Cronache
Padre Rupnik, confessava lui le suore che molestava. Ora rischia la scomunica
Il nuovo dossier complica la posizione del sacerdote-artista. Tra i teste non solo donne, spuntano anche due uomini. Trema il Vaticano
Padre Rupnik, i 15 testimoni "credibili". Nuovi guai
La Chiesa deve fare i conti con un nuovo scandalo. Un dossier rischia di mettere nei guai padre Rupnik, il sacerdote-artista accusato di molestie su diverse suore. Un voluminoso fascicolo di 150 pagine - si legge su Repubblica - con i racconti di "violenza psicologica, abuso di coscienza, abuso nell’ambito sessuale e affettivo, abuso spirituale" compiuti nell’arco di trentatré anni, dal 1985 al 2018, nei confronti di numerose donne, suore e non solo, inchioda padre Marko Rupnik, mosaicista gesuita noto in tutto il mondo. A raccogliere le nuove denunce, dalla bocca di quindici nuovi testimoni, è stata la stessa Compagnia di Gesù, che, apprende Repubblica, ha contestualmente deciso di rafforzare le sanzioni già vigenti nei confronti del religioso: non potrà più svolgere attività artistica né muoversi da Roma senza il permesso dei superiori.
Non è escluso - prosegue Repubblica - un processo canonico. Rupnik era già incorso in sanzioni, ma la cosa era rimasta riservata fino al dicembre scorso. Nel 2015 aveva abusato sessualmente di una donna e l’aveva successivamente assolta in confessionale: una cosiddetta "assoluzione del complice", reato che, per il diritto canonico, porta alla scomunica. Da allora si sono fatte avanti 15 persone, due uomini e tredici donne, che hanno fornito nuove testimonianze e denunce sugli abusi compiuti da Rupnik nell’accompagnamento spirituale e nell’attività artistica. "Testimonianze credibili", spiega padre Verschueren. Sono arrivate anche due testimonianze a difesa di Rupnik. Il quale, invitato a farlo, «non ha voluto o potuto» dire la sua. Adesso gli verrà data la possibilità di «fornire la sua versione dei fatti». Le suore di Lubiana, contattate, non hanno voluto testimoniare di nuovo. I gesuiti non inoltreranno il dossier alla Dottrina della fede, perché non ci sono nuovi reati “sacramentali” come l’assoluzione in confessionale.