Cronache
L'autogol di Rolling Stone contro Salvini, i vip smentiscono la rivista
Mentana, Robecchi e altri sconfessano "l'appello" contro il ministro dell'Interno, Selvaggia Lucarelli rivela pesanti retroscena, mentre la Mannoia...
"Noi non stiamo con Salvini", tuona la rivista Rolling Stone sulla copertina del numero uscito il 5 luglio in edicola. Sulla cover arcobaleno, spicca poi la frase perentoria: "Da adesso chi tace è complice".
A questo manifesto contro il ministro dell'Interno avrebbero aderito una pletora di nomi di personaggi considerati vicini alla Sinistra, noti e meno noti: Daria Bignardi (scrittrice), Vasco Brondi (cantante), Caparezza (cantante), Ennio Capasa (stilista), Pierpaolo Capovilla (cantante), Chef Rubio (conduttore tv), Max Collini (cantante), Carolina Crescentini (attrice), Marco D’Amore (attore), Costantino della Gherardesca (conduttore tv), Erri de Luca (scrittore), Diodato (cantante), Elisa (cantante), Ernia (rapper), Fandango di Domenico Procacci (casa di produzione), Fabio Fazio (conduttore tv), Anna Foglietta (attrice), Marcello Fonte (attore), Gazzelle (cantante), Gemitaiz (rapper), Gipi (fumettista), Linus (Radio Deejay), Lo Stato Sociale (band), Makkok (illustratore), Fiorella Mannoia (cantante), Vinicio Marchioni (attore), Emma Marrone (cantante), Enrico Mentana (giornalista), Ermal Meta (cantante), Francesca Michielin (cantante), Motta (cantante), Gabriele Muccino (regista), Negramaro (band), Andrea Occhipinti (produttore e distributore cinematografico), Roy Paci (cantante), Mauro Pagani (musicista), Tommaso Paradiso (cantante), Valentina Petrini (giornalista), Alessandro Robecchi (scrittore), Lele Sacchi (dj), Selton (band), Barbara Serra (giornalista), Michele Serra (giornalista), Shablo (produttore musicale), Subsonica (band), Tedua (rapper), Tre Allegri Ragazzi Morti (band), Sandro Veronesi (scrittore), Daniele Vicari (regista), Zerocalcare (fumettista).
Usiamo il condizionale "avrebbero" perché, poco dopo l'uscita della rivista in edicola, sono iniziate le defezioni. O meglio le smentite. Il primo è stato Enrico Mentana che, in un post su facebook, rivela di essere stato contattato da RS e di aver detto chiaramente "no" all'appello. Il secondo a smarcarsi è lo scrittore Alessandro Robecchi che, su twitter, dichiara di detestare Salvini ma di essere anche "contro i furbetti che si fanno pubblicità usando il mio nome".
Più tardi prendono le distanze più o meno dichiaratamente Gipi, Zerocalcare e Valentina Petrini. In rete si parla di "operazione falsaria" da parte di Rolling Stone.
Pur non essendo stata inserita nella lista di detrattori di Salvini, ecco che compare poi l'ex direttrice di Rolling Stone Selvaggia Lucarelli, che in un post al vetriolo rivela: "Sono stata tre mesi a Rolling Stone e francamente un appello per una società aperta, libera e moderna me lo sarei aspettato più da Erdogan che dal mondo Rolling Stone Italia. Il motivo per cui dopo tre mesi ho rassegnato le dimissioni è proprio che di moderno, libero, solidale, lì dentro forse al massimo c'è la macchinetta del caffè che distribuisce caffè a tutti. Non avevo mai visto un ambiente di lavoro così tossico, illiberale, ostile, scorretto. Amici di Rolling, se fate una copertina di sinistra, parlando di libertà, accertatevi di praticare tutto ciò che vi rende così diversi da Salvini."
Insomma, non esattamente un successo di pubblico e di critica l'iniziativa della rivista musicale. Matteo Salvini, dal canto suo, ha risposto con una certa ironia dichiarando: "Attacchi ad personam da multimilionari radical chic", attacchi "strani", ma alcuni di questi artisti mi piacciono e continuerò a seguirli".
E ha aggiunto: "gli appelli non vengono dagli operai, dagli studenti, dai pensionati e da chi vive nelle case popolari. Qualcuno di questi multimilionari spalancasse le porte della propria megavilla e accogliesse a sue spese chi ritiene, io tiro dritto nel nome della sicurezza, dell'ordine, del controllo dei confini, della chiusura dei porti e all'apertura degli aeroporti per chi scappa davvero dalla guerra".
Per concludere, un nome brilla nella lista di cui sopra, quello di Fiorella Mannoia. La stessa Mannoia che, qualche anno fa, annunciava coram populo con un certo entusiasmo: "Di Maio è il mio presidente del Consiglio", definendolo onesto e preparato. Ebbene, oggi Di Maio è vice presidente del Consiglio, omologo di Salvini, e non ci pare abbia sconfessato le politiche di quest'ultimo. Non sarà che la Mannoia, grillina ad honorem pentita come tanti suoi colleghi di Sinistra, ora voglia scaricare su Matteo Salvini tutto il peso dei rimorsi di aver sostenuto più o meno a spada tratta il m5s in questi anni? Salvini è andato al governo grazie al m5s, che Mannoia & co. hanno ampiamente appoggiato per anni, quindi in ultima analisi, Matteo Salvini è al governo grazie anche a loro.
Troppo tardi, e troppo comodo, ora fare mea culpa e tentare di lavarsi la coscienza puntando il dito sul solo Salvini. Da segnalare che, qualche giorno fa, la cantante è stata pesantemente attaccata sui social dopo aver pubblicato un post in cui deplorava le scelte dell'esecutivo in materia di immigrazione. Molti utenti le hanno dunque ricordato i passati entusiastici endorsement a Di Maio, dimostrando ancora una volta che - come anche nel caso delle suddette smentite di Mentana e Robecchi e della reprimenda di Selvaggia Lucarelli - la rete non dimentica.
E non perdona.