Papa Francesco, attacco al turbocapitalismo e ai ricchi: “Remissione dei debiti, ridistribuzione delle risorse” - Affaritaliani.it

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Papa Francesco, attacco al turbocapitalismo e ai ricchi: “Remissione dei debiti, ridistribuzione delle risorse”

Nell'apertura del Triduo, il Pontefice manda un messaggio anche alla politica: “Non in seguite il consenso”. Poi la breve visita ai detenuti di Regina Coeli

Papa Francesco, attacco al turbocapitalismo e ai ricchi della Terra: “Remissione dei debiti, ridistribuzione delle risorse”

Anche se non ha ancora “ripreso fiato”, Papa Francesco torna a tuonare contro i potenti del mondo e la politica con un messaggio più socialista che mai, volto ad evidenziare una società più equa e la responsabilità politica orientata al futuro.

Il Papa scrive, il cardinla Calcagno legge

Non parla ma scrive il Papa e affida il messaggio all'omelia letta dal Cardinal Calcagno, presidente emerito del patrimonio della Sede Apostolica, un teologo che ha già retto le economie della Santa Sede e che ha una visione quasi “universale” dell'economia del mondo. Proprio durate la messa del Crisma che apre la tre giorni delle celebrazioni pasquali, il Papa tra le righe liturgiche deposita il suo messaggio sociale.

Ai governanti: "Il pastore che ama il suo popolo non vive alla ricerca di consenso e approvazione a ogni costo"

Scrive Francesco: “Il pastore che ama il suo popolo non vive alla ricerca di consenso e approvazione a ogni costo. Eppure, la fedeltà dell’amore converte, lo riconoscono per primi i poveri, ma lentamente inquieta e attrae anche gli altri”. E i destinatari della metafora non possono che essere coloro che amministrano la cosa pubblica, che il Papa invita e non lavorare per il consenso.

A chi organizza l'economia del Mondo: "Restituzione, invece, e remissione dei debiti"

Sull'economia mondiale e sull'aumento senza fine della povertà, anche qui Francesco sceglie la metafora delle Sacre Scritture e afferma: “Dio solo sa quanto la messa sia abbondante. Noi operai viviamo la fatica e la gioia della mietitura. Viviamo dopo Cristo, nel tempo messianico. Bando alla disperazione! Restituzione, invece, e remissione dei debiti; ridistribuzione di responsabilità e di risorse: il popolo di Dio si attende questo”. Chiaro, diretto: un messaggio ai potenti della terra: un invito al turbocapitalismo e alla rinnovata speranza per chi ha di meno dei prodotti delle terra.

Lo scenario geopolitoco e le guerre: "Molte paure ci abitano e tremende ingiustizie ci circondano"

Infine la valutazione, stavolta senza metafore, dello scenario mondiale: “Molte paure ci abitano e tremende ingiustizie ci circondano”, per chiudere col significato più profondo della Pasqua: ”Ma un mondo nuovo è già sorto. Dio ha tanto amato il mondo da dare a noi il suo Figlio, Gesù. Egli unge le nostre ferite e asciuga le nostre lacrime”.

La visita al carcere di Regina Coeli e le "grida" dei detenuti

E per testimoniare il suo impegno peri più deboli ha rinnovato il gesto pasquale della visita ai detenuti del carcere romani di Regina Coeli che il cappellano del carcere ha definito “Commovente, il Papa ha il viso molto provato – ha aggiunto – e ha pronunciato poche parole”. Tanti detenuti gridavano: “Grazie padre” o “libertà”.

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