bergoglio che rassicuri entrambi
Padre Georg entra leone ed esce agnellino da Papa Francesco
La vicenda di Padre Georg Gänswein ha avuto un esito inaspettato.
In breve, da quando è scomparso Benedetto XVI, il suo segretario particolare e Prefetto della casa pontificia, ha aperto un fuoco di fila contro Papa Francesco che ha sorpreso tutti.
Nei primi dieci giorni dell’anno Bergoglio è stato sottoposto ad un continuo fuoco di fila a cui ha prontamente reagito con parecchie mosse contemporanee: ha riformato la Curia romana mettendo sotto tutela il suo Vicario, ha riaperto il caso della scomparsa di Manuela Orlandi, ha incontrato immediatamente il primo ministro Giorgia Meloni e qualche giorno prima anche Gianni Alemanno, e lunedì scorso ha voluto incontrare il suo principale accusatore e cioè padre Georg.
È il primo incontro che ha fatto Francesco alla ripresa dalle vacanze natalizie ma l’urgenza con cui il “prefetto dimezzato” Gänswein –come lui stesso si è definito - è stato convocato lascia presagire tutta l’urgenza che il Papa ha avvertito.
Infatti la scomparsa di Ratzinger ha provocato un vero e proprio terremoto nella Chiesa che nessuno si aspettava dopo nove anni e più di silenzio.
Non ci sono solo le vicende umane, diremmo personali, in questa vicenda. C’è il futuro della Chiesa cattolica, c’è lo scontro tra conservatori e progressisti con sullo sfondo il grande convitato di pietra e cioè quel Concilio Vaticano II che ha prodotto divisioni ancora presenti.
C’è il sacerdozio femminile, c’è la problematica gay, c’è lo scandalo pedofilo e tante altre cose ancora.
Per questo Papa Francesco ha fatto molto presto e non ci si può non accorgere di un piano che sta seguendo, come in una partita a scacchi.
La prima cosa che ha fatto è stata quindi incontrare il suo principale accusatore, la fonte primaria di tutto, e cioè quel padre Georg che da anni, evidentemente, condivideva un forte risentimento personale nei suoi confronti per il “mobbing” che ha subito in Vaticano, con il suo “dimezzamento” nella Curia romana.
In questo dieci giorni è uscito un vero stillicidio di notizie del suo prossimo libro in uscita, “Nient’altro che la Verità”. L’incontro di lunedì è stato quindi dirimente visto che quando è uscito il prelato tedesco era completamente cambiato.
È trapelato che il prelato sia molto dispiaciuto delle interpretazioni malevole delle anticipazioni uscite e soprattutto ha colpito la sua unica affermazione pubblica: “Ora devo stare zitto”.
Ma non si trattava certo di interpretazioni, ma di vere e proprie sulle dichiarazioni alle agenzie e ai giornali.
Poiché in ballo non c’è solo il futuro della Chiesa universale di Roma ma anche e soprattutto – dal punto di vista dell’interessato - il futuro di padre Georg c’è da fare una considerazione. Infatti l’ex segretario vorrebbe avere delle rassicurazioni sul suo futuro.
A 66 anni è troppo giovane per andare in pensione e così si è parlato di un suo possibile ritorno tra i vescovi tedeschi – che però non paiono entusiasti di ciò - oppure di una nunziatura, magari in terre lontane, aggiungiamo noi.
Sta di fatto che padre Georg è entrato leone all’incontro è uscito agnello.
Difficile pensare che non ci sia stato qualche accordo tra lui e Bergoglio che rassicuri entrambi.