Cronache
Role Model, non solo Greta: così l'impegno dei bimbi cambia il mondo
Non c’è solo Greta. Catarina, 13 anni, di Bahia, nel 2019 era con la Thunberg, fra i 16 ragazzi ricevuti dalle Nazioni Unite per il riscaldamento globale. Essere testimone della distruzione dell'Amazzonia e dello sbiancamento delle barriere coralline la tiene concentrata sul suo obiettivo: fare la differenza.
Caterina e altre decine di bambini e giovanissimi che con le loro azioni cambiano fattivamente il mondo sono definiti Role Model. E sono centinaia, quelli che ha scovato H&M, protagonisti del cortometraggio girato dal regista candidato all’Oscar Bryan Buckley al fine di illustrare come i giovani vedono gli adulti di oggi. E soprattutto quel che fanno attivamente per il pianeta e per i loro simili.
La parola è stata usata per la prima volta dal sociologo Robert Merton ipotizzando che ognuno di noi si confronta con gruppi di riferimento e individua persone a cui ispirarsi.
Solo che qui non sono attori o attrici, calciatori o superstar bensì bambini, qualcuno ha poco più di quattro anni altri sono adolescenti, che per condizione fisica o sociale hanno attivato una linea di profondità diversa dall’usuale.
Alcune storie sfiorano l’incredibile, ma non siamo in un film: Ryan, californiano, a 3 anni ha iniziato la sua attività, Ryan’s Recycling. Fino a oggi (ne ha 11) ha riciclato oltre un milione di lattine. Enrique è nato a San Paolo del Brasile, affetto da nanismo, ma non si è dato per vinto: raccoglie linguette di alluminio da riciclare e dona il denaro ricavato dalla vendita a un ente che produce sedie a rotelle. Philip e sua sorella raccolgono contenitori di plastica gettati via e vi coltivano verdure che vendono al mercato locale.
Qualcuno è un vero talento: Joao, brasiliano, Joao ha scritto il suo primo libro a 5 anni: parlava di un gruppo di bambini che costruiscono razzi con la plastica riciclata. Oggi è al suo terzo libro, a 11 anni e ha al suo attivo un premio alla Nasa. Zawadi, kenyota, ha letto le sue poesie alla tv nazionale ed è stata invitata dal presidente del suo paese a esibirsi al parlamento di Nairobi.
Stephen, in pieno Covid, ha usato il legno comprato dal padre per un infisso e ha costruito una macchina perché gli abitanti del suo villaggio africano si lavassero le mani spingendo le leve con i piedi: ha vinto per questo una borsa di studio in ingegneria.
Pace, ambiente, inclusione, sono concetti che sgorgano naturalmente dall’animo di questi bambini. Léa combatte per una legge anti molestie nelle scuole naturalmente, da molto prima che la questione LGBT diventasse argomento di discussione quotidiano.
Questi sono, effettivamente, Changemakers e l’iniziativa virtuosa della grande catena svedese li rende particolarmente visibili.
Nel 2020, L’Agenzia Erasmus+ Indire e l’Unità EPALE Italia hanno aderito all’iniziativa della Commissione europea di istituire una rete di figure di riferimento positive che potessero ispirare chi vive in contesti difficili, attivando processi di fiducia nella possibilità di trarre effetti positivi da situazioni negative. L’iniziativa rientra nelle misure della Commissione europea per sostenere gli Stati membri nella lotta alla radicalizzazione e la discriminazione sociale.
Ora, scende anche sul terreno della comunicazione commerciale.