Cronache
"Papessa" non colpevole fino a prova contraria. Come i giornalisti
di Pietro Mancini
Avvincenti gli articoli, in primis quelli pubblicati da "L'Espresso", sulla "papessa"Francesca Immacolata Chaouqui, nata, come lo scrivente e don Eugenio Scalfari, 91 anni, nell'aspra e tormentata Calabria.
Solo 6 domandine :
1) è, realmente, tanto misterioso e oscuro, oltre che infame, ca va sans dire, il ruolo, nelle torbide trame di potere in Vaticano, del "Licione Gelli del 2000", l'ex giornalista dell'Ansa, che fu molto vicino a Giulio Andreotti, Gigi Bisignani ?
2) "Bisi" è un omonimo o trattasi del coautore, con Paolo Madron, di due recenti volumoni di successo che, ogni settimana, appare, come editorialista, in un talk della Rai "de sinistra" ?
3) La Chaouqui è stata nominata nella Commissione di indagine sulle finanze della Santa Sede dal parrocco del suo paesello natio, San Sosti (CS), oppure dal Papa, che propugna, dal giorno del suo insediamento, le magnifiche sorti, e progressive, per la Chiesa degli anni 2000 ?
4) La stessa presunzione di non colpevolezza e le garanzie di un giusto processo, da tutti invocate per i brillanti giornalisti Nuzzi e Fittipaldi, non dovrebbero essere sollecitate anche per Chaouqui dai rappresentanti dei media, molti dei quali presenziavano ai rinfreschi, organizzati, non a sua insaputa, e neppure del Pontefice, da donna Francesca, sul terrazzo di un lussuoso palazzo di fronte al Vaticano ?
5) Perché, sinora, si sono sprecati i giudizi, tutt'altro che benevoli, sulla "papessa", sul marito e persino sulla cugina ? Ed è stata trattata, addirittura, peggio di una altra inquisita, non condannata, calabrese anche lei, donna Antonella Accroglianò, definita dai giornali la "dama nera", finita in cella per presunte tangenti dell'ANAS a politici e faccendieri ?
6) Ci azzecca qualcosa il disprezzo, un filino salviniano, per la "calabresità" della signora di San Sosti ? Mi farebbe piacere se anche Scalfari-a cui sono legato da affetto e stima da quando mio padre, Giacomo Mancini (1916-2002), amico di Eugenio, nel 1968, lo fece eleggere deputato del Psi, dopo gli articoli de "L'Espresso" sul presunto mini-golpe del gen.De Lorenzo- vergasse il suo autorevole e atteso giudizio su questa vicenda.