Cronache
Cutolo, l'avvocato del boss: "Su di lui esasperazione giudiziaria"
DOPO LA MORTE DI RAFFAELE CUTOLO IL COMMENTO A CALDO AD AFFARITALIANI DI GAETANO AUFIERO, AVVOCATO DEL BOSS PER 26 ANNI
“Ha pagato tanto negli ultimi anni, subendo una forma di esasperazione giudiziaria. È morto all'età di 79, con 40 di isolamento e 29 di 41Bis. Ultimamente le sue condizioni di salute, anche mentali, erano molto compromesse, confermare quindi il 41bis, come è avvenuto negli ultimi mesi, l'ho ritenuta una forma di esasperazione surreale.Il 41Bis è subentrato nel ‘92, ma era già isolato dal 1982. Di fatto, Cutolo, è stato tumulato vivo per 40 anni. Ho sempre parlato di esasperazione, non di accanimento. Esasperazione che sia ben chiaro, è un’altra cosa!
Quello che critico è che negli ultimi mesi, o anni, non c'erano più i presupposti per riconfermare tale trattamento, specialmente da quando ha avuto un peggioramento repentino delle sue condizioni di salute. Poco tempo fa, in ospedale, a Parma, si è ripresentata una polmonite con una setticemia e si è aggravato improvvisamente in questi giorni”.
E per la grazia?
“Non abbiamo mai chiesto grazie, ci mancherebbe altro che andassimo a chiedere la grazia al Presidente della Repubblica. Non c'erano i presupposti. La grazia non si può chiedere da parte di un detenuto per camorra sottoposto al 41 bis. Sarebbe stato un modo per offendere l'intelligenza del Presidente stesso.
La grazia si ottiene per reati isolati e avvenuti in certe circostanze.Un uomo condannato a 14 ergastoli che chiede la “clemenza” al Quirinale è poco più di una pagliacciata. Forse per i terroristi, perché hanno una legislazione diversa, ma non per camorristi, mafioso o ‘ndranghetisti.
Non abbiamo mai preteso atti di clemenza, abbiamo sempre invocato il rispetto della dignità. Non abbiamo mai chiesto nulla che non fosse previsto dalla legge, soltanto – e lo ripeto - rispetto della dignità, cosa che non abbiamo mai ottenuto. Almeno la revoca del 41 bis e dell'isolamento. Questo sì, lo abbiamo chiesto per almeno due o tre anni al Ministro della Giustizia e al tribunale di Roma. Tuttavia non posso parlare di accanimento. Ma di esasperazione di tipo giudiziaria che si poteva evitare. La parabola di Raffaele Cutolo è ormai giunta al termine”.