Papa, niente sfarzi e bara di legno: come funziona il nuovo funerale voluto da Francesco - Affaritaliani.it

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Papa, niente sfarzi e bara di legno: come funziona il nuovo funerale voluto da Francesco

L’obiettivo è che la salma sia esposta con il massimo del decoro e rispetto: sono lontani i tempi in cui i Papi morivano e venivano imbalsamati

Di Antonino D’Anna

Come sarà il funerale di Papa Francesco 

Basta catafalco perché il corpo del Papa possa essere ben visibile a chi entra in San Pietro per rendergli omaggio: adesso il pontefice defunto è già nella semplice bara di legno e zinco e non la triplice cassa (che aveva anche il piombo) pensata per conservare il più possibile le spoglie dell’augusto trapassato. Francesco riposa nel feretro, così viene definito dal nuovo Ordo Exsequiarum Romani Pontificis del 29 aprile 2024, aperto e posato per terra come per una visita ad un parente. Indossa come sempre una casula rossa, il rosso del lutto papale, e porta al collo il pallio, la sciarpa con tre croci che ricorda la sua dignità di Vescovo di Roma. Sempre da vescovo ha la mitra, il copricapo episcopale in testa, molto semplice anch’essa. Non c’è il pastorale, il bastone che indica la dignità e l’autorità del vescovo e del pontefice, che deve pascere il gregge affidatogli da Dio: è previsto così sulla falsariga del rituale per le esequie dei vescovi: Francesco prende congedo dal mondo proprio come un vescovo, rimarcando di essere il vescovo di Roma che il 13 marzo 2013 i cardinali andarono a prendere “quasi alla fine del mondo”. Un messaggio o forse una richiesta postuma di sinodalità, cioè di maggior spazio per l’episcopato mondiale.

Non lo hanno imbalsamato

È tutto più semplice e senza sfarzo: peraltro Jorge Mario Bergoglio non è stato nemmeno imbalsamato ma ha subito un semplice intervento di tanatoprassi, di “conservazione”, diciamo così, che durerà per circa 15 giorni. L’obiettivo è che la salma sia esposta con il massimo del decoro e rispetto: sono lontani i tempi in cui i Papi morivano e venivano imbalsamati dai leggendari fratelli Signoracci, ancora più remoti quelli in cui San Pio X scrisse nel testamento “Non voglio essere imbalsamato”. E ormai perduti quelli in cui ai Papi morti si toglievano i precordi (il cuore) e li si seppellivano separatamente nella chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio in quel di Roma (ce ne hanno seppelliti 23, l’ultimo – nel 1903 – Leone XIII). Meglio così: è rimasto leggendario il disfacimento del corpo di Pio XII, nel 1958, affidato alle mani dell’archiatra pontificio Riccardo Galeazzi Lisi il quale sosteneva che il corpo di Eugenio Pacelli si sarebbe conservato con una procedura simile a quella usata per porre Gesù nel sepolcro. Neanche per idea: il povero Pio XII – che in vita era stato magro come uno stecco - gonfiò il ventre a dismisura lasciando zaffate maleodoranti da far svenire. Lasciamo stare: Giulio Andreotti registrò questo dramma con la sua consueta puntualità.

Rito semplificato e aggiornato

Il rituale è stato aggiornato nelle preghiere, testi biblici e traduzione italiana (ora allineata al Messale Romano 2020 e il Lezionario Cei del 2008). Il repertorio di musica sacra che accompagna la celebrazione è più ampio, le Litanie dei Santi aggiornate (con un richiamo a tutti i Papi santi, per esempio). Nel rituale dei Novendiali, le Messe di suffragio per il Papa defunto ci sono quattro formulari di preghiere a scelta anziché le tre precedenti. La celebrazione si tiene con la bara (chiusa la sera prima delle esequie) con sopra il libro dei Vangeli. All’interno del feretro sarà messo una borsa contenente un cilindro di metallo con una pergamena – il cosiddetto rogito - contenente i principali fatti del Pontificato e alcune monete e medaglie del Papato bergogliano. Prima della chiusura della bara sul viso di Francesco verrà posto un fazzoletto di seta: è la cosiddetta velatura, che nasconde definitivamente il volto del Papa a questa realtà terrena.