Cronache

Petrobras, anche i Rocca a processo. Accusati di corruzione internazionale

Il gup: coinvolta anche San Faustin, holding del gruppo Techint

I fratelli Paolo e Gianfelice Rocca finiscono sotto processo a Milano per lo scandalo tangenti che travolse la brasiliana Petrobas. L'accusa è corruzione internazionale. Il processo, per loro, prenderà il via il 14 maggio prossimo davanti i giudici della settima sezione penale del tribunale di Milano. Il gup Valerio Natale ha rinviato a giudizio anche Roberto Benatti, consigliere di amministrazione di San Faustin, holding del gruppo Techint (a sua volta imputata ai sensi della legge sulla responsabilità amministrativa di società per reati commessi dai propri dipendenti) controllata dai fratelli Rocca.

"Siamo certi che il giudizio dinanzi al Tribunale chiarirà l'assoluta correttezza dei comportamenti della società e l'estraneità ai fatti contestati dei membri del board", sottolinea la società San Faustin precisando di essere "una holding di partecipazioni con sede in Lussemburgo" che "comprende più di 450 società che operano in 45 Paesi impiegando circa 80.000 persone" ma che "non interviene direttamente nelle attività operative delle sue società sussidiarie". Al centro del processo milanese, prosegue la società, c'è la "presunta corruzione, negli anni 2009-2013, di alcuni funzionari della Petrobrás, in ipotesi per avvantaggiare Confab Industrial SA (società allora partecipata dal gruppo Tenaris al 24%) nelle sue attività in Brasile".

Ma dall'analisi degli atti di indagine, si legge ancora nella nota, "non vi è traccia di alcun coinvolgimento dei tre dirigenti né di San Faustin nella presunta azione corruttiva in Brasile. Dalle stesse carte, risulta che nessuna società italiana del Gruppo è mai stata coinvolta in queste vicende".

C'è poi stata un'indagine interna, affidata a una società di consulenza esterna, "che ha riguardato più di 1,7 milioni di email e oltre 104 milioni di registrazioni contabili di 157 società della holding". Verifiche da cui non è "emersa alcuna evidenza del coinvolgimento degli amministratori di San Faustin nelle condotte illecite relative alle commesse menzionate dalla magistratura, né alcuna evidenza che le eventuali condotte illecite siano state realizzate, anche solo in parte, in Italia".