Cronache

Palamara, Casellati tira in ballo Gianni Letta. "Mi consigliò lui Paradiso"

Il funzionario di polizia che è stato arrestato per corruzione, era nello staff della presidente del Senato (non indagata)

Palamara, Casellati tira in ballo Gianni Letta. "Mi consigliò lui Paradiso"

Il caso Palamara continua a tenere banco. La magistratura è stata travolta da un vortice infinito di scandali dopo le rivelazioni dell'ex togato e nelle carte dell'inchiesta sulla guerra tra correnti nel Csm - si legge sul Fatto Quotidiano - c'è un nome che ricorre, si tratta della seconda carica dello Stato, la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, che comunque non è tra gli indagati. Ma è proprio lei in un verbale a parlare di Filippo Paradiso, il funzionario di polizia arrestato per corruzione. “Conosco Paradiso – spiega Casellati ai pm - posso dire che il primo incontro con lui risale - prosegue il Fatto - all’autunno del 2015, a una cena presso l’associazione Giovanni XXIII. Paradiso è un funzionario di polizia del quale il sottosegretario Gianni Letta mi parlava assai bene, per averlo conosciuto nel periodo del governo Berlusconi". Paradiso tenta l’avventura politica ma la sua candidatura non viene accettata.

"Così Letta mi chiese se potevo accoglierlo nel mio staff, nel frattempo, nel marzo 2018 sono stata eletta presidente del Senato. Lo accolsi nel mio staff a titolo gratuito nella qualità di consigliere per l’organizzazio - ne di convegni, avrò incontrato Paradiso 7 o 8 volte, sia nel periodo in cui ero membro del Csm, sia nel periodo successivo, mi interfacciai con lui per delle partecipazioni al Salone della Giustizia del quale era uno degli organizzatori”. Insieme a lui - prosegue il Fatto - ad organizzare quell'evento c'era anche Fabrizio Centofanti, lobbista accusato di corruzione a Perugia per aver pagato viaggi e cene a Palamara del quale, negli ultimi due interrogatori dei primi di giugno, ha detto d’essere stato lo “sponsor ”della sua “politica giudiziaria”, nel senso che ne finanziava incontri al ristorante, per 8mila euro l’anno, in cui si discuteva di nomine.