Papa Francesco: il New York Times lo attacca sulla pedofilia
Papa Francesco in difficoltà dopo la lettera di Carlo Maria Viganò
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La vicenda della lettera scritta al Papa dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò per denunciare la copertura Vaticana sulla pedofilia in America, è rimbalzata prontamente negli Usa e il New York Times gli dedica grande attenzione.
L’articolo racconta di come l’alto prelato, che è stato nunzio apostolico a Washington, abbia cercato un giornalista italiano e cioè Marco Tosatti de La Verità per consigliarsi e scrivere la lunga lettera di undici pagine che rischia, questa volta, di far scoppiare un vero scandalo perché in essa si racconta che lo stesso Papa Francesco avrebbe coperto il cardinale Theodore McCarrick, arcivescovo di Washington, che poi è stato al centro dello scandalo per l’abuso di seminaristi e giovani sacerdoti, insomma un caso assai frequente nella Chiesa cattolica e che rimanda direttamente alla pedofilia.
McCarrick è stato rimosso da ogni incarico, ma secondo l’accusa, troppo tardi. Oltretutto Papa Benedetto XVI stesso raccomandò di prendere provvedimenti, ma nulla accadde e proseguirono i risarcimenti milionari alle vittime per tacitarle.
Tosatti racconta che il siluro contro Bergoglio, con tanto di richieste di dimissioni, è stato confezionato a casa sua insieme all’arcivescovo. Il Papa in aereo di ritorno dall’Irlanda ha glissato, come colpito da lesa maestà, ed ha detto ai giornalisti attoniti, tenendo in mano il documento e con aria contrita: “Io non dico niente. Leggetelo e giudicate voi”. Cosa che è stata prontamente fatta non solo dai giornalisti, ma dall’opinione pubblica mondiale, che ora si aspetta dal Papa una spiegazione delle gravi accuse riportate e che Francesco dovrebbe dare prontamente per non fare la fine della stessa Asia Argento, che dopo aver accusato per anni, si è trovata contro la sua stessa accusa.
L’attacco a Papa Francesco è stato ben congeniato essendo stato portato proprio durante il viaggio del Pontefice in Irlanda, in cui uno dei temi dominanti è stata proprio la lotta alla pedofilia nella Chiesa; insomma per il Papa è accaduto un po’ quello che avvenne per Berlusconi che ricevette un avviso di garanzia proprio mentre conduceva un convegno sulla criminalità internazionale a Napoli.
Il New York Times racconta, per ora, i fatti non entrando in giudizi, ma pare che l’Italia sia uno dei suoi piatti forti, visto l’interesse che nutre per il nostro Paese, soprattutto per la politica, arrivando ad insultare il governo, ma anche per l’interesse per la vicenda di Asia Argento che una sua inchiesta ha provveduto a sconfessare pubblicamente, salvo poi però pentirsene qualche giorno dopo (ma i fatti restano).
C’è anche da dire che il NYT aveva raccontato degli abusi dei preti, quando un tal “James” rese noto dalle sue pagine di essere stato abusato dall’età di undici anni dal prelato americano. Inoltre, il procuratore dello Stato della Pennsylvania, Josh Shapiro, ha dichiarato: “Abbiamo prove che il Vaticano sapeva e ha coperto gli abusi”.
Resta il fatto che la strategia che ha adottato Bergoglio della denuncia e del pentimento non convince pienamente, perché può essere vista anche come l’abile mossa di un gesuita in difficoltà che vuole trasformare i problemi della Chiesa Universale in suo vantaggio personale, rivoltando la frittata.
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