Cronache
Polizia, Tonelli (Sap) scrive ad Alfano. Il testo
Gianni Tonelli scrive al Ministro dell’Interno Alfano. Ecco il testo della lettera
Gentilissimo Signor Ministro, La ringrazio del cortese invito che però ho deciso di declinare. E’ di palese evidenza che questo sia un semplice, banale e fin troppo manifesto tentativo finalizzato a non affrontare i problemi alla base del mio sciopero della fame che oggi è giunto al 50° giorno. Senza voler ulteriormente alimentare le polemiche, questa riunione pare un tentativo per intorbidire e gettare dell’altro fumo negli occhi alla comunità interna, al paese e alla classe politica. Inoltre, l’incontro odierno, è già stato ampiamente strumentalizzato dai “consortieri” sostenitori delle politiche di palazzo, disposti ormai a digerirsi ogni cosa e messi sempre più in discussione dalle loro stesse basi di consenso.
L’Esecutivo si è sempre rifiutato di avere un contatto sereno e leale, violando anche le norme basilari del nostro ordinamento, non da ultimo la questione che riguarda la presentazione della legge di stabilità. Negli ultimi vent’anni nessun Governo si era mai sottratto all’obbligo previsto dalla L. 195/95 di audire prima della presentazione della legge di stabilità le Organizzazioni Sindacali del comparto sicurezza. Negli ultimi due anni non siamo mai stati sentiti. Insieme ad altre due sigle sindacali della polizia di stato, COISP e CONSAP, abbiamo prima richiesto l’incontro a Palazzo Chigi e poi siamo stati obbligati ad inviare una diffida. Ma nulla di tutto ciò è servito. Abbiamo organizzato una manifestazione insieme ad altre sigle del comparto sicurezza che ha portato oltre 10.000 appartenenti del settore a scendere in piazza il 15 ottobre u.s.. Ma anche in questo caso non siamo stati capaci di farci ricevere nemmeno da un usciere di palazzo Chigi. Questa è una cosa grave. Si continuano a sostenere delle cifre farlocche o dei dati travisati e delle tesi che sono assolutamente insostenibili.
Lo sblocco del tetto retributivo, lo sa bene, è una truffa contabile. Non è stato stanziato un solo euro per realizzarlo e le risorse necessarie sono state reperite da ciò che già era nostro. Basti pensare alla sottrazione di 251 milioni per il riordino delle carriere di cui 13 del 2012-2013, 119 milioni per il 2014, 119 milioni per il 2015, agli importantissimi benefit correlati al trattamento pensionistico di coloro che sono entrati in polizia prima del 1981, ai 50 milioni sottratti dalla cassa per la Mutualità dei dipendenti pubblici finanziata con la trattenuta dello 0.35% dallo stipendio dei medesimi, al blocco delle indennità di vacanza contrattuale legata a parametri inflattivi sfavorevoli al personale del 2014 e poi ancora a tanti altri aspetti che ogni giorno abbiamo modo di scoprire. Il miliardo di euro stanziato da questo Governo in modo propagandistico nel novembre scorso, nella realtà è solo per la metà destinato al comparto sicurezza, l’altra metà è per il comparto difesa e non prevede investimenti sulla sicurezza interna ma bensì per questioni al di fuori dei nostri confini nazionali. Quanto destinato alla sicurezza sono esattamente 150 milioni di euro per la protezione cibernetica e di sicurezza informatica e 60 milioni di euro complessivi per l’ammodernamento delle dotazioni strumentali e delle attrezzature anche di protezione personale e dei giubbotti antiproiettile. Una goccia nel mare se si pensa che sono stati ritirati dai 20 ai 30 mila giubbotti antiproiettile da sostituire.
La restante parte è destinata al contributo straordinario di 80 euro cadauno. A ciò si aggiunga il tentativo di far passare come soldi stanziati per il potenziamento dell’apparato della sicurezza le ingenti spese straordinarie sostenute per l’emergenza sbarchi, per l’EXPO o per il Giubileo. Cosa dire degli 80 euro una tantum per il 2016? Speriamo solamente che non siano costate di più le campagne pubblicitarie di affissione muraria o sugli autobus urbani di numerose città del nostro paese, Roma compresa, per propagandare l’iniziativa del Governo che l’iniziativa stessa. C’è chi sostiene che questi 80 euro siano una grande concessione, una vera e propria manna dal cielo, invece a noi è sembrata più una mancetta per non volerla definire “marchetta”. Un contributo una tantum non pensionabile e non liquidabile quindi fine a se stesso, o per meglio dire, utile alla propaganda. Anche in questo caso si è voluto eludere la decisione della Corte Costituzionale, che il giorno 8 luglio 2015 ha dichiarato incostituzionale il blocco dei contratti di lavoro. Con gli 80 euro stanziati si sarebbe potuto chiudere solamente un contratto a 28/29 euro netti per un agente e quindi non avrebbe avuto alcuna spendibilità mediatica, fumo negli occhi con lo strumento della legalizzazione del lavoro nero. Alle porte delle elezioni europee, Signor Ministro si ricorderà, Lei si era impegnato per un provvedimento di riordino delle carriere entro l’anno ma, passate le elezioni finito il riordino. Ancora oggi nulla di serio e concreto. Le proposte che ci sono state presentate nulla hanno a che vedere con un riordino delle carriere che riqualifichi il personale e preveda percorsi professionali seri. Ad oggi la sostanza è quella di un provvedimento di ripianamento delle attuali vacanze organiche. Oggi mancano all’appello circa 25.000 ufficiali di polizia giudiziaria anche se, in verità, circa 8.000 entro il 2017 dovrebbero entrare, inoltre non è mai stato data attuazione al Ruolo Speciale come invece hanno regolarmente fatto le altre forze dell’ordine. Ora ci viene proposto un riordino delle carriere senza risorse certe che spalma semplicemente gli organici in modo diverso.
L’unica sicurezza sono 119 milioni di euro, il resto da recuperare dai risparmi di spesa. Basta tagli, siamo ormai al collasso, qua servono investimenti. Da dove pensate di trovare le risorse? Chiudendo presidi di polizia subito dopo le elezioni amministrative? Tagliando ancora sulle dotazioni, sull’aggiornamento professionale, sulle manutenzioni, sulle ristrutturazioni, sulle pulizie o su che altro ancora? Qualcuno già pensa di ricorrere agli 80 euro per finanziare il riordino. Un’altra volta li prendiamo da una tasca per metterli nell’altra? Prima di tutto si ripianino gli organici generali, si dia attuazione al Ruolo speciale e si vadano a colmare i vuoti nei ruoli degli Ispettori e dei Sovrintendenti, dopodichè si riparta dal riordino delle carriere approvato nel 2006 alla Camera dei deputati. Come possiamo confrontarci con serenità se anche in Parlamento, rispondendo alle interrogazioni, si forniscono dati che non sono reali? Viene detto al paese che il turnover è al 100% quando invece sa benissimo che per legge è al 55%, infatti, tra il 2015 e 2016 a fronte di circa 10.000 pensionamenti è prevista l’assunzione di circa 5.000 nuovi operatori. Il Comparto sicurezza è debilitato da anni di tagli. Verifichi quanto si spendeva dieci anni fa, nel 2006, e quanto si spende oggi. Confronti le spese per le autovetture, per le divise, per le pulizie, per le ristrutturazioni, per l’addestramento al tiro e formazione in genere, ecc.
Questo non è razionalizzare, questo è tagliare. Il susseguirsi di politiche senza una visione di lungimiranza ha fatto si che quanto noi stiamo denunciando con forza sia assolutamente vero. I giubbotti antiproiettile sono per la gran parte scaduti, le armi vecchie, i caschi sono marci, i nostri locali sporchi, le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro disapplicate ecc. Se Lei vuole fare una verifica, ed è nella sua possibilità farlo, senza bisogno di girare, esca e si faccia portare le auto dell’ispettorato Viminale, potrà vedere che le condizioni dei caschi in dotazione, sono identiche a quelle mostrati alla trasmissione “Ballarò”, stessa cosa vale per i giubbotti antiproiettile scaduti, per le mitragliette M12 che sono tutti del 1977-78-79 e gli sfollagente hanno perso di elasticità perché ultra datati. Riscontri quanto hanno a disposizione i Commissariati e vedrà che per la cancelleria se la devono cavare con neanche 100 euro all’anno, che mille metri quadri dei nostri locali devono essere puliti e sanificati in due ore alla settimana, che i soldi per le ristrutturazioni non ci sono o sono pochi. Perché non date il permesso di entrare alle ASL per fare queste verifiche? Per un banale motivo. Perché la gran parte dei nostri locali sono lerci e fuori dai parametri di legge. Di cosa dovremmo discutere nell’incontro di oggi 10 marzo, dei falsi che vengono fatti dal Dipartimento della P.S. per mettere a tacere chi denuncia la verità? Avrà certamente preso atto della conferenza stampa che ho tenuto il giorno 21 gennaio u.s. dove ho dimostrato che le motivazioni alla base del provvedimento di sospensione del collega F.R. sono false. Il materiale mostrato dalla trasmissione “Ballarò” era regolarmente in uso nel Commissariato Vescovio.
La verità non è un reato! Sono ancora sbalordito dalle modalità con cui questo Esecutivo intende tenere le relazioni con le rappresentanze del personale. Mi deve permettere questa riflessione: ma Le sembra corretto che dopo 50 giorni di sciopero della fame disumano, Lei desideri nascondere o confondere le ragioni alla base della mia protesta dietro uno scudo “consortiero” composto da soggetti che non tenendo in alcun modo agli interessi collettivi del personale? Vanno in televisione, sulle reti nazionali, a dire e a sostenere che i giubbetti antiproiettile non scadono come le mozzarelle e lo yoghurt, dimostrando di non avere alcuna cognizione tecnica della materia. Qualcuno ha pure sostenuto che i nostri giubbetti antiproiettile sono rinforzati da lastre metalliche che li rendono adatti ad affrontare gli attacchi di kalashnikov, quando per contro in polizia nessuno ha mai visto cose del genere. Oppure vanno sempre in televisione a dire che noi siamo adeguatamente e ottimamente formati, addestrati ed equipaggiati, quando, invece, il personale di polizia non ha mai sparato su un bersaglio in movimento e non è mai stato addestrato al tiro dinamico. La verità sta nei fatti di cronaca di pochi giorni fa a Sassari, quando un gruppo di delinquenti ha assaltato alle prime ore della sera, con armi pesanti, il caveau della “Mondialpol” e i nostri colleghi temerari e spinti da spirito di abnegazione e del dovere si sono precipitati per correre sul luogo ma all’ atto di ritirare il materiale necessario non vi erano sufficienti giubbetti antiproiettili, pistole mitragliatrici M12 e non vi erano neppure le torce elettriche. Solo i più fortunati hanno potuto indossare giubbetti antiproiettile scaduti ed inidonei ad affrontare armi pesanti . Per farsi strada in un intervento ad alto rischio vita, hanno utilizzato la luce dei propri telefoni cellulari (sigh!). Per tutto questo Signor Ministro le motivazioni alla base del mio sciopero della fame non possono essere banalizzate e confuse dietro quattro miseriucce di bottega! Lei è Ministro dell’Interno, dimostri di volersi confrontare realmente con il SAP e soprattutto di essere libero dai condizionamenti dei vari piani del Viminale. Sarò ben contento, in rappresentanza della mia comunità, di trovare un valido interlocutore in questo Governo, ma deve essere tale. Ossia deve essere disposto a confrontarsi con onestà intellettuale e deve essere disposto ad accettare la cruda realtà nella quale viviamo e solo così potremmo tentare, tutti assieme, di trovare delle soluzioni. Non ci interessa metterla in bagarre da stadio con acquiescenti di palazzo, ma siamo animati dalle migliori intenzioni, da una spinta fortissima di perseguire l’interesse per la comunità che rappresentiamo, ma soprattutto per la comunità della brava gente di questo paese che chiede, agogna, livelli di sicurezza che oggi per tutta una serie di motivi non esistono più. Attendo un concreto segnale nel reale spirito dell’invito che Le è stato rivolto dalla Camera dei Deputati nella seduta del 9 marzo u.s..
Cordialmente
IL SEGRETARIO GENERALE – Gianni TONELLI