Cronache

Due madri abusano delle figlie per produrre foto pedopornografiche

Due mamme, una residente a Terni, l’altra a Reggio Emilia, sono state arrestate dalla polizia postale della Toscana in esecuzione di una misura di custodia cautelare emessa dal gip di Firenze perché avrebbero commesso abusi sessuali sulle figlie fin dai primi anni di età per produrre foto a carattere pedopornografico. Le due vittime, entrambe minori di 10 anni, sono state affidate ai servizi sociali e condotte in luogo protetto. Nell’ambito dell’operazione è stato arrestato anche un uomo residente a Grosseto, padre di una delle bimbe. Secondo quanto accertato dalle indagini sarebbe stato lui a istigare le due donne e sarebbe poi stato il destinatario delle materiale pedopornografico.

Pedopornografia: madri abusano delle loro 2 bimbe, 3 arresti 

​A due indagati, l'uomo di 40 anni di Grosseto e la donna di Terni, che avrebbero una relazione sentimentale, sono stati contestati i reati di pornografia minorile, per aver divulgato notizie e informazioni finalizzate allo sfruttamento sessuale dei minori di anni 18, prodotto materiale pornografico realizzato con minori, nonché di violenza sessuale nei confronti di minori per aver costretto una persona minore a subire rapporti sessuali. All’uomo di Grosseto e alla seconda donna di Reggio Emilia, sono stati contestati anche i reati di violenza sessuale nei confronti di minore, per aver costretto la bimba a compiere o subire atti sessuali, reato contestato in concorso tra i due indagati, per la donna, con l’aggravante di aver abusato della qualità di madre, nonché di produzione di materiale pornografico.

Le indagini, volte a verificare la presenza sul territorio italiano di alcuni utenti attivi all’interno di gruppi a “tema pedofilo”, presenti sul circuito di messaggistica istantanea Telegram, hanno portato, lo scorso agosto, alla esecuzione di una perquisizione a carico dell'uomo che è stato tratto in arresto per aver divulgato e detenuto un ingente quantitativo di materiale pedopornografico. Gli sviluppi investigativi hanno consentito di accertare l’esistenza sulle piattaforme di Whatsapp e Telegram, utilizzate dall’uomo, di gruppi “attivi” dediti alla condivisione di link "mega.nz", tutti riconducibili a contenuti pedopornografici e immagini/video in chiaro di minori intenti al compimento di atti sessuali, oltre alle chat intercorse tra gli stessi utenti. L’attività investigativa sotto copertura, delegata dalla Procura, ha successivamente consentito di individuare alcuni utenti stranieri. L’analisi forense dei contenuti dei supporti informatici sequestrati ha fatto emergere la condotta delle due donne italiane, oggi tratte in arresto. Entrambe in contatto con l’uomo, per suo conto e su sua istigazione, fino al momento del suo arresto, avevano partecipato con lui a pratiche pedofile e alla produzione di immagini pedopornografiche, abusando loro stesse sessualmente delle proprie figlie sin dalla tenera età. Le due bambine sono state affidate ai servizi sociali e condotte in luoghi sicuri.