Cronache
Palermo, la ragazza stuprata minaccia il suicidio sui social
"Mi state portando alla morte", la risposta della ragazza a chi la accusa di aver mentito sulla violenza sessuale subita
Stupro a Palermo, la vittima: “Sono stanca, pensavo di farcela ma non è così"
"Vittimizzazione secondaria". Una condizione che tristemente, e ciclicamente, le vittime di un crimine si trovano a dover affrontare, quando sono costrette a rivivere il trauma già subito a seguito di una colpevolizzazione più o meno diretta.
Come nel caso dello stupro di gruppo di Palermo, dove la 19enne aggredita e violentata da 7 ragazzi è - ancora oggi - oggetto di ricriminazioni e offese, anche sui social. Gli stessi social ai quali lei si è affidata nelle scorse ore una seconda volta, dopo quella terribile notte, per sfogarsi.
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In un post, infatti, la ragazza ha risposto a chi la accusa di aver acconsentito al rapporto con il gruppo di stupratori e di aver mentito sulle violenze sessuali di cui è stata vittima: "Sono stanca, mi state portando alla morte – scrive la 19enne -. Io stessa anche senza questi commenti non ce la faccio più. Non ho voglia di lottare né per me, né per gli altri. Non posso aiutare nessuno se sto così". E poi ancora: "Non serve a nulla continuare, pensavo di farcela ma non è così – aggiunge la ragazza - Se riesco a farla finita porterò tutti quelli che volevano aiutarmi sempre nel mio cuore".
Lo scorso 25 agosto, la ragazza aveva invece scritto: "Sinceramente sono stanca di essere educata quindi ve lo dico in francese: mi avete rotto con queste cose del tipo 'ah ma fa i video su TikTok con delle canzoni oscene', 'è normale che poi le succede questo', oppure 'ma certo per come si veste'".
Vittima violenza di gruppo trasferita in comunità protetta
Intanto lascia Palermo per una comunità protetta fuori dalla città la 19enne palermitana. La giovane vittima, in serata ha lasciato il capoluogo ed è stata trasferita in un centro in cui le verrà anche offerta la possibilità di lavorare.
Stupro a Palermo, fissate le udienze per gli indagati. Il Garante della Privacy apre un'istruttoria
Si terrà domani l’udienza per il riesame della posizione di Christian Maronia, mentre l’8 settembre si discuterà la posizione di Elio Arnao. Non è ancora stata stabilita la data dell’istanza per Samuele La Grassa. Nel frattempo il Garante della Privacy ha aperto un'istruttoria: "Vietato divulgare le generalità della vittima". L’Autorità si riserva inoltre di adottare i provvedimenti ritenuti necessari e di informarne l’autorità giudiziaria per le valutazioni di competenza. "Nonostante le regole deontologiche dei giornalisti impongano chiaramente di rappresentare fatti di cronaca di questa gravità senza indugiare in dettagli che possano portare a individuare le vittime di violenza, si sono registrati - si legge in una nota dell'autorità - diversi casi in cui l’informazione è stata da subito caratterizzata da un eccesso di particolari e da una morbosa attenzione sulla vicenda".
Per tali motivi l’Autorità nei giorni scorsi ha emanato specifici provvedimenti di avvertimento volti a richiamare l’attenzione sull’esigenza di rispettare i parametri normativi a difesa delle vittime di violenza sessuale. La diffusione dei dati personali della ragazza, ha ricordato il Garante, oltre che in contrasto con la normativa in materia di protezione dei dati personali, viola un preciso precetto penale (art. 734 bis c.p.). L’Autorità evidenzia inoltre il rischio che la pubblicazione dei nomi e cognomi dei violentatori finisca per rendere comunque identificabile in via indiretta la ragazza.
Il Garante richiama quindi nuovamente tutti gli operatori dell’informazione e, più in generale, chiunque ritenga di occuparsi pubblicamente della vicenda, ad astenersi dall’ulteriore divulgazione delle generalità della vittima e ad adottare forme di comunicazione coerenti con la tutela della dignità della persona, evitando di aggiungere, seppur involontariamente, violenza a violenza.