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“Giù le mani dai poliziotti è un'aggressione allo Stato". Rabbia del sindacato

Pianese, Coisp: “Nel 2024 ferito un agente al giorno, nel Ddl Sicurezza pene più severe"

“Giù le mani dai poliziotti è un'aggressione allo Stato". Rabbia del sindacato

A San Benedetto del Tronto un uomo senza biglietto ha staccato un dito a una poliziotta con un morso. Giorno che vai aggressione alleForze del'Ordine che trovi. 

Perché tanta aggressività nei confronti delle divise? Risponde Domenico Pianese, segretario del sindacato Coisp, una delle principali organizzazioni di Polizia.

“Questo episodio è la dimostrazione di quanto ormai sia diffusa una cultura dell’impunità e della violenza contro chi indossa una divisa. Attaccare un poliziotto equivale ad attaccare lo Stato stesso, perché le Forze dell’Ordine rappresentano l’ultima barriera tra legalità e anarchia. Il fatto che un agente, nel semplice svolgimento del proprio dovere, possa essere vittima di un’aggressione così brutale dimostra che serve un cambiamento immediato: tolleranza zero per chi colpisce coloro che garantiscono la sicurezza pubblica. Non possiamo più accettare che un poliziotto rischi la vita ogni giorno senza adeguata protezione giuridica”.

Pianese, dall’inizio dell’anno, quante volte agenti in servizio sono stati oggetto di aggressioni?

“I dati di queste prime settimane dell’anno sono ancora in corso di aggiornamento, ma la tendenza è chiara: l’aggressività contro le forze dell’ordine è in crescita esponenziale. Proprio per questo motivo abbiamo chiesto a Piantedosi l’istituzione di un Osservatorio Nazionale presso il Viminale con lo scopo di monitorare, analizzare e contrastare la violenza contro i poliziotti. Anche perché ormai ogni manifestazione, indipendentemente dal motivo, diventa il pretesto per attaccare lo Stato attraverso chi lo rappresenta. I criminali infiltrati nelle piazze cercano la guerriglia urbana, puntando deliberatamente a ferire agenti in servizio”.

E le aggressioni del 2024?

“Il dato del 2024 è drammatico: nel corso delle 12.302 manifestazioni organizzate abbiamo contato 273 in un solo anno, il 127,5% in più rispetto al 2023. In altre parole: quasi un poliziotto ferito al giorno. E questi numeri dimostrano che il problema non è episodico, ma sistematico: se non si interviene subito, la situazione degenererà fino a minare la tenuta democratica del Paese.

Le divise: dagli autisti di Atm e Atac, sino a Polizia e Carabinieri. Perché la società ha tanta acredine nei confronti di chi rappresenta lo Stato nelle sue diverse articolazioni?

“Negli ultimi anni si è diffusa una pericolosa mentalità di disprezzo per le istituzioni: chi indossa una divisa – che sia di un poliziotto, un carabiniere o un autista dei mezzi pubblici – viene percepito come un bersaglio legittimo. Questo clima è stato alimentato da narrazioni distorte, che dipingono chi garantisce l’ordine pubblico come un oppressore. Dichiarazioni irresponsabili come quelle di Maurizio Landini, che ha invocato la “rivolta sociale”, sono un chiaro esempio di come certe figure alimentino tensioni e legittimino il disprezzo verso lo Stato. Quando si giustifica o si minimizza la violenza, si crea un clima ostile in cui chiunque si sente autorizzato ad attaccare un agente, un autista o un impiegato pubblico.

Il trend sta diventando un fenomeno, pensa che i fatti di Pisa dello scorso anno possano aver costruito un’immagine violenta delle forze di Polizia.

“I fatti di Pisa sono stati strumentalizzati per costruire un’immagine distorta delle forze dell’ordine. La realtà è un’altra: i poliziotti sono sotto attacco ogni giorno, senza avere strumenti adeguati per difendersi. Il vero problema non è l’uso della forza, ma la totale mancanza di tutele per chi la esercita legalmente. Anche un intervento banale può trasformarsi in una tragedia, eppure chi difende l’ordine pubblico viene continuamente criminalizzato”.

⁠Secondo lei siamo di fronte a un’emergenza?

"Assolutamente sì. Quando quasi un poliziotto al giorno viene ferito in servizio, non si può parlare di episodi isolati, ma di un’emergenza nazionale. Stiamo assistendo a un’escalation che mina la sicurezza dello Stato e il rispetto per le istituzioni. Se lo Stato non reagisce con fermezza il rischio è che la violenza contro le forze dell’ordine diventi la normalità”.

⁠È ipotizzabile un aumento delle pene per chi aggredisce uomini e donne in divisa?

“Non solo ipotizzabile, ma necessario e urgente: è per questo che sosteniamo con forza il Ddl Sicurezza, che prevede un inasprimento delle pene per chi commette violenze contro le forze dell’ordine. Ad oggi, chi aggredisce un poliziotto rischia condanne ridicole, spesso con pene sospese o convertite in sanzioni e questo invia un messaggio devastante: colpire un agente è un crimine senza conseguenze. Il Ddl Sicurezza, che dovrebbe approdare in Senato per l’approvazione definitiva nei primi giorni di marzo, punta a cambiare questa situazione, introducendo pene più severe e certe per chi attacca lo Stato. È inaccettabile che chi commette violenze contro un poliziotto possa cavarsela con poco o nulla: chi tocca un uomo o una donna in divisa deve sapere che pagherà un prezzo molto alto”.

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