Cronache

Palamara: "Su Salvini espressione impropria. Di Matteo? Le correnti contano"

L'ex boss di Unicost conferma anche le cene con Lotti: "Ho sottovalutato che fosse indagato"

Palamara: "Su Salvini espressione impropria. Di Matteo? Le correnti contano"

 

Il caso Palamara continua a tenere banco. L'ex boss di Unicost, indagato a Perugia per presunta corruzione, torna a parlare, lo fa a tuttocampo in un'intervista a Giletti su La7, ammettendo le parole su Salvini e confermando gli accordi per le nomine e le cene con Lotti. "Su Salvini - spiega Palamara - ho usato un’espressione impropria, non volevo offenderlo. Ma quella frase non rispecchia fedelmente il pensiero: è decontestualizzata, volevamo tutelare il pm che indagava". Paragona i suoi contatti al Coronavirus. "Chi ha attuato il distanziamento da me si è salvato. Facevo parte di un organo collegiale composto da 27 persone. Ipotizzare che sia solo io, a far convergere tutte le situazioni verso una unica, dà una falsa rappresentazione della realtà".

Non si sottrae - si legge sul Corriere della Sera - alla domanda sulle cene con Lotti: "Ho sottovalutato che fosse indagato". E sulla nomina di Ermini dice: "Il sistema di elezione del vicepresidente prevede un accordo fra correnti". Nega anche di aver fermato Nino Di Matteo nella corsa a superprocuratore antimafia: "Il sistema di correnti si accordò su nomi diversi e il plenum ratificò, una sorta di manuale Cencelli E spiega: "Il sistema premia chi appartiene alle correnti e negare che le correnti rappresentino una scorciatoia significa negare la realtà".